Fissato il processo d’appello ad aprile, per la commissione d’inchiesta bis i tempi si fanno sempre più stretti e le ultime audizioni incombenti. Lunedì 29 febbraio è stato il turno di un sacerdote, un politico e due giornalisti. Ad aprire la giornata le dichiarazioni di Don Giuliano Landini, storico parroco di Vicchio, che proprio nei giorni precedenti aveva annunciato, con una lettera a Ok!Mugello, di essere stato convocato dalla Regione sulla questione Forteto. Sotto la lente, al di là della vicinanza geografica, i presunti rapporti portati avanti dalla Chiesa vicchiese. Come il fatto che i fiori per adornare la struttura fossero acquistati al vivaio della comunità e che i lavori dell’oratorio siano stati sostenuti dal Forteto. Don Giuliano si è detto estraneo ai fatti; spiegando di aver scoperto le problematiche relative alla vicenda solo in tempi recenti. Ha messo però in luce la totale impenetrabilità della gestione di Fiesoli, attenta ad evitare, o comunque ridurre drasticamente, i contatti esterni. Anche e in special modo col gruppo di Don Milani.
Aggiunta del 3 marzo. In merito a questo aspetto Don Giuliano dichiara al nostro giornale: Io non ho mai usata la parola "setta", riguardo al resto è corretto: ho parlato di anomalia e di impenetrabilità. Purtroppo però non so quanto sia stato compreso il distinguo fra cooperativa il Forteto e comunità il Forteto. Questo lo chiarisco per meglio essere compreso. Come persona e come sacerdote posso parlare e dire in merito a quello che ho visto e vissuto relazionandomi alla realtà complessiva del Forteto: una cosa è la comunità in senso stretto che io, e sfido chi altri, poteva sapere o vedere quello che vi accadeva e pertanto riaffermo quanto detto, riguardo alla cooperativa e quindi alla realtà commerciale ho affermato che il rapporto esisteva ed esiste ancora con operai interni ed esterni e con i quali non'è mai emerso niente della così detta vita della comunità.È toccato poi al politico: Andrea Barducci, ex-presidente della provincia di Firenze fino al 2014 (cioè alla comparsa della Città Metropolitana). Per lui «solo contatti sporadici» e comunque «nessuna denuncia o sollecitazione particolare». Una testimonianza percepita dalla commissione come eccessivamente sintetica, soprattutto – ha affermato Jacopo Alberti (Lega) - non si è approfondito il discorso della riedizione del 2010 (la prima era del 1980) del libro Non fu per caso, a firma di Luigi Goffredi. Il volume venne presentato a Palazzo Medici Riccardi con interventi di Barducci, della senatrice Vittoria Franco e l’avvocatessa Lucia Mininni. Coordinava la giornalista Betty Bersantini: non a caso sentita dalla commissione durante l’audizione precedente, quando veniva descritta dai consiglieri regionali come «entusiasta della realtà Forteto». Quel libro, come molti scritti encomiastici sulla comunità, tratta di ideali, della vita quotidiana, del lavoro e dell’impegno sociale nei primi 3 anni del progetto sulla famiglia funzionale. Comparve di nuovo in Provincia 6 anni fa con una prefazione affidata allo staff di Barducci. E’ utile ricordare: nel 1980 Rodolfo Fiesoli, su richiesta del Giudice Carlo Casini, era stato già arrestato per abusi sessuali e poi rilasciato. I sospetti, quindi, nascevano allora: anche se furono ignorati. Il lunedì di audizioni è proseguito con i due giornalisti: Franca Selvatici e di Amadore Agostini, entrambi occupati sul caso. La Selvatici ha ricordato come il Forteto, a detta dei genitori dei ragazzi durante un'intervista, fosse considerato una setta: addirittura alternativo al manicomio. Fiesoli «stregava» le persone. Amadore Agostini, sulla stessa lunghezza d’onda della collega, ha lamentato la scomparsa di un ricco dossier da lui raccolto sulla controversa vicenda. Per Jacopo Alberti, la testimonianza di Agostini, ha ribadito l’esistenza di una rete di connivenze politiche ancora da scoprire. Così come le responsabilità del tribunale dei minori: secondo il giornalista, infatti, i giudici «avevano un’eccessiva frequentazione del Forteto» Doveva essere ascoltato anche l’ex Presidente della Regione Claudio Martini, oggi senatore per il Partito Democratico nella circoscrizione Toscana. Ma, all’appuntamento, non si è presentato.