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Manifesti Pro Vita: scontro politico in Palazzo Vecchio. Chieste le dimissioni dell'Assessore Albanese

Il Senatore Marcheschi attacca. Replica del capogruppo Pd in Palazzo Vecchio Nicola Armentano.

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L’assessore Benedetta Albanese L’assessore Benedetta Albanese © Ok!News24
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“Nei giorni scorsi l’associazione Pro Vita & Famiglia ha affisso a Firenze dei manifesti contro l’ideologia gender e la carriera alias nelle scuole.
Un legittimo esercizio della libertà d’espressione, tuttavia censurato dalla partecipata comunale Sas Servizi alla Strada, la quale ha rimosso i manifesti in questione.
Questa vicenda ci testimonia, purtroppo, che la sedicente civile e progressista amministrazione comunale di Firenze teme le opinioni diverse da quelle di sinistra.
Nel Pd - che ancora non ha proferito verbo per condannare l’assalto di ieri di estremisti di sinistra a una sede di Fratelli d’Italia - professano democrazia e tolleranza ma poi attuano censure. Si fanno chiamare democratici, in realtà sono un residuo dei comunisti, che hanno trasformato la tradizione di Firenze da città aperta al dialogo a intollerante capitale dell’opinione unica”.
 Così dichiara il senatore fiorentino di Fratelli d’Italia Paolo Marcheschi.

“Siamo in un paese dove serve rispettare sempre diritti e doveri. Guai ad utilizzare la politica ed il ruolo che si ricopre per non rispettarle. O forse gli esempi di questi ultimi giorni dei ministri del Governo sono la stella cometa dei consiglieri che adesso chiedono le dimissioni dell’assessora Benedetta Albanese?
Come amministrazione non abbiamo esitato a richiedere l’applicazione del nostro regolamento e della legge.
È un momento drammatico, nel quale la mancanza di consapevolezza e di rispetto delle diversità provoca drammi ogni giorno. Non possiamo fare passi indietro sui diritti di tutti e di tutte.
Quei cartelli hanno violato l’articolo 23 comma 4bis del codice della strada, codice che è stato introdotto dal decreto legge 121 del 2021.
Tale norma introduce il divieto su strade e veicoli di qualsiasi forma di pubblicità il cui contenuto proponga messaggi sessisti, violenti o stereotipi di genere offensivi o messaggi lesivi del rispetto delle libertà individuali, dei diritti civili e politici, del credo religioso o dell’appartenenza etnica.
Oppure se contiene messaggi discriminatori con riferimento all’orientamento sessuale, identità di genere, abilità fisiche e psichiche. In considerazione di ciò Sas ha provveduto immediatamente alla copertura dei manifesti. Respingiamo tutte le richieste di dimissioni che sono state portate avanti dai consiglieri di destra e non accettiamo lezioni da chi ha, al Governo, ministri che utilizzano i treni come fossero la propria auto blu chiedendo di fermare i convogli a comando, andando in barba alle regole”.
Questa la replica del capogruppo del Partito Democratico Nicola Armentano e delle vice capogruppo Alessandra Innocenti e Letizia Perini.

Anche il capogruppo di Forza Italia Mario Razzanelli si unisce agli altri gruppi di centrodestra per chiedere le dimissioni dell’assessore Albanese per la vicenda dei manifesti firmati Pro Vita fatti oscurare.
“Non è accettabile cancellare il libero pensiero – sostiene Razzanelli -. Troviamo molto grave il comportamento dell’assessore e ci uniamo a Fratelli d’Italia, Lega e Gruppo Centro nel chiederne le dimissioni”.
 

“In democrazia non è consentito a nessuno, a prescindere da quanti voti abbia ricevuto dai cittadini, censurare il libero pensiero. Troviamo assai grave che l’assessore Albanese abbia dato ordine di coprire i manifesti firmati Pro Vita che esprimevano il pensiero di molti, moltissimi cittadini sulla cosiddetta teoria gender e il suo ingresso nelle scuole. Per questo ci associamo agli altri gruppi di centrodestra nel richiedere le dimissioni di Albanese”. Lo dichiara il capogruppo di Gruppo Centro Ubaldo Bocci

“Concordiamo con l’intervento del consigliere di Fratelli d’Italia Jacopo Cellai. Non si può mettere il bavaglio a chi la pensa in modo diverso dalla sinistra che governa questa città. La copertura dei manifesti Pro Vita è un capitolo vergognoso di questo mandato di Nardella. Albanese si dimetta immediatamente”. Lo dichiara il capogruppo e segretario provinciale della Lega Federico Bussolin.

Diametralmente opposta la posizione di Antonella Bundu e Dmitrij Palagi - Sinistra Progetto Comune. 
"Alcune settimane fa avevamo già sollevato alcuni dubbi su manifesti del Popolo della Famiglia su scuole e identità di genere. Ci fa piacere che questa volta la Giunta sia stata tempestiva, rimuovendo dei cartelli in cui campeggiava la scritta: “basta confondere l’identità sessuale dei bambini nelle scuole. Stop gender e carriera alias. Fratelli d'Italia oggi ha voluto parlare di un fatto gravissimo, lesivo della libertà di espressione. L'intervento del Consigliere Cellai trasmetteva una sincera indignazione, che ci preoccupa.
Perché è evidente come in questo Paese ci sia ancora chi ritiene normale far sentire in difficoltà chi non ritiene che esista un'unica verità da imporre (quella che nega l'esistenza dell'identità di genere).
Quei manifesti proponevano un messaggio stereotipato. Offendere la sensibilità di altre persone non è un diritto, anche se c'è chi lo pensa".

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