C'è malumore in città, soprattutto negli elettori del Pd dopo la candidatura calata dalle segreterie di Sara Funaro (articolo qui) attuale assessore al sociale e alla scuola del comune di Firenze.
C'è malumore e non solo in quei 2697 fiorentini che nel 2019 hanno messo la crocetta sul suo nome come preferita. C'è malumore perché la frattura maturata a marzo scorso con la defenestazione di Del Re prima super assessora e poi rea di aver espresso un'opinione (banale) sul tema tramvia dalle preferenze nardelliane. Cecilia Del re che solo un mese fa ha riunito al Tuscany Hall oltre 1500 fiorentini non ci sta e così replica.
Cecilia Del Re da buon conoscitrice della materia in quanto avvocato così come il padre e la sorella ha deciso di portare la vicenda in ambito giudiziario e si starebbe muovendo su due fronti.
Il primo fronte, il più importante è il possibile ricorso al Tribunale amministrativo regionale (insieme ad alcuni segretari di circolo) contro le decisioni assunte dai vertici del Partito democratico in questi mesi e durante le consultazioni dei 250 delegati.
L’ex super assessora glissa ma dichiara che "come abbiamo detto più volte sono state fatte molte irregolarità per la furia e per le forzature che si sono volute fare, alcuni segretari di circolo hanno allora richiesto gli atti che ancora non ci sono stati forniti".
Il secondo fronte di carte bollate è invece più personale e su questo c'è la conferma della diretta interessata: "Mi sono giunte notizie riguardo ad affermazioni fatte – in più di una occasione – da una dirigente del Pd locale ad iscritte e a membri dell’assemblea contro la mia persona per convincere a votare contro le primarie; ho dato mandato ad un legale di agire in giudizio in sede civile (non querela quindi) a tutela della mia persona e dei miei diritti.
Quando si travalica la politica ed ogni limite di tollerabilità, la discussione non può che finire sul piano giudiziario. Ovviamente, ogni risarcimento sarà devoluto in beneficenza, e chiederò venga devoluto alla scuola di formazione politica “Alessia Ballini” per giovani amministratori promossa da Anci Toscana".
Intanto, ha comunicato il suo pensiero in questo comunicato stampa.
Il Partito democratico fiorentino ha rinnegato un suo principio fondativo, dopo aver due anni fa dimezzato i numeri dei membri dell’assemblea ed essere arrivati al voto dell'altro ieri dopo forzature di ogni tipo.
Ci stanno guardando un po’ da tutta Italia, perché la posta in gioco non è solo Firenze, ma è l’identità del PD.
Paolo Mieli, a Radio24, ieri mattina ha definito una “vergogna” ciò che è stato deciso a Firenze, e il suo sdegno è stato preceduto e accompagnato da molti altri dissensi, in primis da quelli del popolo delle primarie.
Che in città è maggioranza, perché i cittadini e le cittadine vogliono scegliere, partecipare.
Bastava che la candidata investita si fosse messa a disposizione per scrivere una pagina democratica di partecipazione, ed anche per una pagina femminista, che da questa storia esce indebolita”.
Così Cecilia Del Re, esponente del Partito democratico di Firenze all’indomani dell’Assemblea cittadina.
“Questa spaccatura racconta di due diverse visioni di partito - prosegue Del Re -: uno aperto, plurale e pronto a fare della partecipazione il valore fondante. L’altro teso a proteggere le proprie posizioni e interessi.
Lontano dai cittadini, come ha detto anche Graziano Cioni, che di cittadini e consenso popolare dal basso se ne intendeva.
Così non è stato, e anche ogni dialogo per la vera unità del partito è sempre stata frustrata.
È stato frustrato ogni ascolto di questa voce, e di quella dei 1500 cittadini, associazioni e movimenti che una sera di metà novembre hanno deciso di andare ad ascoltare cosa avevano da dire degli esponenti del PD.
La spaccatura che oggi vediamo non è solo nei numeri dell’assemblea, rischia di essere ben più profonda nella comunità politica che vede nel Pd un punto di riferimento, e si sente spaesata come dai tanti messaggi che mi stanno arrivando”
“Ringrazio tutta la comunità del PD che ha fatto questa battaglia con me in questo periodo – conclude Del Re -, con il coraggio di mettersi contro chi governa il partito ed era additato come eretico solo perché la pensava diversamente e solo perché chiedeva di far partecipare i cittadini, come da quando il PD è nato.
Va da sé che ci sono anche visioni diverse di città.
Funaro punta sulla continuità, noi chiediamo quelle innovazioni discontinue che partono dal basso e che abbiamo contribuito a raccontare lo scorso 15 novembre: ma anche lì nessuno ha ascoltato, e l’attenzione è andata su altri aspetti.
Una candidata senza programma e con un voto spaccato non è una bella partenza.
Ma è frutto delle forzature di tempi, prove muscolari e mancanze di dialogo di un partito teso a guardare molto su stesso, e poco a quello che c’è fuori”