Un pomeriggio che ha lasciato molte suggestioni, quello trascorso a Dicomano il 28 gennaio nella Sala del Consiglio Comunale. All’interno delle iniziative per la Giornata della Memoria, ha avuto luogo il settimo incontro di Gener-azioni, con la presentazione del libro “Frammenti di futuro” di Federica Montevecchi e la proiezione di un estratto del documentario “Per esempio Vittorio” sulla figura di Vittorio Foa. L’introduzione è stata curata dalla vicesindaca Giulia Fossi che ha reso evidente come sia fondamentale per le istituzioni preservare il ricordo di quanto di drammatico è accaduto nella nostra Storia e come, sulla scia di Vittorio Foa, un impegno sociale orientato al futuro non possa mai prescindere da un legame con il passato.
Fiorenza Giovannini intervenuta successivamente, ha salutato in qualità di Presidente dell’Università dell’Età Libera e cofondatrice della rassegna improntata sui valori. Dopodiché, l’autrice Federica Montevecchi ha dialogato con Caterina Tortoli, spaziando da vari argomenti, a partire dal libro “Frammenti di futuro”: un’opera in cui vengono intervistati vari protagonisti del Novecento che espongono i loro ricordi: da Carlo Bo ad Antonino Caponnetto, da Nilde Iotti a Giorgio Bocca.
Si è puntato l’accento sul concetto di memoria a tutto tondo, sia quando questa è riferita a piccoli eventi sia a grandi porzioni di tempo. Infatti, ha puntualizzato Montevecchi, parlare di alcuni ricordi assume un significato particolare, per non dire proustiano: anche un minestrone fatto in casa, in un determinato contesto, può andare molto oltre il suo hic et nunc e aprire ad una serie di riflessioni. Dunque, a partire da una serie di ricordi appartenuti alle persone intervistate da Montevecchi e da lei definite “la parte migliore del Novecento”, si è passati a parlare della “parte peggiore”, ovverosia quel ramo di Storia che tutti abbiamo il dovere di preservare affinché non possa più accadere.
Galleria fotografica
È stato infatti molto citato nel corso della serata David Sassoli, un Politico onesto che ha inteso il suo lavoro come missione umanitaria e che durante il suo mandato propose come ulteriore simbolo dell’Ue la Rosa Bianca, in ricordo del gruppo tedesco di resistenza al Nazismo. L’invito a una coscienza vigile, per dirla con Sassoli, è stato ripreso in chiusura anche dal Sindaco Stefano Passiatore il quale, ringraziando i presenti, ha invitato a riflettere sul tema principale della serata: il passato che costruisce il futuro.
Aushwitz è per antonomasia il luogo del male assoluto, spesso relegato nei libri di Storia: guardiamo quanti altri lager sono davanti a noi per capire che Aushwitz è ancora presente, in altri luoghi, ma nelle stesse forme. La speranza, ha detto Passiatore, si può costruire solo con la consapevolezza: consapevolezza di ciò che è stato, ma anche di quello che ancora, purtroppo, permane.