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Manca poco all'atteso Scoppio del Carro di Rufina: ma la storia la conoscete?

A Rufina torna il tradizionale "Scoppio del Carro"

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Scoppio del Carro Scoppio del Carro © Comune di Rufina
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Come da tradizione, alla mezzanotte del sabato di Pasqua, nella piazza principale di Rufina davanti alla chiesa San Martino, la notte si colorerà dei colori dei fuochi d’artificio esplosi dalla famosa Berta. Il rituale dello scoppio del carro ha inizio con un razzo camuffato da colombina che, percorrendo un cavo dalla sommità della chiesa al carro, incendia la miccia che innesca le luci e i fuochi d’artificio contenuti nel carro.

"Per celebrare l’arrivo della Pasqua - dichiara il sindaco di Rufina Vito Maida - invito tutti a venire in piazza per aspettare la partenza di questo particolare “carro” e ammirare il suo perfetto funzionamento, che in passato significava un’annata di buon raccolto. Attualmente invece lo Scoppio del Carro è un bellissimo spettacolo di fuochi e colori che illumina la notte del sabato santo e i primi minuti del giorno di Pasqua. Ai volontari dell’associazione dello scoppio del carro, capitanati dal presidente Giustini un grazie di cuore a nome di tutta la comunità."

"L’amministrazione comunale - annuncia Maida - continuerà a finanziare totalmente la realizzazione di questa splendida opera d’arte, per non disperdere le nostre tradizioni”.

La Storia

La tradizione nasce negli anni trenta del novecento, quando alcuni cittadini rufinesi il giorno precedente la Pasqua inventarono lo scoppio di un marchingegno rudimentale chiamato Berta, come l’attrezzo che i gabbri usavano per schiacciare le barre di metallo incandescente. Issata sugli alberi della piazza, la Berta veniva fatta cadere su dei petardi ricavati dalle capsule dei fiaschi di vino sistemati a terra, provocando scoppi fragorosi udibili in tutto il paese. Dopo l’interruzione per la seconda guerra mondiale, la Berta tornò diventando ufficialmente lo scoppio del carro perchè si trasformò in un involucro contenente petardi, sistemato su un carro da buoi a due ruote, decorato con frasche e foglie d’alloro. Con gli anni, il rituale si è arricchito ma non ha perso lo spirito originale.

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