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Caso Kata, perizia negativa sugli oggetti: nessuna traccia di DNA dei familiari nella stanza

Le analisi richieste dalla procura hanno trovato la presenza di materiale biologico di altre persone. Si cercherà di capire a chi appartengono.

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Kata Kata © OkNews24
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Dopooltre un anno dalla sparizione dall'ex hotel occupato Astor della piccola Kata e presumibilmente portata via dall'uscita di via Monteverdi e di cui non abbiamo avuto più alcuna notizia continuano le ricerche.

E, se le piste sono sempre quelle del traffico di droga, del racket delle stanze, dello scambio di persona e degli abusi a sfondo sessuale, come riporta il quotidiano La Nazione, le ricerche continuano anche analizzando gli oggetti presenti sul luogo della scomparsa, come peluche, secchio e mocio presenti nelle stanza 205 dell'ex Astor, su richiesta della procura. 

Dalla relazione tecnica sugli esiti delle indagini da laboratorio del genetista Ugo Ricci, ne è emerso che sugli oggetti in questione c'erano tracce biologiche di tante persone meno che dei familiari di Kata e della piccola. 

I profili genetici determinati dai campioni effettuati hanno evidenziato “misture complesse riconducibili a più soggetti donatori” ma non a Kata e familiari. 

Una scoperta che mette in discussione un filone dell'inchiesta ma permette ai pm Christine Von Borries e Giuseppe Ledda di aprirne un altro, cercando di stabilire a chi appartengono le tracce di dna in questione e capire il possibile loro intreccio nella storia.

Nella sua relazione Ricci spiega di aver esaminato il materiale presente sul fondo del secchio rinvenuto con mocio e peluche. Campioni tutti risultati “negativi”, forse anche a causa dell'utilizzo di “un tensioattivo contenete candeggina”, che potrebbe aver degradato il dna presente sugli oggetti. 

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