24 MAR 2025
OK!Firenze

Grandiosa Frida Bollani Magoni con Mark Glentworth al Giotto di Borgo

Apre il concerto con due inediti, poi passa al brano di Carole King - You've Got a Friend e subito dopo ad un bellissimo brano “dance”...

  • 130
Frida Frida © MM
Font +: 22px16px
Stampa Commenta

Inaugurata ieri sera con uno straordinario successo la 26^ edizione del Giotto Jazz Festival 2025 eccezionalmente al Teatro Giotto di Borgo san Lorenzo, mentre gli altri artisti della rassegna si esibiranno al Teatro Giotto di Vicchio, sede naturale di un festival che ogni anno richiama pubblico da mezza Italia. Sul palco, Frida Bollani Magoni, artista straordinaria che nonostante abbia solo vent’anni ha già conquistato i palchi più prestigiosi d’Italia e d’Europa.

Accompagnata dal grandissimo percussionista Mark Glentworth. Apre il concerto con due inediti, poi passa al brano di Carole King - You've Got a Friend e subito dopo ad un bellissimo brano “dance”.

Dice il bugiardino del suo libro: “La mia musica. Quella che ascolto, quella che suono, quella che vi consiglio” «A due anni aveva già le mani sul pianoforte, a cinque era capace di suonare a orecchio e adesso che ne ha venti è un'artista di successo. Curiosa, determinata, appassionata: queste pagine sono un omaggio alla musica, che è per lei un ponte tra le persone, un dialogo che non conosce barriere. Nel suo caso, neanche l'ipovisione ha rappresentato un ostacolo: «Anzi, ascoltare e suonare è stato un aiuto nella crescita. Usare le orecchie al posto degli occhi, le note al posto dei colori è stato fondamentale nel mio rapporto con il mondo». (edizioni Piemme)

Torna agli inediti, si cambia d’abito mentre Mark Glentworth, canta “Father” il brano che ha dedicato al padre e nel quale la sua voce ricorda un giovane Elton John.

A questo punto del concerto, il pubblico è totalmente innamorato di Frida che si lancia nel brano più famoso di Amy Winehouse - Back To Black, per poi cantare la sua “Audrey” dedicata alla Hepburn, e “Seventeen” il brano scritto a diciassette anni a Londra quando non poteva suonare in nessun locale dopo mezzanotte perché non era ancora maggiorenne, e la bellissima “The color of my life”

Frida non suona uno strumento, Frida “è” uno strumento e lo dimostra quando attinge alla sua parte “Magoni” regalando una nota veramente interminabile in un’esecuzione di Caruso che avrebbe fatto innamorare anche Lucio Dalla, del quale canta anche “Futura”.

A differenza di altri figli d’arte che hanno ereditato poco e nulla, Frida sembra avere nel DNA il meglio del padre (Stefano Bollani) e soprattutto il meglio della madre (Petra Magoni) anche se la giovanissima artista non ne abusa, ma regala comunque una serie di vocalizzi al limite dell’ultrasuono che fanno restare la platea del Giotto letteralmente a bocca aperta.

Al termine infiamma il pubblico che non smette di applaudire, due bis e  chiude con “Via con me” di Paolo Conte un concerto bellissimo che è entrato nel cuore di tutti, amanti del Jazz, del soul, della migliore musica italiana con un’artista straordinaria che dopo la fine del concerto ed una valanga di applausi ne ha ricevuti altri quando si è presentata nel foyer del Giotto tra la folla entusiasta ad autografare il libro ed il cd.

Grande, grandissima Frida!

Lascia un commento
stai rispondendo a