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Forteto, Appello. Parlano i legali di Regione e Cooperativa

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Forteto, Appello. Parlano i legali di Regione e Cooperativa Forteto, Appello. Parlano i legali di Regione e Cooperativa © n.c.
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Nell’udienza di martedì al processo d’appello del Forteto, l’avvocato Bevacqua, legale della Regione (costituita parte civile), ha chiesto la conferma di tutte le pene inflitte in primo grado: 17 anni e 6 mesi per violenza sessuale, maltrattamenti e violenza di gruppo a Fiesoli; 8 anni per maltrattamenti a Goffredi;  e condannate a pene che vanno da 1 a 7 anni per altre 14 persone. Ha spiegato inoltre come le istituzioni in generale, e quindi anche la Toscana, siano state tradite dai responsabili della Comunità, a cui per anni si sono affidati minori alimentando «i fatti gravissimi avvenuti all’interno». Nessuna responsabilità politica ci sarebbe stata, ma solo «una circonvenzione delle istituzioni», causa di «danni incalcolabili per le persone». In chiusura dell’arringa, Bevacqua ha citato Don Lorenzo Milani, ricordando come il Profeta volesse rifarsi direttamente all’eredità lasciata dal priore (anche fisicamente, scegliendo il luogo di fronte a Barbiana). In seguito, in difesa della Cooperativa, ha preso la parola l’avvocato Sabrina Bolognini. La prima mossa si è concentrata su un attacco alla sentenza in primo grado, «dove si è cercato di fare di tutta l’erba un fascio, forse più preoccupati dei risarcimenti di quanto potesse essere successo»; per poi passare a contestare il tribunale dei minori di Firenze, ribadendo che a più riprese («e almeno con lettere ufficiali nel ’91, ’95, ’97 e 2001»), era stata sottolineata la distinzione tra Comunità e Coop, dove comunque gli affidi non potevano essere indirizzati perché la parte agricola era (ed è) divisa da quella sociale. In sostanza, quindi, una effettiva divisione esisteva, ma non sarebbe stata valutata nel merito della questione e con un criterio adeguato. «La cooperativa – ha terminato – ha uno scopo mutualistico e offre la possibilità di lavorare ai membri della comunità che hanno fatto una scelta di impegno sociale. E offre anche una opportunità ai giovani che sono stati loro affidati». Una tesi sostenuta anche dall’avvocato Pier Matteo Lucibello, difensore dell’ex-presidente della Cooperativa, Stefano Paolo Pezzati (condannato a 4 anni e sei mesi nella prima sentenza), che ha chiesto ai giudici di respingere i ricorsi presentati dalla pubblica accusa e di prosciogliere il suo assistito.  

 

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