Simone Berretti con una sua rimata, ci racconta, in prima persona, un fatto storico Mugellano avvenuto nel Medioevo agli inizi 1300 (come se avesse vissuto i panni di un nero guelfo) in quella che fu la durissima battaglia tra Guelfi neri e bianchi in difesa del castello Ubaldino di Montaccianico. Erano troppi ormai quelli interessati alla sua caduta, perfino Romagnoli e Pistoiesi che si aggiungevano ai già antagonisti: Ghibellini e Guelfi Bianchi. In troppi ormai ad assediare la scomoda roccaforte Ubaldina; In seguito distrutta e poi rifatta a Scarperia, in quello che oggi si presenta come Castello Palazzo De Vicari. Montaccianico (la presa) piano piano li vedevamo salire, piano piano li vedevamo arrivare loro, che venivan verso le nostre vette, tanti nemici colti, dalle nostre alte vedette dai boschi folti, essi arrivavano ma nonostante questo solo un dardo ben scagliato si trovavano; perchè tra l'alta difesa di queste mura, le nostre balestre colpivano forte il nemico di ventura; che fosse di pistoia, di romagna o ghibellino, noi chiudevam le porte quando esso a noi venia vicino uno scagliar di frecce, faceva desistere la loro avanzata; nel montaccianico sul conflitto, cadeva anche la più gloriosa armata; il pandemonio vi era tanto fuori da queste mura quelle che neanche il fuoco poteva violare, ne la meritata e altrui bravura tutto si svolgeva tra sortite Guelfe, nemici bianchi e ghibellini, tutti uniti insieme, per fare fuori i tanto scomodi Ubaldini non ci abbatterono mai ne con la forza ne sulla battaglia, ma solo col vil denaro di grossa e prosperosa taglia; e cosi tutto questo andò morendo con le cinte del montaccianico che di li a poco andavan sparendo accettam la resa si, con la presa di ricchi signori, quelli che ci fecero chinar la testa ma a suon...di fiorini e ori; e non per battaglia persa ma con gli intrepidi e dignitosi duoli; quelli di questa fortezza e del suoi gloriosi onori.