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Italia Nostra attacca (ancora) il comune di Firenze sul progetto tramvia

Paolo Celebre della sezione fiorentina scrive: "frottole di Palazzo e catastrofe mobilità"

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La tramvia La tramvia © Met
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Riportiamo integralmente di seguito il testo pubblicato dalla sezione fiorentina di Italia Nostra. 

Stando al sito del Comune Firenze Tramvia i progetti dei prolungamenti della Linea 3 per Bagno a Ripoli e per Rovezzano, approvati nel 2009, sarebbero stati sottoposti a procedura di V.I.A. https://www.firenzetramvia.it/tramvia-domani Ma ciò non corrisponde al vero.

Per quei prolungamenti una semplice Determina Dirigenziale della Direzione Ambiente (la 09657 del 30/09/2009) in sede di istruttoria escluse la procedura di V.I.A.
Nell’autunno del 2019 il progetto definitivo, presentando modifiche sostanziali rispetto al preliminare (nuovo ponte sull’Arno, variazioni di tracciato, prolungamento nel Comune di Bagno a Ripoli) fu sottoposto a nuovo procedimento di verifica ambientale che si concluse, ancora una volta, con la sua esclusione dalla procedura di V.I.A. (delibera di Giunta 394/2020).

Il Comune di Firenze e Tram Firenze s.p.a. conoscono bene la vicenda essendo stati destinatari del ricorso (curato da uno studio legale di Roma) presentato al T.A.R. nel 2021 dal consigliere Mario Razzanelli, contro quella delibera.
Il ricorso era motivato da un lungo elenco di presunte violazioni giuridiche: incompetenza assoluta del Comune a svolgere quel procedimento, illegittimità dell’art. 45 bis 2 della l.r. Toscana 10/2010 confliggente con la normativa europea, mancata indipendenza tra autorità competente e autorità procedente, carenze di istruttoria, ecc. Tanto che il T.A.R. respinse quel ricorso non per il merito, ma per un vizio formale circa la residenza del ricorrente.

La cosa andò avanti fino all’estate scorsa quando il Consiglio di Stato respinse gli ulteriori appelli del ricorrente.

Più in generale da tempo la legislazione italiana è presa di mira da quella europea per l’impropria interpretazione e la scarsa distinzione tra verifica di assoggettabilità a V.I.A. (contenuta all’interno della V.A.S. - Valutazione Ambientale Strategica) e la procedura di V.I.A. vera e propria. Gli effetti di ciò li scontiamo quotidianamente.

Recentemente il giornalista Paolo Ermini, ex direttore del Corriere Fiorentino commentava così su Facebook il caos del traffico provocato nell’ultimo mese da cantieri e prove dei tram: “Qualcuno dovrebbe rispondere di un disastro storico: distrutte quasi tutte le (poche) grandi strade urbane; stravolti tutti gli equilibri urbanistici ed estetici della Firenze ottocentesca; abbattute centinaia di piante ad alto fusto; violentata piazza Stazione, e non solo, da una foresta fitta di lugubri pali di ghisa.
In compenso molte zone saranno sempre escluse dall‘uso dei trenini, che non formano una rete, ma solo alcune rette.
Sono il primo a riconoscere che il dado ormai è tratto. Ma almeno era doverosa una pausa di riflessione su possibili miglioramenti del progetto-tramvie (ormai stravecchio) grazie allo sviluppo tecnologico. In ogni caso nessuno mi potrà impedire di dire la mia , anche aspramente, contro chi ha deciso di affossare la nostra città. Con la tramvia, e non solo…”

Non c’è molto da aggiungere a questa sintesi. Forse è anche per questo se, secondo la classifica del Sole 24 Ore sulla qualità della vita nelle città e nelle province italiane, Firenze risulta al posto numero 36 su 107, con una perdita di 30 posizioni sull’anno scorso, quando era sesta.

Rimandando per un approfondimento ad un precedente articolo sulla mobilità fiorentina: https://italianostrafirenze.wordpress.com/2024/11/26/resa-dei-conti-per-la-mobilita-fiorentina/  aggiungiamo che quanto si verifica quotidianamente sulle strade di Firenze era stato scritto cinque anni fa nell’osservazione presentata da Italia Nostra nell’ambito della Procedura di verifica di assoggettabilità a V.I.A della Linea 3.2.1. che entrava nel merito dello Studio preliminare ambientale del progetto : “Senza contare che non è stato considerato quale effetto sulla congestione della rete secondaria verrà prodotto dall’apposizione dei semafori asserviti alla tramvia (con conseguente allungamento dei tempi di attesa per gli spostamenti) né quale quota di veicoli commerciali e soprattutto di veicoli pesanti si riverserà sui quartieri residenziali.

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