In questi ultimi tempi si fa un gran parlare di occupazione televisiva, reti Rai monopolizzate e via di seguito. Proviamo un'analisi. Come ogni paese democratico, anche nel nostro i poteri dello Stato si esprimono in tre diversi poteri: legislativo, esecutivo e giudiziario e, se la loro indipendenza è compromessa, ne soffre la sovranità popolare, sorgente e fulcro dello Stato. Questi tre ordinamenti sono la forma della democrazia, il suo involucro legale, ma al di fuori dell'involucro ci sono altri poteri, che in certi casi possono avere la meglio su quelli statali. Prendiamo ad esempio quello economico.
Dal punto si vista formale, un grande industriale e un suo operaio sono due cittadini di uguale potere: il voto dell'uno vale il voto dell'altro. Ma la loro incidenza sull'esercizio del potere statale non è uguale, perché chi ha in mano il potere economico può trovare mille modi, senza uscire dalla legge, per influenzare secondo i suoi interessi personali oppure di gruppi di potere, che invece, per loro natura, dovrebbero mirare agli interessi collettivi.
I mezzi di informazione giocano un ruolo importante, ossia la carta stampata, radio e televisione, ma più di tutto è l'informazione televisiva a farla da padrone. Nei regimi democratici sono due le soluzioni possibili: o lo strumento informativo è in mano allo Stato, che lo mette a disposizione di tutti i cittadini, o lo strumento è in mano a chi possiede i mezzi sufficienti alla sua installazione e alla sua gestione. Sia nel primo che nel secondo caso la libertà di trasmettere informazioni è a vantaggio di chi possiede, di fatto, il potere, sia esso politico oppure economico. Il che equivale a dire che la democrazia, pur restando salve le sue regole legali, non è più democrazia.
Chi possiede le centrali audiovisive ha, dunque, nelle sue mani, oggi più di ieri, le leve di potere.
A fronte di quanto sottolineato, ogni coscienza civicamente matura deve vigilare e lottare perché non solo i tre poteri dello Stato (legislativo, esecutivo e giudiziario) ma anche il “quarto potere” sia tenuto al sicuro da ogni uso di parte, si tratti di parte politica che al momento detiene il governo, si tratti della parte economica che, in ragione della sua supremazia in regime di concorrenza capitalistica, è in grado di volgere a proprio vantaggio il diritto di libera espressione riconosciuto a ogni cittadino.