A meno di 10 giorni dal processo in secondo grado a Firenze, quando si saprà se le precedenti condanne saranno riconfermate in toto o si prenderanno altre strade, scoppia la polemica, l’ennesima, sul caso Forteto. A lanciare il sasso, senza nascondere la mano, è stato due giorni fa il consigliere regionale (FdI), e membro della commissione d’inchiesta bis, Giovanni Donzelli. La denuncia: esisterebbe un filo conduttore da 15mila euro che parte dalla Regione, passa per la partecipata Agriambiente Mugello e arriva fino alla cooperativa («La coop-setta»). «Ci hanno preso in giro – ha tuonato Donzelli - Adesso si spiegano le titubanze del Pd e di Enrico Rossi». Di fronte al barricato scetticismo dei piani alti del Forteto (o almeno così sembra nelle ultime ore), non si è fatta attendere la risposta del Partito Democratico direttamente per bocca di Paolo Bambagioni, anche presidente della commissione incaricata: «Quella di Donzelli sul legame tra Regione, Agriambiente e Forteto – ha chiarito - è una speculazione priva di ogni fondamento. La Regione ha una piccolissima partecipazione in Agriambiente che a sua volta detiene una minima quota della cooperativa Forteto, un semplice residuato (…) non c’è nessun interesse economico in gioco che influenza, o abbia influenzato, le decisioni prese in merito alla vicenda umana e imprenditoriale del cooperativa». E ancora:«Prendo le distanze da queste dichiarazioni anche a tutela della cooperativa agricola Agriambiente Mugello, chiamata in causa senza un valido motivo e che peraltro svolge un’importante funzione a favore degli allevatori, raccogliendo il loro latte e conferendolo alla Centrale del Latte». Eppure Donzelli, che di certo della caparbietà ha fatto una sua cifra politica, non sente ragioni. E dopo la presa di posizione del collega, torna ad affondare: «Se il Partito democratico ritiene insignificante la partecipazione della Regione tramite Agriambiente Mugello nelle quote della cooperativa, come ha sostenuto in aula il presidente della commissione d'inchiesta sul Forteto Paolo Bambagioni, perché ha respinto la mia richiesta per far riferire la giunta in aula sulla questione? Se non ha niente da nascondere la Regione non si arrocchi sulle sue posizioni e sgomberi il campo da qualsiasi dubbio cedendo la partecipazione. Siamo stufi della volontà di insabbiare la verità sulla vicenda Forteto da parte della maggioranza, e siamo stupiti che questa volontà arrivi adesso anche da Bambagioni». Di più: «Se queste sono le modalità e le condizioni, la commissione d'inchiesta non ha più senso». Si delinea quindi una spaccatura in seno alla stessa forza nata per ricomporre il mosaico e far luce sulla storia. Il tutto con la nuova sentenza in procinto di un verdetto. Jacopo Alberti (Lega), altro membro della commissione tra i più attivi negli ultimi mesi, intanto fa sapere che i lavori per la rielaborazione della documentazione raccolta con le decine di testimonianze e la stesura di un rapporto finale, sono iniziati. Ritorna poi su una questione cruciale: «Mi auguro fermamente che la Procura di Genova possa attivarsi a 360° e squarciare i tanti veli di una deplorevole vicenda, trascina a lungo per troppi anni; resto sempre dell’avviso che svelare il triangolo formato da Tribunale dei Minori, Asl e Servizi sociali sia la chiave per risolvere, almeno in parte, tutto l’arcano».