Autobus © Pixabay
"Non sono mai arrivata al punto di scrivere una lettera, ma stavolta sono così indignata che sento il bisogno di esternare il mio pensiero". Inizia così la lettera della mugellana Ilaria:
Sono una pendolare da quasi trent’anni ed ho sempre usato gli autobus per spostarmi verso Firenze, per cui di situazioni incresciose ne ho viste e vissute tante: autobus stra pieni con persone letteralmente in braccio ad altre, corse in ritardo o che mai sono passate, spostamenti di fermata o di capolinea senza nessun avviso, mezzi che potevano essere benissimo definiti d’epoca che ci hanno lasciato a metà del viaggio, tagli di corse che hanno costretto le persone a cambiare i propri orari, aumento delle tariffe a cui non è corrisposto un miglioramento del servizio. Ho sempre provato a giustificare tutto consapevole che la vita da pendolare non è facile e che le scelte fatte non possono rispondere ai bisogni di tutti.
Ma stavolta non riesco proprio a stare zitta e non dire niente: questa settimana per chi ha viaggiato con i mezzi pubblici per andare a Firenze è stata un’odissea e parlare di disservizio credo sia limitante.
Da quando è iniziata quest’emergenza sanitaria che ha portato alla chiusura di molte attività il trasporto pubblico è stato gradualmente ridotto, mancando l’utenza, fino ad arrivare alle corse del sabato non scolastico: assolutamente comprensibile vista la situazione.
Io svolgo un lavoro che non si è interrotto con l’emergenza ed ho sempre continuato a viaggiare con i mezzi pubblici, sui quali per rispettare il distanziamento la capienza è stata molto ridotta: nel tempo del lockdown non ho mai riscontrato problemi: in alcune fasce orarie a viaggiare eravamo anche 6-7 persone su autobus in cui la capienza era stata portata a 12.
Con la riapertura il 4 maggio di molte attività era facilmente ipotizzabile che sarebbe aumentato il numero di persone che avrebbero necessità di spostarsi per raggiungere il luogo di lavoro. In considerazione di ciò immaginavo che sarebbero state rintrodotte alcune corse per ridurre il rischio di assembramento alle fermate ed anche sui mezzi o che alcune corse sarebbero state raddoppiate ed invece non è successo niente di tutto ciò.
Le corse sono rimaste le stesse del periodo di totale chiusura, la capienza sugli autobus è rimasta la stessa (da 9 a 12 persone), mentre ovviamente le persone sono aumentate.
Questa settimana ho assistito e vissuto situazioni fuori da ogni logica: persone lasciate a piedi alla fermata; autisti, il cui unico compito dovrebbe essere di guidare gli autobus che si ritrovano a fare i “buttafuori”; autisti che chiedono il bis quando si rendono conto che l’autobus è pieno (questa è l’indicazione che è stata dato loro); persone con lo stesso titolo a viaggiare che si ritrovano a discutere alle fermate su chi deve salire visto che i posti rimasti liberi sono meno delle persone ad aspettare; mezzi ormai vecchi, più difficili per i materiali dei sedili, da sanificare, che si sono guastati durante la corsa.
E sembra che questa situazione non cambierà nella prossima settimana….
La domanda sorge spontanea: qual è la logica di tutto questo? Sicuramente non venire incontro alle esigenze dei pendolari: persone con titolo di viaggio che hanno pagato per un servizio pubblico e che si muovono ogni giorno per andare a lavoro!!!!
Perché non state rimesse delle corse?
Perché non sono stati previsti sempre due mezzi per quelle corse dove era assolutamente prevedibile che ci sarebbero state più di 12 persone?
Carenza di mezzi? Di autisti? Gli autobus usati per le corse scolastiche non sono a disposizione?....molti autisti non sono a svolgere altre mansioni o in fis?
E se vai sul sito di chi sta gestendo il trasporto pubblico attualmente ti viene chiesto di riempire un questionario per migliorare il servizio in questo periodo: ti senti veramente preso in giro. Serve un questionario per sapere che in alcune fasce orarie il servizio va potenziato? Di lasciare fermi i mezzi più vecchi, più usurati e di usare quelli più nuovi?
Ma la Regione, la Città Metropolitana, gli Enti Locali che tanti proclami fanno sull’efficienza del trasporto pubblico e sostengono con forza l’uso dei mezzi pubblici anche in questo periodo di emergenza sanitaria dove sono? chi deve monitorare su tutto questo cosa sta facendo?
E’ palese che nella scelta fatta non c’è nessun attenzione e tutela dei pendolari: è vergognoso!!!!



Giulia Vichi
Ad oggi 14 maggio la situazione rimane invariata. Gli autisti ormai diventati "buttafuori" continuano a lasciare a piedi le persone , anche noi sanitari che andiamo a lavorare in ospedale. Gli orari delle fermate non vengono rispettati e se fatto presente si viene solamente presi a male parole. Veramente un servizio che non vale i 70 euro mensili di abbonamento .
Antonio Bianchi
Sfugge totalmente la logica della riduzione delle corse a fronte dell'esigenza di diminuire la densità delle persone a bordo degli autobus. Unica spiegazione è che le corse siano a rimessa per il gestore e questo accetti un numero limitato di corse a rimessa, in questo caso però occorre affrontare con chiarezza l'argomento e, forse, si potrebbe evitare la cassa integrazione degli autisti, facendoli invece lavorare, e utilizzare quei fondi per colmare il delta delle corse fra incassato e costi.