La testata online Fanpage, fondata da Gianluca Cozzolino nel 2011, ha realizzato un’inchiesta - pubblicata in due parti, rispettivamente il 13 e il 26 giugno scorso -, che ha messo in luce quanto siano ancora presenti, in determinati ambienti di destra - in questo caso di Gioventù Nazionale, ala giovanile di Fratelli d’Italia -, idee antisemite e sentimenti di orgoglio per la propria fede fascista. Il merito dell’inchiesta va a una giornalista di Fanpage sotto copertura che si è infiltrata a una riunione del movimento, e i filmati mostrano in maniera inequivocabile il filo diretto che unisce quest’ultimo all’ideologia partorita più di cento anni fa da Benito Mussolini. L’inchiesta ha portato alle dimissioni di due dirigenti del movimento, Flaminia Pace e Elisa Segnini.
Nello specifico, la Pace ha proferito frasi antisemite nei confronti della senatrice Ester Mieli, nipote di Alberto Mieli, scrittore sopravvissuto al campo di concentramento di Aushwitz, che ha raccontato, attraverso i suoi scritti, il dramma della Shoah. La Segnini ha invece rivendicato, senza alcuna vergogna, il suo considerarsi fascista e razzista. Altri presenti alla riunione hanno poi esaltato Mussolini, che portò l’Italia sotto un regime totalitario, trascinandola qualche anno più tardi in una guerra persa in partenza; e poi saluti romani accompagnati dalla frase tedesca Sieg Heil – saluto alla vittoria -, formula adottata dal regime nazista durante i raduni di massa, conditi da frasi antisemite e razziste.
Il Presidente del Senato Ignazio La Russa e il Ministro della Difesa Enrico Crosetto, entrambi esponenti di FDI, hanno entrambi preso le distanze dalle frasi e dai comportamenti adottati dai giovani del loro partito. La Meloni, dopo un lungo silenzio durato settimane, si è decisa a condannare i fatti, anche se ha fatto un appunto sulla modalità dell’inchiesta, ossia il giornalismo investigativo sotto copertura, chiedendo ai partiti politici e al Presidente della Repubblica se in Italia è consentito. Ma piuttosto che disquisire su tale domanda - la risposta è sì, nel nostro paese il giornalismo undercover è previsto -, soffermiamoci sul contenuto dell’inchiesta, o meglio, sulle sue rivelazioni.
Ebbene, non c’è nulla di scandaloso. Perché mai dovrebbe destare clamore che giovani di Gioventù Nazionale facciano il saluto romano e dicano frasi antisemite? Sarebbe uno scandalo se ciò avvenisse a un Gay Pride o a un raduno di sacerdoti cattolici, ma non in un ambiente di estrema destra. In ogni caso, La Russa e Crosetto hanno fatto bene a prendere le distanze dai gesti e dalle parole aberranti rivelati dall’inchiesta, anche se la posizione del Presidente del Senato sul fascismo storico rimane tutt’oggi ambigua.
Ciò a cui bisogna prestare attenzione è il punto focale della questione, ossia le fondamenta, la postura, l’eredità, sulle quali poggia il partito di Giorgia Meloni. Si possono cambiare visioni su un determinato fatto o argomento in base al periodo e alle vicissitudini del momento - l’adattamento è fondamentale in ogni ambito della vita umana, e lo stesso vale in campo politico - ma lo spirito da cui originano i partiti storici difficilmente può essere scalfito. Ne è una dimostrazione il rifiuto di dirsi antifascisti che accomuna gli alti dirigenti di FDI, dalla Presidente del Consiglio in carica al deputato e responsabile del partito Giovanni Donzelli. Ebbene, come ci si può dichiarare atlantisti e vicini a Israele se non si ammette, prima a sé stessi e poi agli altri, di essere antifascisti? Il fascismo fu responsabile della deportazione, e di conseguenza della morte, di decine di migliaia di ebrei italiani, e furono gli Alleati, tra cui gli Stati Uniti, a liberare l’Italia dal giogo fascista e nazista, con l’aiuto dei partigiani. Ma per capire tale posizione ambigua, è doveroso dare uno sguardo al passato.
Se si guarda alla storia familiare di Fratelli d’Italia, bisogna riconoscere che, in merito al fascismo, vennero fatti enormi passi avanti. Il riferimento è alla Svolta di Fiuggi, ovvero l’abbandono da parte del Movimento Sociale Italiano – Destra Nazionale di tutti i riferimenti ideologici del fascismo, avvenuta nel 1995 e voluta dall’allora segretario del partito Gianfranco Fini. L’MSI confluì poi in Alleanza Nazionale, fondato da Fini e di cui Fratelli d’Italia è l’erede diretto - erede quindi sia del partito, che dei valori antifascisti che porta in seno -. All’epoca ci furono alcuni esponenti del MSI che rifiutarono la Svolta di Fiuggi, tra cui uno dei suoi fondatori, Pino Rauti, che infatti mise in piedi il Movimento Sociale Fiamma Tricolore, dall’impronta fascista.
L’inchiesta di Fanpage ci rivela due plausibili ipotesi: o i giovani di Gioventù Nazionale non conoscono la storia di Fratelli d’Italia, e di conseguenza ciò che accadde nella cittadina di Fiuggi quasi trent’anni fa, o ne rifiutano i punti cardine, ovvero l’abbandono di ogni orpello collegato al fascismo. In tutti e due casi, si tratta di ignoranti che non hanno la benché minima cognizione di dove si trovano. Per gli alti dirigenti del partito menzionati sopra, che partecipano alla vita democratica del paese, rispettandone la costituzione e le leggi, rifiutare di dirsi antifascisti potrebbe forse esprimere la volontà non di essere, in cuor proprio, fascisti, ma di non rinnegare il passato del MSI. Ma è così importante saperlo? A cosa, o a chi, potrebbe beneficiare una notizia del genere? Ma andiamo avanti.
I saluti romani e l’ideologia di una superiorità razziale non saranno mai condivisi dall’élite di Fratelli d’Italia, ma che una parte dei loro elettori si rifanno agli architravi del fascismo storico è assodato. Forse - e sottolineo il forse - sono convinti che chi sta al governo non può esprimersi come vorrebbe sul fascismo - esaltandone i presunti meriti - per non rischiare di finire alla gogna, e che in fondo la Svolta di Fiuggi fu accettata dai più soltanto formalmente, per spirito di adattamento alle destre europee, democratiche e europeiste, lontane anni luce dall’ideologia antisistema portata avanti da Almirante durante gli anni precedenti. Se questa ipotesi fosse confermata, tali elettori potrebbero – il condizionale è d’obbligo - sentirsi legittimati a comportarsi come l’inchiesta ci ha rivelato. O più semplicemente vedono in Fratelli d’Italia l’unico erede del Movimento Sociale Italiano, e perciò gli risulta impensabile che possa dimenticare le proprie radici piantate nell’intolleranza e nel razzismo. E allora – questo potrebbe essere il ragionamento di parte dell’elettorato - al suo interno si possono dire aberrazioni sugli ebrei – Fanpage ha mostrato un giovane dire che gli ebrei sono una casta che lucrano sull’Olocausto – e dichiararsi fascisti, senza che nessuno fiati.
Comunque stiano le cose, la realtà la conosciamo; è sempre stata così e continuerà a esserlo, ossia che tra i ranghi e tra gli elettori dei partiti di estrema destra ci sono stati, ci sono e ci saranno, individui che credono che gli ebrei siano la causa di ogni male, che i neri siano geneticamente inferiori ai bianchi, e che Hitler e Mussolini furono i più grandi statisti del secolo breve. E’ sufficiente passare del tempo sui social network per aver chiaro quanto le persone abbiano sposato, o siano inclini a sposare, certe teorie. Eppure non vengono processati; il massimo che gli può capitare è la chiusura temporanea del profilo. In una società in cui ognuno è libero di dire e scrivere cretinate di ogni tipo, per usare un eufemismo, non è pensabile mettersi a discutere per giorni delle dichiarazioni rimandabili all’ideologia fascista fatte da un manipolo di imbecilli, per il semplice fatto che è normale succeda in un paese permissivo come il nostro.
Per concludere: il fascismo è morto nel 1945, ma vive nel cuore di alcuni che nella maggior parte dei casi non hanno idea di cosa significhi vivere sotto un regime totalitario. Bisogna preoccuparci di questo dato di fatto? Fino a un certo punto. Come detto sopra, un mondo senza ottusi e ignoranti è un’utopia. Va da sé che fino a quando si rimane nell’ambito del folklore e delle dichiarazioni la situazione può anche risultare accettabile, ma se si passa ai fatti – atti di terrorismo, ad esempio, come accadde tra gli anni sessanta e ottanta – allora è logico preoccuparsi. Per fortuna la democrazia è in salute, e oggi riuscirebbe a resistere agli urti. In ogni caso, è doveroso restare in allerta: il fascismo, si sa, è imprevedibile.
Articolo a cura di Paolo Maurizio Insolia