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Doccia fredda per Nardella. Il Tar boccia il ricorso del comune di Firenze per il Franchi

"Decreto governo deriva dal diniego della Ue per fondi Pnrr". Quei soldi servono per finalità di coesione sociale.

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Lo stadio Franchi Lo stadio Franchi © per gentile concessione di Jacopo Bianchi
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Ancora una sconfitta, l'ennesima, per il sindaco Nardella e l'amministrazione di Palazzo Vecchio che insistendo sulla vicenda stadio non fa che buttar via tempo e denari pubblici incartandosi in una querelle politica che fa male solo a Firenze.
E' di ieri la notizia che il Tar del Lazio ha respinto il ricorso del Comune di Firenze contro il decreto di definanziamento deciso dal Governo relativo ai 55 milioni di euro per la riqualificazione dello stadio Franchi.

Si tratta dei fondi del Pnrr che inizialmente erano stati concessi e, in un secondo momento, negati.
Il Comune ha annunciato di voler ricorrere al Consiglio di Stato convinto, si legge "ancor di più delle proprie ragioni e dell'ingiusto e immotivato danno alla Città e all'area metropolitana di Firenze".

Nelle motivazioni della sentenza si fa riferimento al fatto che "la Commissione" europea "ha mosso criticità sulla compatibilità del progetto" e si fa riferimento al concetto di "competenza esclusiva" della stessa Commissione.
 "La Commissione europea - si legge - ha, allo stato degli atti, escluso l'ammissibilità a finanziamento sulle risorse Pnrr del progetto presentato dal Comune di Firenze non avendo ravvisato che vi fosse coerenza tra gli obiettivi perseguiti e le finalità di coesione sociale che, invece, caratterizzano la misura in parola.
Pertanto, diversamente da quanto sostenuto" da Palazzo Vecchio, "il decreto impugnato non è affetto da eccesso di potere, sotto il profilo dell'illogicità manifesta, arbitrarietà e contraddittorietà, poiché è stato frutto delle osservazioni contrarie della Commissione, che non ha condiviso né ritenuto sufficienti i chiarimenti forniti".

Insussitente poi per il Tar la censura che "il ministero dell'Interno non poteva, con proprio decreto, azzerare il finanziamento Franchi". I giudici amministrativi citano poi anche il Bosco dello sport di Venezia, progetto che inizialmente ha avuto le stesse sorti di Firenze.
Palazzo Vecchio "ha evidenziato che vi sarebbe stato un eccesso di potere per disparità di trattamento" ma "non emerge dagli atti, allo stato, che la situazione del Comune di Venezia sia del tutto sovrapponibile a quella" di Firenze, "tanto da far apparire evidente che vi sia stata una disparità di trattamento tra i due enti".
   
Tra i commenti alla decisione il leader di Iv Matteo Renzi ha detto "È l'ora di finirla di giocare coi soldi dei cittadini: per gli stadi servono i fondi dei privati. I soldi del contribuente devono andare su case popolari, scuole e ospedali. Non sul rabbercio dell'Artemio Franchi."

"Dopo la boutade di chiedere i fondi del Pnrr per uno stadio, una proposta approssimativa e fuori luogo a priori, il Comune di Firenze preferisce perseverare, irresponsabilmente, nello scontro con il Governo"
, osserva il senatore di Fdi Paolo Marcheschi.

Critiche a Firenze da Lega, Fdi, Sinistra. Il deputato Pd Federico Gianassi ha detto che "servono risposte dal Governo".

"Siamo amareggiati per la decisione del Tar" dichiara il sindaco di Firenze Dario Nardella (che tra l'altro ieri ha visto il direttore generale della Fiorentina Joe Barone e gli avrebbe fatto vedere la sentenza) che aggiunge però: "Non posso che ribadire che non abbiamo mai rifiutato di collaborare" col Governo, "tanto che abbiamo da mesi avanzato anche formalmente delle soluzioni sul modello adottato per Venezia".
   

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