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Lungarno Ferrucci, l’albericidio lento e sadico. Ecco come si uccidono gli alberi col catrame - FOTO

A Firenze gli alberi non si abbattono più: si torturano. Con precisione chirurgica e sadismo istituzionale. E' la nuova strategia dell’amministrazione?

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L'intervento dei Vigili del Fuoco L'intervento dei Vigili del Fuoco © facebook
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Quando sei un sicario puoi scegliere come uccidere. Lo puoi fare con un colpo secco, rapido, quasi indolore. Oppure puoi scegliere la via più sadica: lenta, consapevole, inesorabile.
Ecco: quest’ultima è la strategia scelta dall’amministrazione fiorentina per sterminare gli alberi di un’altra porzione di lungarno.
Dopo aver optato per il killeraggio diretto su lungarno Colombo, adesso tocca alla riva opposta dell’Arno: lungarno Ferrucci, dove si è scelto un approccio più raffinato, più perverso.

Usiamo un paradosso – volutamente forte – per descrivere ciò che è accaduto oggi: l’inizio dell’irreparabile.
Gli alberi, incatramati da lavori assassini compiuti quasi un mese fa da solerti operai di Publiacqua, stanno cedendo. Uno a uno. Lentamente.

Nel frattempo, ci siamo sorbiti giorni di nauseabondi rimpalli di responsabilità tra Comune e municipalizzate, in un teatrino surreale dove nessuno – ovviamente – si è preso la briga di dire: “La colpa è mia, rimedio subito”.
Il tempo è passato. Le temperature hanno superato i 40 gradi. I cittadini hanno implorato un intervento urgente. Invano.

Nel consiglio comunale, abbiamo persino assistito all’imbarazzo balbettante della vicesindaca, colpita da un eritema. Cosa ci ha detto? Che stavano “aspettando un’ordinanza”. Come se l’ordinanza dovesse calare dal cielo e non potesse firmarla proprio lei. In somma urgenza peraltro.

E così, oggi pomeriggio, l’irreparabile.
Dopo oltre venti giorni dall'incatramamento, nonostante la promessa che i lavori di salvataggio sarebbero stati eseguiti fra il 7 e il 20 luglio, ecco il cedimento: un platano ha perso tre grossi rami, richiedendo l'intervento dei Vigili del Fuoco per la chiusura della strada e potatura d’urgenza.

“Un disastro annunciato”, ha dichiarato il consigliere comunale Massimo Sabatini, accorso subito sul posto. È lui l’autore del question time che chiedeva chiarimenti – mai arrivati – alla vicesindaca.

L’ennesima vicenda imbarazzante, figlia di una catena tragicomica di errori, pressapochismo, zero pianificazione e controlli inesistenti. Il tutto condito da lungaggini esasperanti e costi aggiuntivi che – sorpresa – pagheranno sempre i soliti: i cittadini.

Ma forse – a voler essere maliziosi – è tutta una strategia per evitare le solite, noiose lamentele dei fiorentini che si ostinano a volere alberi, ombra e ossigeno.
Con la tecnica del sicario sadico, gli alberi muoiono in silenzio. Niente motoseghe, niente proteste.
Tutto liscio.
Maledetti fiorentini, mai contenti.

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