Il Forteto verso il commissariamento © n.c.
Nei giorni scorsi, in vista dello spettro del commissariamento, al Forteto si era passati al contrattacco. E così il presidente della cooperativa, Ferdinando Palanti, rompendo la stagione del silenzio, aveva chiesto alla commissione d’inchiesta di coinvolgere tutte le parti in causa entro il 23 giugno. Cioè prima che la relazione finale venga presentata e i consiglieri comunichino alla Regione, al Csm e alle procure di Genova e Firenze i risultati di nove mesi di lavoro. Dopo le audizioni in mattinata ai vertici dell’azienda, però, si è avuto l’effetto contrario: e un taglio netto col passato, ora, sembrerebbe imminente. Tre i principali motivi di attrito. A) Il rifiuto di presentare i contratti di affitto stipulati dalla cooperativa con i membri del Forteto. In particolare dopo la denuncia per l’uso gratuito di abitazioni di cui fino ad oggi hanno beneficiato i condannati; e da cui invece si sarebbero potuti ottenere regolari introiti. In questo senso Palanti si è difeso, affermando che «non è facile far pagare chi non lo ha mai fatto». Un’ammissione di innocenza, da un lato, e di impotenza, dall’altro. B) Dalle parole dell’avvocato simbolo del rinnovamento del Cda, Carlo Bossi (uno dei due nuovi insieme a Enrico Ricci), sarebbe stata confermata l'esistenza di un clima di condizionamento nella struttura. Di più: avrebbe offerto, proprio lui, consulenze professionali alla coop per opporsi ai risarcimenti riconosciuti ad alcune vittime dalla sentenza di primo grado. C) La permanenza dell’ex Presidente Morozzi (che per i giudici di Firenze tentava di «accreditare all’esterno una parvenza di normalità mai esistita al Forteto») nel ruolo di responsabile amministrativo, con tanto di firma in banca. Dunque, a due giorni dal pronunciamento definitivo sulle responsabilità politico-istituzionali attorno la storia della comunità, dalle parti di Vicchio, arriva l’ennesimo autogol. Dure le razioni di Giovanni Donzelli (FdI) e Jacopo Alberti (Lega) .«Il rinnovamento del Forteto e la presa di distanze dai condannati – tuona il primo - sarebbe quello di inserire nella governance uno che ha aiutato a contrastare le vittime?». «Occorrono personaggi totalmente nuovi, estranei al territorio (...) Solo un radicale, ed a questo punto tempestivo, cambiamento potrebbe consentire al Forteto di riprendere quota», sottolinea il secondo. E se pure c’erano stati differenti punti di vista all’interno del gruppo consiliare – riflesso senza dubbio delle casacche politiche -, tutte oramai vanno in una sola direzione: quella a cui non si è mai contrapposta una valida alternativa.


