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Mostro di Firenze: Detto, ridetto e contraddetto

Chiesta l'apertura di un nuovo fascicolo sul caso e depositate istanze in Procura.

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Mostro di Firenze Mostro di Firenze © OKM
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Il penalista romano Alessio Tranfa ha nei giorni scorsi depositato una memoria contenente richieste mirate volte a verificare una pista di un ex sospettato mai presa in considerazione all'epoca della SAM, la squadra anti mostro. Si tratta del personaggio chiamato dalla trasmissione di Rai Tre Far West "Rosso del Mugello" (qui l'articolo). L'istanza è indirizzata al Procuratore Cappo di Firenze, Filippo Spezia, ed ai Sostituti Procuratori Beatrice Giunti e Ornella Galeotti.

Nessuna novità invece sul fronte della revisione della condanna di Mario Vanni più volte annunciata dai legali Biscotti e Mazzeo nelle maggiori testate giornalistiche nazionali, ma mai trasmessa. In proposito abbiamo chiesto all'ex consulente dei legali di Vanni, il documentarista investigativo Paolo Cochi, un'opinione al riguardo.

"Dai media ho appreso che per quanto riguarda la revisione sono state ipotizzate prove nuove di cui mi ero occupato e pubblicato già nel 2015. Mi riferisco all'esperimento entomologico che feci è pubblicai nel settembre di quell'anno alla piazzola di Scopeti dove all'inizio del settembre 1985 si consumò l'ultimo duplice delitto attribuito al mostro, quello della coppia francese. Quell'anno fu diffusa su tutti i giornali e tv la notizia relativa agli esperimenti ed alle relazioni degli esperti che ho raccolto ed inviato al Prof. Stefano Vanin, attuale perito entomologo forense che pare si stia occupando dell'accertamento in base al quale la vera data del delitto di Scopeti dovrebbe essere anticipata di uno se non addirittura di due giorni come già dedotto dai precedenti esperimenti scientifici.

Dunque a dimostrare che Lotti ha mentito anche sulla data del duplice delitto. Sia per questo aspetto che per quello relativo al "taglio" della tenda della coppia francese (taglio che ho sempre sospettato trattarsi invece di uno strappo preesistente all'omicidio) per il quale sono stati ipotizzati accertamenti tecnici da eseguirsi di concerto con la Procura, sono stato io stesso a fornire ai legali il nome del perito e la documentazione che da quello che so stanno utilizzando senza citarmi come colui che ha rilevato, studiato e trasmesso a loro il materiale. Bensì delle loro iniziative di novità.

Successivamente il mio rapporto di consulenza con loro si è interrotto. Per quanto mi riguarda ho sempre detto e ribadisco che a mio modesto avviso proporre la revisione per Vanni senza prima aver verificato come valida la pista del "Rosso", o quantomeno aver reperito ulteriori prove nuove, potrebbe essere molto rischioso per il buon esito della revisione che rischierebbe così di essere fondata su prove non sufficientemente solide. Non dimentichiamo che demolire un giudicato penale di condanna non è una cosa semplice. Un eventuale rigetto o - peggio ancora - un'inammissibilità della domanda di revisione costituirebbe molto probabilmente una pietra tombale sulla possibilità di riabilitare Vanni e di contribuire ad accertare finalmente la verità su quegli orribili fatti di sangue."

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