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L'omicida di Cuneo era in Mugello quindici giorni fa. I racconti dei compagni del Forteto

La famiglia funzionale, le angherie e la scelta di farsi militare

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Forteto. Forteto. © N.c.
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Chi è Francesco Borgheresi? L'uomo di 42 anni che ha confessato di aver ucciso con due colpi di pistola, nel parcheggio del supermercato Auchan di Cuneo ( Piemonte ), la 44enne rumena Mihaela Apostolides , solo poche settimane fa era in Mugello, dove avrebbe anche incontrato amici dei tempi del Forteto. Cerchiamo di tracciare un suo ritratto in base alle testimonianze raccolte; precisando subito che quello che ha fatto l'altro giorno non può certo essere giustificato né restare impunito. Possiamo però provare a capire, perché non accada di nuovo.

Chi lo conosce conserva il ricordo di un ragazzo mite e introverso che, anche per il suo carattere, all'interno della comunità setta avrebbe subito vessazioni di ogni tipo. E che si ribellò al sistema quando, ad esempio, voleva fare il servizio di leva mentre lì tutti erano obbligati all'obiezione di coscienza.

"Quando ieri ho ricevuto la notizia di quanto era successo - racconta un'altra vittima del Forteto - non ci potevo credere, non riuscivo a credere che fosse successa una cosa così". Francesco, uno dei pochi bambini del Forteto a non essere stato catapultato nella 'comunità setta' dall'esterno, è il figlio naturale di una delle fondatrici del Forteto, ex docente universitaria che lasciò la cattedra per abbracciare l'esperienza della comunità (tra l'altro è proprio lei la persona che coniò il nome Il Forteto). Ma secondo quanto abbiamo abbiamo raccolto da altri membri: raccontava sempre di non essere mai stato neanche preso in braccio dalla madre.

Doppio orrore, quindi, se possibile. "L'essere figlio naturale - ci racconta Giovanni (il nostro contatto, il nome è di fantasia) - non lo ha per niente risparmiato dalle storture della famiglia funzionale e dalle brutalità del Forteto. E infatti, nonostante sua madre naturale vivesse al Forteto, lui stava nella villa principale e di lui si occupavano altre persone tra i quali Rodolfo Fiesoli in persona. Era più grande di me - continua - ma ricordo una persona tranquilla e quasi ingenua, non certamente un fanatico delle armi o della vita militare. Però quando espresse il desiderio di partire per la leva fu deriso e preso a botte".

Alla fine, uscito dal Forteto, ha scelto la vita militare. Ma anche dopo aver svolto il servizio di leva, ormai militare di professione, Francesco tornava in Mugello, dove aveva una casa fuori dal Forteto. E in una delle occasioni nelle quali si recava a trovare la madre naturale, alcuni anni fa, si scatenò una rissa con altri ospiti della comunità. Raccontano altre vittime che fosse intervenuto per difendere una donna dalle percosse.

Nei mesi scorsi Francesco ha partecipato anche al processo sul Forteto per i maltrattamenti subiti, anche se nel suo caso i fatti sono risultati prescritti. Rimane la terribile esperienza di essere stato praticamente cresciuto dai due condannati al processo (Rodolfo Fiesoli e Daniela Tardani)

Ma cosa è successo l'altra sera? Chi può dirlo; sono forse riemersi i fantasmi che hanno causato l'irreparabile. Il ricordo dei terribili anni del Forteto, certamente, non deve servire a scusare o a giustificare quanto successo. Però le vessazioni subite al Forteto, le violenze, il fatto di vivere in un contesto malato devono aver causato l'irreparabile, che l'altro giorno è esploso.

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