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Vicenda Kata. Il cerchio dei sospetti si stringe

Nel mirino dopo i test del Dna alcuni occupanti o ex occupanti.

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Kata Kata © n.c.
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Dopo il prudente comunicato dei Carabinieri di ieri la sensazione è che qualcosa è cambiato.
Il cerchio si stringe intorno a chi ha preso Kata, la bambina peruviana che viveva in quella bomba sociale che era l'ex hotel Astor di Fireze.
E si stringe grazie alle comparazioni del Dna che potrebbero incastrarlo. La speranza è di fermarlo prima che fugga magari in Romania o Perù (paesi di provenineza degli ex occpuanti).

I residenti dell’ex albergo occupato sono stati censiti tutti e la nota dei Carabinieri "gli accertamenti sul dna degli occupanti rientrano nelle normali attività investigative specifiche per le ricerche di persone scomparse"  pare sottolineare la volontà di chi indaga di cristallizzare l'eventuale presenza di soggetti estranei agli occupanti rispetto ai reperti acquisiti durante i sopralluoghi e pare siano diversi gli adulti sottoposti al prelievo deciso dal sostituto procuratore Christine Von Borries.

Qualcosa si sta muovendo? Gli elementi d'indagine stringono il cerchio intorno a uno o più sospetti?
Difficile dirlo ma gli esami specifici, il ritmo degli inquirenti potrebbe far capire che siao vicini a qualcosa o forte è la paura che qualcuno possa fuggire.

Ad oggi sono tante le testimonianze, le auto e targhe attenzionate, le persone monitorate con attenzione, molti i testimoni, fra l'altro ex occupanti, e migliaia le ore di immagini da visionare delle telecamere di videosorveglianza, ma forse la svolta arriverà dai moderni metodi e sappiamo che spesso il Dna "parla".

 

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