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Forteto, il gioco dei tre Sarti: sviste al processo in appello?

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Forteto, il gioco dei tre Sarti: sviste al processo in appello? Forteto, il gioco dei tre Sarti: sviste al processo in appello? © n.c.
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Il processo di secondo grado che vede alla sbarra Fiesoli e compagni per violenze su minori si concluderà il 29 giugno. In attesa di sapere se il verdetto del 2015 sarà confermato o stravolto, e quindi chi la spunterà tra le parti in causa (la Pm Galeotti, il sostituto Pg Sgambaro e i legali delle vittime, da un lato, o quelli degli imputati, dall’altro), è bene non passi sottotraccia una svista dell’avvocato Antonio Voce, già difensore in primo grado di Daniela Tardani (7 anni) e Stefano Sarti (3 anni). Senza dubbio, casuale. Nell’arringa dell’udienza del 22 giungo, Voce, esponendo le sue ragioni alla Corte, ha parlato degli assistiti come di una coppia, sì, funzionale, ma di fatto assimilabile da decenni ai dettami di una normale famiglia. Con tutte le attenuanti del caso. Tant’è che, in diversi periodi, ben tre ragazzi furono affidati ai due. Di qui, però, l’anomalia: gli altri assegnati alla Tardani, Romina Vainella e Nicoletta Biordi, come si legge nelle motivazioni della sentenza e come confermano le vittime, che fine hanno fatto? Semplice: la Tardani, seguiva la prima con Sauro Sarti, membro del Forteto e assolto in primo grado dall’accusa di maltrattamenti; la seconda con Paolo Sarti, sentito l’anno scorso come testimone dell’accaduto. Paolo è il fratello di Stefano, Sauro il cugino. E la Tardani, se si dovesse dar ragione all’Avv. Voce, tradiva la fiducia di Stefano per cadere tra le braccia di Paolo e Sauro. Si dirà: sarà il cognome. Oppure il gioco delle tre carte. Meglio: dei tre Sarti. A questo punto non vanno dimenticate le parole di Luigi Serpi (4 anni e 6 mesi). Nel luglio del 2014, incalzato dal presidente del collegio giudicante, Marco Bouchard (quello della discussa ricusazione), ammetteva che di famiglie “normali”, e dunque, nell’accezione di comodo, non inclini alla violenza, al Forteto non se ne sono mai viste. Anzi, proprio quelle “funzionali” erano il vanto della comunità; come nessuno, chiudendo un occhio, ha mai mancato di ricordare in trent’anni di plausi. Delle due l’una: o la Tardani, condannata per aver commesso e assistito violenze sessuali, non distingueva tra Sauro, Paolo e Stefano (anche se non risulta si assomiglino molto); oppure nelle aule del Palazzo di Giustizia di Firenze, tirano brutti scherzi. E sugli affari del Forteto non sarebbe la prima volta.

 

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