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Forteto. I racconti inediti delle vittime invisibili. I video

La comunità degli orrori

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Si conclude una settimana nella quale la vicenda del Forteto ha tenuto banco su tutti i media (sia locali che nazionali), per la presenza di Mara Carfagna, Vice Presidente della Camera, presso la sede della Cooperativa. Qui ha incontrato le vittime della tragedia che si è consumata per oltre 40 anni all'interno di quelle mura nel silenzio generale.

Alla visita tra le vittime erano presenti anche alcune persone che vengono definite "le vittime invisibili", che non rientrano negli indennizzi e ne tantomeno nei progetti di recupero e supporto alle vittime. La telecamera di OK!Mugello le ha incontrate e intervistate. Saverio Zeni ha raccolto la loro storia in modo si possano conoscere dalle vive parole dei "sopravvisuti" (termine utilizzato in conferenza stampa dalla responsabile di Artemisia) le angherie e violenze che questi bambini (oggi adulti) hanno dovuto subire.

Le vittime invisibili: Il primo video (in apertura di articolo) troviamo SARA che racconta la sua vicenda. Dopo la morte del padre arriva al Forteto, e appena dopo un breve periodo tranquillo, si trova in un girone dantesco dove subisce violenze di ogni genere. Sara riesce a scappare direttamente dall'interno della "bottega" grazie all'aiuto del suo avvocato. Oggi Sara, pur nelle mille difficoltà, ha ritrovato una parvenza di tranquillità ed è diventata mamma.

A seguire la video testimonianza di Alessandro, entrato a 13 anni nella comunità, e dopo una prima parentesi adolescenziale "quasi" tranquilla viene obbligato ad andare a lavorare nel caseificio. L'esperienza vissuta al Forteto lo ha segnato in modo indelebile, e lo ha costretto (come gli altri) a seguire percorsi terapeutici per superare in parte le violenze subite.


La video testimonianza di Iris. Una bambina di otto anni a cui non viene permesso di vivere la sua infanzia e adolescenza. Da subito inserita anche lei nel caseificio a fare le mozzarelle, subisce per 20 anni le angherie e il plagio della comunità. Riesce a scappare a soli 28 anni.


La video testimonianza di Maria Luisa e Marco. Entrambi entrano nella fase iniziale della comunità, quando ancora era a Barberino. Capiscono quasi subito la pericolosità della setta e riescono a mettersi in salvo. Marco per scappare si offre di andare a riprendere le mucche sui monti della Calvana, ma anziché riportare gli animali alla stalla, scappa nella valle opposta tramite sentieri.


Quanto raccontato da queste persone è solo una piccola parte di cosa significasse vivere al Forteto. Le botte, le violenze fisiche, i chiarimenti, gli abusi sessuali, tutte pratiche all'ordine del giorno che si consumavano all'interno di quella che era considerata una eccellenza del Mugello e della Toscana intera.

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