La solidarietà della Cgil al sindaco di Marradi
La Flai Cgil di Firenze, la Flai Cgil Toscana e la Cgil di Firenze esprimono piena solidarietà al sindaco di Marradi, Tommaso Triberti, rispetto agli indegni attacchi ricevuti in merito alla vicenda dell’Ortofrutticola di Marradi.
In un momento in cui è in discussione il futuro di 80 famiglie, ma in realtà di un’intera area montana, Torselli (Fdi) e Tozzi (Lega), il primo nemmeno esprimendo solidarietà alle lavoratrici e i lavoratori di Marradi, si trincerano dietro due comunicati stampa pensando di strumentalizzare la vertenza aperta al solo di fine di attaccare un avversario politico.
In un momento in cui le istituzioni hanno fatto immediatamente quadrato intorno alle lavoratrici e ai lavoratori dell’Ortofrutticola, ci saremmo aspettati dalla politica, tutta, lo stesso atteggiamento. E tutto l’arco politico delle Regione Toscana, ma anche nazionale, si è immediatamente attivato per respingere con forza la delocalizzazione annunciata, senza se e senza ma. Poi al quinto giorno dall’inizio dal presidio permanente, dopo che un’intera comunità si è mobilitata in maniera strabiliante, FdI e Lega pensano di addossare la colpa a Triberti.
Non ci interessa rispondere nel merito a quanto dichiarato da FdI e Lega: è palese che Torselli e Tozzi ignorano totalmente la storia della ‘Fabbrica dei Marroni’ e addossano alle istituzioni una scelta scellerata fatta da un’impresa di proprietà del fondo InvestIndustrial. A proposito di cultura imprenditoriale e di responsabilità sociale dell’impresa.
Li aspettiamo al presidio, gliela racconteranno direttamente le lavoratrici e i lavoratori, e perché no, magari lo stesso sindaco che, tutti i giorni, non nega nemmeno per un minuto il suo appoggio e il suo contributo ai sindacati, alle lavoratrici e lavoratori.
L'intervento di Caudio Ticci, Francesco Atria e Luca Margheri:
ORTOFRUTTICOLA MUGELLO: RIFLESSIONI, IDEE E PROPOSTE.
Per evitare la delocalizzazione intervenga il territorio!!!!
di Claudio Ticci, Francesco Atria e Luca MargheriTroviamo corretto quando parliamo e critichiamo poi fornire riflessioni, idee e possibilmente delle soluzioni. Magari concertate tra le parti sociali, per limitare i fenomeni delocalizzativi soprattutto quando questi comportano pesanti riflessi occupazionali locali.
Sappiamo tutti che le aziende che delocalizzano hanno prioritariamente l’obiettivo di ridurre i costi e/o di aumentare la produttività. Due facce della stessa medaglia.
Ci permettiamo di indicare proposte e misure che potrebbero essere perlomeno analizzate. Le nostre sono solo ipotesi che abbiamo anche ritrovato su altri testi e che non hanno nessuna pretesa di esaustività, ci mancherebbe.Quel che certo è che sarebbe necessario partire con l’obiettivo comune da parte di aziende-sindacati-politica, *IL MANTENIMENTO DEI POSTI DI LAVORO*, evitando i traumi susseguenti alla delocalizzazione, che non dovranno mai ripercuotersi sull’economia locale.
1- Ad esempio potrebbe essere tentato di fare una sorta di spin-off di una parte di produzione, creando una società in comproprietà con i lavoratori interessati o una sorta di differenziazione della produzione stessa.
2- A nostro avviso la terza gamba della politica "concertativiva" può essere rappresentata dalle Amministrazioni comunali e dalle Unioni di Comuni che hanno certamente un forte interesse affinchê un’attività rimanga saldamente installata nel territorio Mugello. E il contributo che possono dare le nostre Amministrazioni locali e l'Unione dei comuni non è marginale.
3- Ad esempio, per scongiurare la delocalizzazione, potrebbe essere concessa la possibilità di cedere aree o stabili in via gratuita per l’avvio di nuove attività, oppure alla possibilità di contribuire alla riconversione di lavoratori, oppure ancora ai contatti attivabili con realtà produttive del territorio per assorbire eventuali esuberi e così via. O meglio ancora fornire degli "incentivi" rendendo così vantaggiose le condizioni per rimanere sul territorio.
A questo punto anche un’idea.
4- Istituire nelle aree industriali, nei distretti in cui la delocalizzazione è in atto o sta per concretizzarsi dei Gruppi di lavoro, formati da rappresentanti degli imprenditori, dei sindacati e delle Amministrazioni locali maggioranza e opposizione) che dopo aver analizzato i problemi gestionali delle aziende a rischio siano in grado di proporre delle (vere) soluzioni alternative o che almeno provino a ridurre l’impatto negativo della delocalizzazione spesso inevitabile.
Questo il contributo da parte nostra oltre la solidarietà ai lavoratori e alle famiglie.
L'intervento di Confcommercio:
CONFCOMMERCIO SU QUESTIONE MARRADI, “FARE IMPRESA IMPLICA UNA RESPONSABILITÀ SOCIALE. SERVONO INFRASTRUTTURE ADEGUATE”
“Aprire e gestire un’impresa non è mai una questione solo privata, ma anche collettiva. E un imprenditore dovrebbe onorare gli impegni assunti nei confronti del territorio e delle persone che lo abitano. Per questo siamo profondamente amareggiati della decisione di trasferire l'Ortofrutticola del Mugello srl da Marradi a Bergamo”. Lo dice il presidente di Confcommercio Toscana Aldo Cursano, che unisce la voce della propria organizzazione di categoria al coro di proteste levatosi in Toscana da parte di istituzioni e società civile.
“Comprendiamo tuttavia quanto sia difficile fare impresa oggi, soprattutto in aree che, come le nostre bellissime montagne, scontano una forte marginalità e una carenza infrastrutturale che fa lievitare costi e problemi logistici. Eppure, proprio questa marginalità potrebbe diventare fonte di nuove prospettive di ricchezza, a patto che ciascuno – a partire dalle istituzioni – faccia la propria parte nell’elaborare le giuste strategie”, prosegue Cursano.
“Esprimiamo la nostra piena solidarietà nei confronti dei lavoratori e del territorio mugellano, che non può perdere un riferimento economico così importante. Sarebbe una ferita per l’intero sistema produttivo toscano e per le sue peculiarità. Non possiamo permetterci di gettare al vento competenze accumulate negli anni e legate ad uno dei nostri prodotti tipici migliori. Da parte nostra, ci impegniamo a rimettere al centro la responsabilità sociale delle imprese, ma al contempo chiediamo alle istituzioni di fare il possibile per costruire un ambiente favorevole allo sviluppo economico, partendo dal potenziamento delle infrastrutture. Se davvero vogliamo essere vicini ai lavoratori di Marradi con i fatti, e non solo a parole, dobbiamo creare le condizioni perché l’Ortofrutticola rimanga. La montagna deve restare un luogo bello e dignitoso dove vivere. Come Confcommercio Toscana – prosegue il presidente Cursano – siamo disponibili ad offrire la nostra collaborazione per elaborare progetti utili all’obiettivo”.