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Forteto. Audito il dottor De Berardinis. Lo stesso terapeuta può seguire vittime e carnefici?

Il dottore ha spiegato: Anche i carnerfici vanno curati. Ma se la vittima è a conoscenza che lo stesso terapeuta sta seguendo il suo carnefice si mina la fiducia. Chiedere alla vittima di accettare questo è un errore tecnico

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Massimo De Berardinis, Massimo De Berardinis, © Commissione Inchiesta sul Forteto
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Questa mattina (giovedì 20 maggio) nell'ambito del nostro lavoro di diffusione delle audizioni davanti alla Commissione Parlamentare di Inchiesta sui fatti del Forteto, vi proponiamo l'audizione del dottor Massimo De Berardinis, che è stato Dirigente Responsabile dell'Unità Funzionale per la salute mentale dell'Ufsmia zona Mugello (ex Asl 10).

Il dottor De Berardinis, come potrete ascoltare (che seguiva la salute mentale adulti), ricostruisce i suoi contatti con il Forteto, la diffidenza provata fin dall'inizio nei confronti dell'approccio adottato dalla comunità, la sensazione di sentirsi manipolato provata quell'unica volta che partecipò a un incontro conviviale al Forteto. Giudizio negativo poi confermato in occasione di un convegno sugli affidi organizzato nel 1998 dal Forteto a Firenze. Convegno nel quale non solo gli esponenti del Forteto, come Luigi Goffredi, ma anche gli altri intervenuti ed esperti, sostenevano l'opportunità di un distacco completo dalla famiglia di origine dei minori affidati (cosa che, lo ricorda il dottore, è contraria alla legge italiana in quanto si parla di affido e non di adozione). 

Poi nella ricostruzione si ricorda come la sentenza della Corte Europea per i diritti dell'uomo confermò proprio il fatto che tali condotte fossero sbagliate rispetto alla legge italiana, citando anche la sentenza di condanna del 1985 per gravi fatti di aubusi, che invece in Italia, a Firenze e in Mugello pareva essere stata in qualche modo 'dimenticata' o 'rimossa'. 

E' molto interessante anche, sul finire dell'audizione, ascoltare la domanda che viene posta al dottor De Berardinis dalla commissaria Celeste d'Arrando in merito al progetto Oltre e ad Artemisia, rilevando la criticità circa il fatto di far seguire dallo stesso psicoterapeuta sia vittime sia carnefici (o comunque quelle persone che hanno avuto il ruolo sia di vittime sia di carnefici). Un aspetto, ha sottolineato D'Arrando nella sua domanda, per il quale viene a mancare la fiducia nel terapeuta e quindi una parte fondamentale dell'alleanza terapeutica (per il fatto che la stessa persona segua sia vittime sia carnefici). 

Il dottore nella sua risposta ha evidenziato che, pur nella necessità di seguire e curare dal punto di vista psicologico anche i 'carnefici' è tecnicamente sbagliato farli seguire dallo stesso terapeuta o comunque rendere possibile che la vittima venga a conoscenza che lo stesso terapeuta sta seguendo anche il suo carnefice. E per questo, ha spiegato De Berardinis, la stessa Artemisia sarebbe stata invitata ad un 'setting' più accurato. In quanto questo aspetto mina inevitabilmente (almeno data la cultura attuale) la fiducia delle vittime nel loro terapeuta. Ha detto: 'Come possiamo invitare la vittima a fidarsi se questa si può domandare: ma lo stesso terapeuta cura anche chi mi ha fatto del male?'. Concludendo che chiedere alla vittima di accettare di essere seguita dallo stesso terapeuta del suo carnefice è un errore tecnico.

Qui è possibile seguire il video dell'audizione

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