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Cosa sta accadendo ai territori di Monte Giogo di Villore? La denuncia del Comitato Tutela Crinale Mugellano

Sembra sia iniziato lo scempio selvaggio dei nostri territori... e' questa la famosa svolta green?

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Monte Giogo Villore Monte Giogo Villore © CTCM
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Dallo scorso dicembre chi, conoscendo quelle zone dell’Appennino mugellano nel Comune di Vicchio, sale da Villore fin sui crinali di Monte Giogo di Villore, rimane sconcertato e spaesato, tanto da domandarsi che cosa stia succedendo e perché. Il percorso è irriconoscibile e il bosco segnato da devastazioni che paiono, come ci hanno insegnato gli ultimi anni, portate da una tromba d’aria (salvo che la legna è ammucchiata in cataste).

L’amena viabilità di Villore, che diveniva sentiero segnalato dal CAI fino a Porcellecchi, ha subito importanti modifiche, che non sembrano plausibili per mero utilizzo forestale. La pista forestale, nemmeno una strada prima, è stata notevolmente ampliata e gli alberi che la ombreggiavano tagliati ed eliminati. Il passaggio di mezzi pesanti ha creato solchi profondi, dissesto e degrado, al punto che per buona parte dell’inverno è risultata impercorribile ai camminatori e inagibile per accedere ai crinali, dove si snodano il Sentiero 00 Italia, Il Sentiero GEA, Grande Escursione Appenninica e il Sentiero Europa E1. Larghe pozze di fango e mota in cui si sprofondava fino al ginocchio hanno creato enormi difficoltà a camminatori e cicloturisti. Ci sono stati numerosi casi in cui auto fuoristrada sono rimaste bloccate.

A destra della viabilità di Villore salendo, di fronte alla marroneta secolare del Borro del Solstretto, ampi tagli di bosco in terreno molto pendente in faccia ai meravigliosi ondulati crinali. Immaginare che si possa tagliare in questo modo altri boschi per decine e forse centinaia di ettari (la quantità precisa non è stata resa nota) fa veramente rabbrividire l’incauto camminatore che ritorna sui luoghi delle sue gioiose passeggiate autunnali.

Guardando meglio alla marroneta di 400 anni, dirimpetto e sottottostante la viabilità di Villore, si scorgono col canocchiale due ampie frane, una che parte dalla montagna che ha portato giù carpini e sassi e un’altra più in basso a sinistra, che si è staccata dal pendio e ha fatto rovinare a terra 6 grandi marroni ed è arrivata al limite del torrente del Solstretto. Le frane nella marroneta si sono prodotte a metà maggio durante le piogge che hanno flagellato i versanti dell’Appennino Toscoromagnolo e hanno prodotto gravissimi danni particolarmente sul versante dell’alto Mugello e sul versante Romagnolo.

Il sistema appenninico appare qui in tutta la sua estrema fragilità, instabilità e franosità.

Proseguendo, si trovano copertoni abbandonati, fil di ferro dentro la terra, un grande bidone di ferro lasciato sull’affaccio panoramico. Un paesaggio lunare di sfruttamento del suolo. Ad una stretta curva, la strada diviene talmente impercorribile a causa del fango e dei solchi che con un grande mezzo è stata tracciata una strada alternativa, nel mezzo di un verdeggiante prato dove fioriva una moltitudine di crochi.

Si arriva così ad un grande spiazzo con un tabellone di ferro verde, è stato tutto rasato dal felceto e sono stati praticati fori nel terreno con picchetti di segnalazione. Inoltrandosi nella faggeta, si vede un tubo lungo e stretto, che preleva acqua da uno scasso praticato con mezzo meccanico per realizzare un’ampia pozza nel torrente del Solstretto.

La qualità dell’acqua del Solstretto è eccellente e, oltre che alimentare l’acquedotto pubblico di Vicchio, costituisce un habitat idoneo a diverse specie rarissime, protette da Direttive comunitarie e recepite dalla Legge Regionale Toscana.

Risalendo dal torrente, si incontrano ampi spazi dove altri felceti sono stati rasati, altri picchetti, un cantiere con un grande mezzo meccanico e vari grandi contenitori bianchi, ma non si trovano segnalazioni di cantiere né si possono trovare cartelli autorizzativi relativi a specifici lavori. Tutto questo pare non rispettare la normativa forestale, tanto più che l’area è protetta. Questi cantieri e questi mali lavori sono stati oggetto di segnalazione.

Che cosa sta accadendo nei territori del Monte Giogo di Villore?

Ampi tracciati di mezzi pesanti sui Sentieri segnalati dal CAI, tanto amati dagli escursionisti, che dopo la pioggia, diventano piste di fango nelle quali si affonda rischiando di non poter procedere oltre.  Se vi capita di incontrare ancora qualcuno nei territori scempiati che costituiscono le zone cuscinetto, i corridoi ecologici del Parco Nazionale Foreste Casentinesi, potete chiedere di cosa si tratti.

Se è informato, vi dirà: questo è quello che accade a territori con ecosistemi naturali tra i meglio conservati, come quelli dell’Appennino Mugellano, quando diventano siti interessati da Progetti industriali di mega pale eoliche, il Progetto eolico Monte Giogo di Villore, ancor prima che si sia concluso il procedimento di Ricorso al TAR.
A circa 500 metri dalle frane del marroneto è stata prevista in località Porcellecchi una megapala eolica di 170 metri con ampio basamento di cemento, proprio a poca distanza dal torrente del Solstretto che scorre attraversando il marroneto. 
Certo che da questi ambienti in pericolo, paesaggi scempiati ed ecosistemi aggrediti, compreso l’esproprio dei terreni di chi ci vive, non si evince alcuna pubblica utilità, piuttosto danni di beni comuni di inestimabile valore.

CTCM Comitato Tutela Crinale Mugellano

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Commenti 2
  • Gabriele I.

    D'accordo, ma con l'accentuarsi del cambiamento climatico c'è il rischio che nel giro di pochi decenni tutta l'attuale foresta venga sostituita da una vegetazione simile a quella dei rilievi siciliani. Non sono contento per le pale, ma qual è il male minore? Una deturpazione tutto sommato abbastanza localizzata e teoricamente almeno in parte sanabile (anche se con costi elevati) o una estesa e quasi incontrastabile? La mia non è un'ipotesi campata in aria, in Germania con il caldo e la siccità dal 2018 al 2020 si sono seccate milioni di piante, con la formazione di radure desolate dove prima c'erano abeti e pini. Se vogliamo sostituire i combustibili fossili con fonti di energia rinnovabili, dato che la capacità di stoccaggio è limitata, all'Italia servono migliaia di pale sparse sul territorio, dove c'è vento. Dove le mettiamo? Se non le vogliamo, quali consumi tagliamo massicciamente?

    rispondi a Gabriele I.
    mer 12 luglio 2023 08:24
  • Ale

    Come si può, definire una devastazione di tale portata, un progetto che rispetta l'ambiente? La foresta dell'Appennino è una delle cose più belle che abbiamo: la ricchezza di varietà arboree,i ruscelli, le erbe officinali, la fioritura di ogni genere di pianta, in modo particolare le preziose e ormai rare orchidee... Gli animali..... Vorrei davvero che si riuscisse a far riflettere seriamente tutte quelle persone che si fregiono di essere sostenitori dell'ambiente e poi avvallono certe proposte. Quanta delusione che mi ha fatto il mio Amato Vicchio... E tutte questi "Amministratori"..... Tutto passa..... Ciò che resta è quel che abbiamo fatto.

    rispondi a Ale
    mer 12 luglio 2023 01:40