Il lupo e le galline... del sindaco. Una storia (vera) da Vaglia © n.c.
Ecco la disavventura capitata nei giorni scorsi al sindaco di Vaglia, Leonardo Borchi. Raccontata (in terza persona) da lui stesso sui social network:
“Non è possibile che le volpi mi facciano fuori tutti i polli, giorno dopo giorno!”. Così diceva, tra lo sconfortato ed il frustrato. Il sentimento prevalente era comunque l'impotenza. Aveva voglia ad avere un cane intorno casa. A perorare una maggiore incisività del guardiacaccia. A lasciare anche solo un'ora di aria al giorno, come ai carcerati, alle sue galline. Che potessero gustarsi un po' l'erbetta fresca e razzolare fuori dal pollaio, ben sapendo però che erano dentro fino al collo nel pericolo che lo stesso collo lo agganciassero i denti della vituperata ladrona. Anche quel giorno si era premurato di aprire il pollaio sul mezzodì, per limitare l'esposizione dei pennuti. Solo dopo il suo rientro dal lavoro: presenza in casa, uguale a controllo sui propri animali domestici. Coadiuvato si intende dalla guardia del fedele cane. Consumato religiosamente il pranzo in solitudine, assente la moglie, sfortunatamente costretta a letto da virus di stagione, piuttosto che da improbabile meningite batteria, che imperversava in quel tempo, aveva appena finito di rigovernare i piatti, godendosi contemporaneamente il paesaggio traguardando fuori dalla finestra sopra l'acquaio. ( Quale strana, inconsulta idea, sempre della compagna, di volersi dotare di lavastoviglie rumorosa, ingombrante, dispendiosa per privarsi di questo rilassante spettacolo che lo strofinare una spugnetta, double face, morbida da una parte e raschiante dall'altra, sulla superficie di una pentola, ti dà gratuitamente!). La moglie dal letto rantola: “Hahhaaachachach (riesce a mala pena ad articolare suoni cavernosi)....gallina..a....gallina...a... echk,echxt,eccth ….!) “Ho capito!.... L'ho sentito anch'io!”. Appoggia l'asciughino sul tavolo e così come si trova, indossando gli zoccoli, si accinge ad aprire la porta di casa ed a sbirciare fuori, mentre sta diluviando, per dare un occhio svogliato a quello starnazzare di gallina, probabilmente oggetto riluttante di non apprezzate attenzioni lussuriose del gallo. Tirando l'anta della porta, il cane irrompe tra le sue gambe, quasi lo travolge, e schizza fuori abbaiando a bestia...... come del resto è. “Porca …..(censurato).... cosa fa quel cane!? “(Narratore fuori campo:...... sotto la legnaia davanti a casa, ma soprattutto in mezzo alle mie galline, che vi si erano rifugiate per sfuggire alla pioggia?) “Ma di chi è quel cane. Maremma.......(ricensurato)!”. Intanto il cane indesiderato, con un salto, viene giù dalla legnaia e scappa verso il viaio, inseguito dall'altro cane. Ben più lentamente, e goffamente, impedito dagli zoccoli, l'uomo insegue cane altrui ed il proprio. Si ode una canizza bestiale e fatti pochi passi si vede venire incontro il solo cane.......di buona donna, che gli passa a tre metri di distanza e corre in direzione ostinata e contraria. …....................”Maremma maiala! ( ci sta tutta)........che cane e cane! Questo è un lupo!” Guarda di qua e guarda di là: “Dov'è il cane? “ (quello vero). E lo vede sotto il balzo, dove c'era prima l'orto, che annusa eccitato a terra. “E i polli?!”. Il gallo è più sotto, dentro il recinto del ciuco. Sembra intontito: “Come se fosse bevuto. Si è preso una bella paura”. Zampetta sotto il bossolo. “Però non sembra ferito!”. Tre galline si sono rifugiate sul tavolo sotto la loggia. Altre quattro, più intelligenti ( anche tra le galline qualcuna ha un po' più cervello) hanno guadagnato il pollaio. “Guarda qui che spagliolio!”. Nella legnaia penne e piume di gallina a go-gò. Gira e rigira intorno alla casa, per trovare la gallina che manca, con il cane che lo segue, collaborando, senza sapere a che.“Eppure quando il lupo mi è passato davanti non aveva nulla in bocca. La gallina non può essere andata lontano........Oppure.......oppure.....” “Rimaremma maiala! Erano in due: quello che ho rincorso io ed un altro che è passato fuori dalla legnaia a monte, che non potevo vedere, e che si è portato via la gallina che si è gentilmente privata delle proprie penne! E' andata così”. Accaduto oggi 27 febbraio 2016 alle ore 14,45, a casa Querce, sopra Vaglia: insomma a me, in persona personalmente. Breve storia degli ultimi anni: venti anni fa si è stabilito il lupo nel territorio di Vaglia e non se ne è più andato via. In dieci anni che mi sono inventato allevatore amatoriale, i lupi mi hanno ucciso 26 capi tra ovini e caprini. Finché un giorno ho deciso che non ero il “Lisi”, la dispensa, della situazione, a disposizione dell'appetito dei nostri soggetti ed ho rinunciato a tutto. A 100 metri dalla casa, un mese fa, quando hanno fatto la battuta di caccia al cinghiale, sono saltati fuori due esemplari di lupo, sicuramente quelli che mi hanno fatto le penne, in due mesi, a cinque polli, nonostante tutte le mie accortezze nel custodirle. Sono riusciti anche a soppiantare le volpi. Dieci anni fa quando fecero un censimento notturno, con i richiami, della consistenza numerica dei lupi, ne censirono dodici. In tutto il Comune di Vaglia, da Monte Morello a Monte Senario non ci sono meno di trenta esemplari. Forse è il caso che si cominci a pensare a limitare il numero dei lupi. Augh.
Ranieri Pieri
A me tanti lupi .... mi sembrano a "due gambe" ...... mi sbaglier.