Italiani bloccati all’estero: quali soluzioni?
Basta una facile ricerca online per scoprire che ci sono ancora migliaia di italiani bloccati all’estero, che non riescono a fare rientro in patria. Fra i nostri connazionali sorpresi dai lockdown che si sono succeduti in rapida successione togliendo loro la possibilità di far rientro a casa vi sono gruppi numerosi o persone in viaggio singolarmente, studenti, lavoratori o semplici turisti, alcuni dei quali senza più mezzi di sostentamento né un posto dove poter soggiornare in attesa del rientro in Italia.
Voli e treni annullati, aeroporti chiusi, difficoltà a contattare ambasciate e consolati, confusione totale delle informazioni e spesso nessuna riposta dagli organi competenti. C’è chi è relativamente fortunato e può alloggiare presso parenti o amici, ma chi era in hotel e non può permettersi di restarvi, o alloggiava in strutture che sono state chiuse? Chi lavorava ed è stato licenziato, chi svolgeva un lavoro in nero o con contratti a chiamata o in scadenza per realtà che sono ferme causa lockdown?
Ci sono persone che si stanno indebitando per sopravvivere e altre che non hanno modo di farlo e si trovano abbandonate a sé stesse senza sapere come tirare avanti. In ogni caso, nonostante i gravi problemi che il nostro Paese e il Governo stanno affrontando in questo momento a causa della pandemia, quello degli italiani bloccati all’estero non può e non deve essere sottovalutato: queste persone attendono risposte, ne hanno diritto in quanto cittadini del nostro Paese, e spesso non trovano che una segreteria telefonica.
A seguire la lettera di una nostra concittadina ci che racconta la sua esperienza da Buenos Aires, dove è rimasta, appunto, bloccata.
Mi chiamo M.V. e sono una cittadina italo-argentina residente in Mugello ma bloccata attualmente a Buenos Aires. Vi scrivo per raccontarvi come ho vissuto le ultime settimane e per denunciare l’indifferenza dell’Ambasciata italiana di fronte alla situazione dei concittadini fermi in questa città a causa del Coronavirus.
Sono arrivata da Firenze a Buenos Aires con uno scalo a Madrid il giorno 29 di febbraio con un volo della compagnia spagnola Iberia. Scopo del mio viaggio era andare a trovare mio padre che non vedevo da tempo. Sono entrata nel Paese col mio passaporto italiano e, come richiesto dal Servizio immigrazione, ho dichiarato i recapiti dell’abitazione dove avrei soggiornato, ovvero quelli di casa di mio padre.
Il mio viaggio di ritorno in Italia era previsto per il giorno 15 di marzo, ma il 10 dello stesso mese Iberia mi informa della cancellazione del mio volo. Mi reco di urgenza agli uffici della compagnia aerea e dopo una lunga attesa e mille peripezie riesco a modificare il biglietto per il giorno 17 aprile. Lo stesso giorno decido di contattare l’Ambasciata italiana a Buenos Aires e anche il Consolato per informare della mia presenza in Argentina, salvo scoprire con stupore che non è possibile parlare con anima viva ma soltanto con una segreteria telefonica che in modo incessante consiglia di contattare altri numeri ai quali non risponde nessuno.
Il giorno 20 di marzo è stata decretata la quarantena in Argentina e non è stato più possibile uscire di casa se non per motivi di urgenza o sopravvivenza.
Il 21 di marzo Iberia mi informa della cancellazione del volo prenotato e, di nuovo, riusciamo a prenotare un volo per il 2 di maggio. Non solo provo di nuovo a contattare Ambasciata e Consolato ma provo ad iscrivermi – senza successo – al portale ‘Dove siamo nel mondo’ del Ministero degli Esteri. Nella spasmodica ricerca d’informazione scopro che il giorno 23 di marzo sarebbero partiti due voli speciali da Buenos Aires a Roma della compagnia Neos Air per i quali non era consentita la prenotazione online. Sembravano infatti due voli gestiti e organizzati dallo Stato italiano che però non si è premurato di fare un rilievo dei cittadini italiani bloccati in Argentina.
Il giorno 14 di aprile scopro che di nuovo il mio volo è stato cancellato, e riprovo, ormai senza speranze, a contattare per l'ennesima volta l’Ambasciata e il Consolato, dai quali ottengo ancora il messaggio delle segreterie telefoniche. Sul sito web, però, è adesso presente un form di google – piuttosto casalingo – nel quale è possibile segnalare la nostra presenza sul territorio e i nostri recapiti. Dopo la compilazione di tale form non ho ricevuto alcun messaggio da parte delle autorità italiane in Argentina.
Tramite i social trovo diverse testimonianze di connazionali che non hanno, come me, la fortuna di poter soggiornare presso un parente o un amico e che si vedono costretti ad affrontare da soli i costi economici e sanitari dell’essere bloccati in un paese estero senza sapere quando sarà possibile rientrare a casa e completamente abbandonati dalle autorità italiane.
A cosa dovrebbe servire l’Ambasciata se non a proteggere ed assistere gli italiani in difficoltà che si trovano all’estero?
Sono conscia della situazione che l’Italia sta affrontando in questo momento e nessuno pretende delle soluzioni magiche, ma chiedo all’Ambasciatore Giuseppe Manzo di fornire delle risposte e dell’assistenza ai concittadini che ad oggi sono stati abbandonati. Uno stato democratico è uno stato presente.
Cordiali saluti
MV


