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Monte Gazzaro. Il comitato: 'Per l'impianto eolico servono varianti urbanistiche'

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Monte Gazzaro. Il comitato: 'Per l'impianto eolico servono varianti urbanistiche' Monte Gazzaro. Il comitato: 'Per l'impianto eolico servono varianti urbanistiche' © n.c.
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Nuovi ostacoli sarebbero sorti al progetto di realizzare un grosso impianto eolico. In particolare i Comuni di Barberino, Firenzuola e Scarperia dovrebbero approvare varianti urbanistiche. Ecco quanto riceviamo e pubblichiamo dal comitto:

“La Giunta Regionale con delibera  481 del 25 giugno ha approvato il progetto di un parco eolico sul Monte Gazzaro in Mugello al confine tra i comuni di Firenzuola, Barberino e Scarperia proposto dalla società Hergo Wind srl. “ A leggere i giornali della fine di giugno sembrava cosa fatta e che i lavori potessero cominciare da un momento all’altro. Ma non era così: non c’era stata nessuna approvazione del progetto, ma solo il riconoscimento della sua “compatibilità ambientale”. Il procedimento per concedere l’”autorizzazione unica” -  che comprende, tra l’altro, anche quella paesaggistica e la variante urbanistica - è partito nello scorso ottobre ed è  ancora in pieno svolgimento. Ed è proprio in questa fase che molti cittadini di Barberino, Firenzuola e Scarperia hanno saputo che cosa sarebbe potuto succedere ai loro crinali sacrificati ad un impianto che produrrebbe soltanto una goccia nel mare dell’energia elettrica da fonti rinnovabili, quindi senza nessun vantaggio pubblico né a livello nazionale né tanto meno a livello locale, ma con grandi profitti per la società proponente. Il “Comitato Monte Gazzaro – no eolico selvaggio” non si è limitato a dare un’informazione capillare alle popolazioni e a raccogliere firme contro la realizzazione dell’impianto: ha seguito da vicino le varie fasi del processo autorizzativo e si è incontrato con amministrazioni locali e altri soggetti istituzionali, quali, ad esempio, la Soprintendenza ai Beni Ambientali e Paesaggistici che si è impegnata a svolgere una nuova e approfondita indagine prima di esprimersi sulla concessione dell’autorizzazione paesaggistica. Anche sul versante urbanistico c’è qualche problema: gli impianti eolici industriali possono essere costruiti soltanto su aree industriali; perciò i Comuni dovrebbero approvare varianti per trasformare in  aree industriali territori agricoli e boscati, tra l’altro attualmente protetti da vincoli paesaggistici. Inoltre le varianti urbanistiche – predisposte dai tecnici -  devono essere approvate dai consigli comunali e sembra che  proprio i tecnici abbiano  avanzato più di qualche perplessità in merito. Anche su questo tema l’Amministrazione comunale di Firenzuola ha ribadito la sua opposizione all’impianto in questione  e di conseguenza alla variante urbanistica. A Scarperia e a Barberino pare che gli Amministratori intendano mantenere la loro posizione favorevole alle pale sul Gazzaro. Ma al Comitato pensano e si augurano che questa posizione possa mutare e che anche i sindaci favorevoli diano ascolto alle richieste e alle argomentazioni dei loro cittadini. Un po’ di sabbia negli ingranaggi della macchina regionale dell’autorizzazione unica all’impianto sul Gazzaro potrebbe venire dalla Regione stessa. Il prossimo19 dicembre  verrà presentato ai cittadini, alle associazioni e ai comitati interessati alle tematiche territoriali e paesaggistiche il Piano paesaggistico della Regione Toscana nella sua formulazione conclusiva prima che la Giunta della Regione lo esamini e ne deliberi la conseguente trasmissione al Consiglio regionale ai fini della sua adozione. Il piano dovrebbe arrivare al Consiglio nei primi giorni dell’anno nuovo.  E sicuramente all’interno del “nuovo” piano ci saranno “novità” che possono anche riguardare situazioni come quella del Gazzaro, ad esempio nella sezione dedicata  alla Carta della vulnerabilità visiva dal paesaggio toscano. Una carta che sembra sia fatta proprio per gli impianti eolici, introducendo nuovi vincoli basati su i più avanzati criteri di tutela a livello internazionale. Fra questi non potrà mancare – si augurano quelli del Comitato – un riferimento  alla rete di fruizione (in senso generale e articolato) del paesaggio, come non mancheranno certo riferimenti all’interazione visiva e di fruizione tra le aree interessate dagli impianti e le aree protette e tutelate. “Sarebbe molto grave – sostiene il Comitato Monte Gazzaro – se, in fase di adozione del nuovo piano paesaggistico, si procedesse  ad autorizzare un impianto senza tenerne conto”.

 

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