L’incendio che nei giorni scorsi ha interessato la zona di Poggio del Tiglio, nell’Appennino tosco-romagnolo, continua a sollevare domande e preoccupazioni tra i cittadini del Mugello. Nonostante l’inverno, con abbondanti nevicate e piogge, le fiamme si sono propagate in una zona impervia, nei pressi della Colla, proprio dove è prevista l’installazione dell’ultima turbina dell’impianto eolico industriale Giogo Villore.
Molti lettori si interrogano sulla natura di un incendio in una stagione solitamente caratterizzata da un elevato tasso di umidità, e sospetti emergono sulla coincidenza della localizzazione. L'area è oggetto di interventi urbanistici e progetti di grande impatto, tra cui il controverso parco eolico. Questo fa ipotizzare che possano esserci interessi economici e speculativi dietro al rogo.
Secondo gli esperti, condizioni particolari di vento e secchezza del suolo possono effettivamente innescare incendi anche in inverno, ma la tempistica e il luogo dell’accaduto alimentano dubbi. Non è sfuggito a molti che, in caso di incendio estivo alimentato da una turbina eolica, le fiamme si propagherebbero con una velocità difficile da contenere, mettendo a rischio centinaia di ettari di bosco. Questo scenario, che oggi appare ipotetico, potrebbe trasformarsi in una tragedia ambientale concreta.
Alcuni sostengono che dietro gli incendi boschivi vi siano logiche economiche legate ai fondi regionali per il ripristino delle aree bruciate o alla vendita della legna come cippato. Se a ciò si aggiunge la prospettiva di utilizzare tali aree per progetti industriali come gli impianti eolici, il quadro si fa ancora più complesso e inquietante.
A gettare benzina sul fuoco, è il caso di dirlo, sono state anche recenti dichiarazioni di esponenti di Associazioni Ambientaliste secondo cui località come Villore sarebbero disabitate e abbandonate. Tali affermazioni, che suonano come una legittimazione implicita agli interventi industriali, sono state duramente contestate dai residenti. «Villore è abitata, e noi non intendiamo abbandonare il territorio alle speculazioni e all’indifferenza delle istituzioni», hanno ribattuto con fermezza alcuni cittadini.
Il Mugello, con i suoi crinali verdi e la sua storia, si trova a un bivio tra sviluppo e tutela del territorio. Gli incendi come quello di Poggio del Tiglio, oltre a rappresentare un rischio immediato per l’ambiente, sono visti da molti come segnali di un pericolo più profondo. La presenza di grandi opere, si sa, può attrarre interessi poco trasparenti, e trascurare questi segnali sarebbe un errore grave, come sottolineano i critici del progetto eolico.
Le polemiche sono destinate a proseguire, ma ciò che appare evidente è la richiesta di maggiore trasparenza e vigilanza da parte delle istituzioni. La Regione Toscana e il presidente Eugenio Giani sono chiamati a rispondere alle domande dei cittadini e a dimostrare che la gestione del territorio non sarà lasciata nelle mani di speculatori o, peggio, di chi agisce nell’illegalità.
Mentre l’attenzione resta alta, i cittadini del Mugello chiedono che questi episodi non siano liquidati come eventi isolati, ma diventino spunto per un serio confronto sul futuro dei loro territori, affinché restino un patrimonio per le generazioni future.
Daniele Di Stasi
Dico soltanto: povero Appennino, poveri boschi… Alla faccia del Green. Di verde ne vedremo ben poco fra qualche anno. Percorro questi boschi quasi ogni settimana è la maggior parte degli alberi sono già secchi. Ci aspetta un mondo arido e gestito malamente.