Furti in casa. Sgominata la banda di Pontassieve e Pelago © n.c.
I Carabinieri di Pontassieve hanno scoperto una banda di cittadini di etnia Rom che, circa un anno fa, avevano perpetrato una serie di furti in abitazione nei comuni di Pontassieve e di Pelago. Le indagini sono partite, come in un film poliziesco, dalla fuga in auto dei malviventi, inseguiti da una pattuglia di militari. I Carabinieri li hanno raggiunti nei pressi della frazione Sieci del comune di Pontassieve. Qui i ladri, chiusi in un vicolo cieco, avevano abbandonato l’auto ed erano fuggiti nelle campagne limitrofe. Quindi i militarti accertarono subito che il mezzo abbandonato veniva utilizzato con delle targhe false, opportunamente collocate sopra quelle reali di immatricolazione. All’interno dello stesso veicolo furono rinvenuti gioielli, monili in oro e orologi di valore, provento dei furti. Tutti oggetti che furono restituiti ai legittimi proprietari. Sull’auto, una Fiat Croma station wagon, i Carabinieri trovarono anche documenti ed effetti personali dei malviventi che sono stati inviati al RIS di Roma per accertamenti più specifici, costituendo quanto rinvenuto materiale prezioso per il prosieguo delle indagini. Le investigazioni volte a ricostruire ed a dimostrare la commissione dei furti ad opera dei soggetti indagati sono state lunghe ed articolate e sono state condotte anche mediante l’ausilio di specifiche attività tecniche autorizzate dalla magistratura nonché dalla visione delle numerose telecamere della zona e, non da ultimo, dalle molte e preziose testimonianze rese da alcuni cittadini che avevano assistito alle fasi della loro fuga ed inseguimento. Alla fine i Carabinieri hanno individuato ed identificato gli autori dei furti in alcuni componenti di un gruppo di persone di etnia Rom, alcuni domiciliati in camper e roulotte parcheggiati nei pressi di Massa (MS), altri dimoranti in abitazioni prefabbricate nei pressi di Sarzana (SP). Ieri mattina (lunedì 7 marzo), ad uno di essi, con precedenti penali anche specifici, è stato notificato un ordine di custodia cautelare in carcere. Gli altri complici sono stati sottoposti a perquisizione presso le rispettive abitazioni ove sono stati rinvenuti e sequestrati oggetti ritenuti “interessanti” nell’ambito delle loro illecite attività ed in particolare ben cinque ricetrasmittenti da loro usate per colloquiare nel corso della commissione dei furti.


