Manifestazione contro la guerra in Libia indetta dall’ANPI lo scorso 9 aprile a Borgo San Lorenzo. Manifestazione su cui abbiamo già pubblicato un flashi il giorno stesso. Ma un nostro colleboratore, Giacomo Fontani, era tra i ragazzi e ha parlato con loro. Ecco l'articolo che ha scritto:
Il ritrovo presso il piazzale del liceo Giotto Ulivi ha raccolto il gruppo di manifestanti, variegato quanto a età, etnia e cultura politica. Il corteo si è poi spostato verso il centro di Borgo, fino a raggiungere piazza Dante dove è stata data pubblica lettura del documento di piattaforma della manifestazione.
Accanto agli esponenti del pacifismo locale, nutrita è stata la delegazione di Rifondazione Comunista, e di altre componenti della sinistra radicale. La testa del corteo era guidata dallo striscione dell’ANPI, e dai giovani che ormai animano questa associazione.
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Ad esempio Niccolò, giovanissimo studente del Giotto Ulivi, sottolinea l’importanza di avere una posizione propria riguardo alla guerra in Libia, lontana da quelle opinioni preconfezionate disponibili al supermercato televisivo: «L’unico intervento ammissibile in Libia sarebbe stato un intervento di pace e di aiuto umanitario. La guerra giusta è un’invenzione, piuttosto chiediamoci quali siano gli interessi economici di fondo ad aver motivato ora un intervento militare, per risolvere una situazione che è critica ormai da decenni».
O ancora Francesco, giovane attivo nell’ambito dell’associazionismo mugellano, chiede di non cadere nel ricatto del “o per la guerra, o per Gheddafi”: «Non è chiaro quello che sta succedendo in Libia, non si capisce quali siano gli interessi che muovono gli Stati a partecipare al conflitto, né chi siano i ribelli, e dunque i veri rappresentanti dell’opposizione a Gheddafi. Un po’di chiarezza, almeno nell’informazione, aiuterebbe a comprendere questa situazione, che altrimenti sempre più somiglia a una guerra imperialista».
I giovani mugellani si oppongono all’ingerenza militare delle potenze mediterranee sulla questione libica. Ed è la via diplomatica e politica ad avere unicamente la legittimità di una reale azione ai fini di liberare i libici da una dittatura lunga quarant’anni. Una posizione assolutamente intergenerazionale, sostenuta infatti anche da una figura storica della resistenza mugellana come … , presidente dell’ANPI di Borgo: «anche noi eravamo ‘i ribelli’ - dichiara a Ok!Mugello - e ora non possiamo che sostenere i libici che vengono chiamati allo stesso modo. Per quanto riguarda l’azione del governo italiano, sosteniamo una soluzione diplomatica alla questione, soluzione che però porti all’allontanamento di Gheddafi, e non a uno di quei tanti sotterfugi che in passato hanno solo fatto finta di risolvere situazioni di forte crisi». … insiste sul fatto che chi ha visto la guerra da vicino, come i partigiani, non può non essere cosciente di cosa significhino le bombe, anche se pretese “intelligenti”. Quelle bombe del “fuoco amico” che oggi uccidono anche i ribelli libici, e che nel ’44 distrussero gran parte dell’abitato di Borgo San Lorenzo.