La grande rivalutazione dell’arte della ceramica dei Chini, sia in campo nazionale che mondiale, fa sì che alcuni aspetti inferiori, anche per il luogo dove certe opere d’arte sono collocate (in questo caso nei cimiteri municipali di Scarperia e San Piero a Sieve), divengono motivi di interessi culturali, artistici e ovviamente storici e sociali, come del resto abbiamo letto alcuni giorni orsono su un quotidiano.
Di quello che andiamo a raccontare lo scrivemmo quindici anni orsono e lo riproponiamo nel tentativo di sollecitare le autorità preposte per un intervento mirato alla salvaguardia di queste opere d’arte, e per essere vicini a coloro che hanno segnalato questo degrado.
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Ebbene, se il cimitero della Misericordia di Borgo San Lorenzo, dove sono sepolti molti dei componenti della famiglia Chini fra cui Lino, Pio, Augusto, Mario, Elio, Chino, Dino, Siro, etc, etc, è tappa obbligata per l’itinerario liberty (la cappella splendidamente decorata ed ornata di Galileo Chini e della sua famiglia, come è noto, si trova nel cimitero monumentale dell’Antella), anche San Piero a Sieve e Scarperia, come sopra citato, ospitano – per modo di dire – due loculi in terra, quasi similari fra loro, ma con due storie opposte, magnificamente scolpiti e decorati nello stesso anno (1910), senza ombra di dubbio dalle mani di Chino, direttore tecnico e Galileo direttore artistico delle omonime Manifatture Chini “San Lorenzo” a Borgo San Lorenzo, già operanti dal 1906 quando Chino e Galileo lasciarono l’Arte della Ceramica di Firenze per ritornare nel paese natio e fondare la loro manifattura.
Nell’opera “L’ultimo Mugello – 1900/1920”, nell’ anno 1910 è riportata la notizia della morte quasi improvvisa a Scarperia di Leto Chini, uno dei più felici e fecondi artisti della seconda generazione di questa famiglia, autore di numerose opere d’arte e non di meno di restauri e decori, con ornati ed affreschi, di Ville, Palazzi e Chiese (fra i diversi ecco Il Trebbio e Cafaggiolo dei principi Borghese, le Maschere dei marchesi Gerini, Rimorelli dei conti Pecori Giraldi, la villa Le Fonte dei Maganzi Baldini, Le Pergole dei Romanelli, Votanidi dei Martini Bernardi, il palazzo dè Vicari di Scarperia, la Podesteria, i palazzetti Cappelli e Mazzocchi di Borgo San Lorenzo, etc,etc); insomma uno dei grande dell’arte della pittura decorativa, degli affreschi e della ceramica.
La curiosità ci spinse ad andare a Scarperia a visionare nel cimitero il loculo di Leto Chini, che si trova a sinistra dopo l’entrata nella parte più nobile e vecchia, sinceramente dobbiamo dire che è un’opera d’arte: i suoi nipoti, Galileo e Chino spalmarono delle Fornaci San Lorenzo, in onore del loro amato zio un piccolo capolavoro. Sono passati cento anni e, a parte qualche piccolo atto vandalico (sono stati asportati i pomelli sopra le colonnine di contorno), la ceramica con l’austera figura del Cristo morto, nonostante il tempo e l’intemperie, è quasi intatta, perfetta, leggibile, nitida, ma ovviamente bisognosa di un recupero e di un restauro.
Lasciamo Scarperia per andare a San Piero a Sieve, per raccontare la seconda semplice storia di un loculo “chiniano” anch’esso a sinistra dopo l’ingresso del cimitero, uguale al primo, quello di Giulia Cavicchi, infelice ragazza morta a soli 24 anni, nel 1910. La storia è triste e, dopo cento anni, è ancora ricordata in paese dagli anziani e dal alcuni lontani parenti viventi sanpierini, compreso la cognata dello scrivente di questo servizio. La ragazza pose miseramente fine alla sua giovane esistenza impiccandosi ad una trave della Villa di Schifanoia, residenza all’epoca della nobil famiglia De Cambray Digny, dove era a servizio come domestica. Si racconta che Giulia si era innamorata pazzamente di un giovane di Firenze che prestava servizio nella chiesa sanpierina; era corrisposta dal giovane, ma quando lui se ne tornò a Firenze, la ragazza, forse presa dallo sconforto, pose fine ai suoi giorni. Facile immagine l’atmosfera che aleggiò per tanti anni nel piccolo paese mugellano e la contessa Marianna de Cambray Digny che voleva un grande bene a Giulia, volle che il suo loculo fosse più bello degli altri e lo commissionò alle Fornaci Chini San Lorenzo. Si dice il destino - basta andare a visionarli - i due loculi sembrano uguali, sia quello di Leto Chini a Scarperia sia quello dell’infelice Giulia a San Piero a Sieve. Un semplice connubio fra arte e storia, minuta forse, ma pur sempre affascinante per la storiografia locale; una incredibile analogia! Terminiamo con un appello alle due amministrazioni comunali perché salvaguardino due così pregevoli opere d’arte; sarà anche un doveroso rispetto verso questi due personaggi, distanti l’uno dall’altra per censo e socialità, ma pur sempre vicini nel lungo arco della vita e della storia del nostro Mugello.
Aldo Giovannini
Foto 1 (in alto): Il loculo di Leto Chini nel cimitero municipale di Scarperia
Foto 2 (qui sopra): Il loculo di Giulia Cavicchi nel cimitero municipale di San Piero a Sieve.