Il Consiglio regionale della Toscana ha approvato una nuova legge che regola i servizi offerti dalle farmacie, con il sostegno di Partito Democratico, Italia Viva, Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia e Gruppo Misto Merito e Lealtà, mentre il Movimento 5 Stelle si è astenuto. La legge aggiorna la normativa regionale del 2000 per allinearla al decreto legislativo 153 del 2009, che introduceva il concetto di “farmacia dei servizi”. Le farmacie toscane già forniscono prestazioni sanitarie come diagnostica e servizi cognitivi, e durante la pandemia sono state utilizzate per vaccinazioni e tamponi.
La proposta di legge si concentra su tre aspetti principali: la tipologia dei servizi sanitari erogabili, le caratteristiche dei locali, che devono garantire riservatezza e separazione dagli altri spazi, e la responsabilità dei farmacisti, che sono tenuti a mantenere e tarare correttamente le apparecchiature utilizzate. Inoltre, si stabilisce che le farmacie non possano utilizzare strutture esterne, salvo in casi eccezionali autorizzati.
Durante il dibattito in Aula, la capogruppo del Movimento 5 Stelle, Irene Galletti, ha ribadito il suo sostegno prioritario alla sanità pubblica, mentre Diego Petrucci (Fratelli d’Italia) ha criticato la legge come insufficiente, lamentando il ritardo nell’adozione di un modello di “farmacia dei servizi” che in Europa è già affermato. Anche Andrea Vannucci (Pd) ha sottolineato che il vero problema non risiede nei luoghi in cui vengono erogati i servizi, ma nella mancanza di professionisti qualificati nelle aree periferiche.
Il dibattito ha visto divergenze anche sulle risorse sanitarie, con Fratelli d’Italia che ha evidenziato il sostegno finanziario del Governo Meloni per il 2024, stimato tra 3 e 3,4 miliardi di euro. Tuttavia, per il Pd, rappresentato da Marco Niccolai, tali fondi sono stati considerati insufficienti rispetto alle richieste avanzate anche da regioni governate dal centrodestra.
La legge rappresenta un passo in avanti verso una maggiore integrazione dei servizi sanitari offerti dalle farmacie, ma evidenzia anche le sfide che il sistema sanitario pubblico italiano deve affrontare per garantire un accesso equo e diffuso ai servizi di assistenza sul territorio.