Il Comitato/Associazione No Tunnel TAV Firenze ha scritto una lettera aperta alla Sindaca Sara Funaro per metterla in guardia dai rischi insiti in un progetto che non considera i rischi idrologici gravissimi dove si sta realizzando la stazione AV.
Dalle carte risulta una delle zone con maggiori criticità, non è stata fatta la VIA che avrebbe potuto valutare e ovviare a questi problemi, non esiste un piano di emergenza richiesto dalle norme.
La Sindaca, puntualizzano, è anche la garante della salute e della sicurezza della cittadinanza, non può rimanere in silenzio, non deve nemmeno chiedere alle Ferrovie o al Consorzio Florentia se tutto va bene perché questi si rifiutano ad oggi di prendere in considerazione la questione; sono necessarie valutazioni di esperti terzi.
Alla Sindaca del Comune di Firenze Sara Funaro
Gentile Sindaca,
siamo un gruppo di cittadine e cittadini molto critici con il progetto ferroviario del Passante sotterraneo TAV.
Da quasi venti anni assistiamo allo stentato e accidentato processo di costruzione; in questo periodo possiamo dire che ne abbiamo viste di tutti i colori e purtroppo i lavori sono ripresi senza nessuna verifica trasportistica, ambientale, sui molti dei rischi legati all'enorme escavazione, provocando un aumento vertiginoso dei costi.
Dalla nascita del nostro comitato/associazione abbiamo messo in evidenza le molte carenze del progetto che non sono state risolte e che, tra l’altro, hanno rallentato fortemente l’avanzamento dei lavori.
Una di queste gravi carenze è la mancanza di valutazione di impatto ambientale (VIA) della stazione ai Macelli, progettata dall’archistar Norman Foster; in una conferenza dei servizi si è deciso di trasferire il procedimento di VIA del progetto di stazione Belfiore dell’architetto Bruno Zevi, poi bocciato dalla Soprintendenza, sostenendo che i progetti erano simili. In realtà una cosa del genere non sarebbe nemmeno ammessa dalle norme perché il procedimento di VIA è relativo ad un preciso progetto; fare un nuovo progetto vuol dire fare una nuova VIA.
Se si fossero rispettate le norme forse ci si sarebbe accorti che la zona dove si sta scavando il camerone è in uno dei più pericolosi posti per i rischi idrologici a Firenze. Dalle carte dell’Ispra relative ai rischi idrologici si vede bene che esattamente dove si sta scavando per la stazione sotterranea è una delle zone critiche.
Sta accadendo sempre più frequentemente che piogge intense, bombe d’acqua provochino inondazioni e allagamenti in ampie zone con esiti catastrofici; lo vediamo costantemente nelle cronache da tutto il mondo, ma val la pena ricordare le due recenti inondazioni a Campi Bisenzio, in Romagna e sarebbe opportuno ricordare gli allagamenti negli anni ‘90 proprio nella zona dei Macelli.
La stazione AV risulta essere in una zona ad alto rischio idrologico; la stessa stazione oltre a non essere stata oggetto di VIA non ha nemmeno il piano di emergenza previsto dal DM 28/10/2005. La posizione rende assai pericolosa l’infrastruttura in caso di esondazione del vicino Mugnone (anche se è stato sottoposto alla messa in sicurezza) e soprattutto in caso di bombe d’acqua la cui frequenza è ormai confermata. Il solaio a livello del terreno è realizzato ad una altezza tale da evitare allagamenti?
Lei, come Sindaca e garante della sicurezza della cittadinanza, non può ignorare le lacune di questo progetto, in particolare il rischio idrologico che potrebbe trasformarsi in una tragedia. Un allagamento potrebbe essere una trappola mortale per chi si trovasse nel profondo della stazione o dei tunnel, ma provocherebbe anche il danneggiamento dei sistemi di sicurezza della linea ferroviaria e il blocco della linea per tempi molto lunghi.
Lei ha espresso la sua soddisfazione per la mancanza di danni agli edifici attraversati, ma vorremmo ricordarle che il progettista ha previsto probabili danni lievi o grandi a decine di edifici, come avvenuto nella prima fase di scavo della Fresa IRIS in zona Botticelli/Don Minzoni e solo il rallentamento della velocità di scavo ha evitato sinora altri casi eclatanti.
Tale rallentamento ha avuto come conseguenza un notevole ritardo nell'esecuzione della prima parte dello scavo del binario pari: tale ritardo ci risulta sinora, in base ai report di RFI, di 9 mesi rispetto al cronoprogramma di progetto. È bene considerare anche che lo scavo della seconda fresa (Marika), per quanto analizzato e documentato dallo stesso progettista, lavorando su un terreno modificato dalla fresa IRIS, potrebbe portare maggiori rischi per i 354 edifici con Testimoniale di Stato.
In base alla media dei tempi di lavoro attuali si può stimare che i ritardi per il completamento degli scavi con TBM dei due Tunnel di 5.000 metri ciascuno, sino allo Scavalco di Rifredi, ammonteranno a circa 20 mesi, rispetto alla data programmata di fine dei due scavi prevista per il 15/06/2026!
Tale rallentamento dei lavori inciderà pesantemente sul completamento dell'opera (posa binari, opere accessorie) da portare quindi la fine dei lavori dell’opera completa ben oltre il termine del 5 giugno 2029 previsto dal cronoprogramma del progetto esecutivo; ben oltre il termine lavori nel 2028 come vi viene ripetutamente affermato dall'A.D. di RFI, Gianpiero Strisciuglio.
Tali ritardi, oltre alle varianti in corso d’opera già fatte e che sicuramente ci saranno, avranno conseguenze pesanti sui costi finali del Passante AV di Firenze, già ora previsti in 2,735 miliardi di euro.
Si tende a dimenticare anche che un sistema ferroviario come quello realizzato con due stazioni distanti tra loro oltre un chilometro si crea una rottura di carico imponente, un danno che sarà perpetuo per chi arriverà o partirà da Firenze.
Lo stesso suo predecessore, Dario Nardella, lo disse esplicitamente nel 2016: “Il progetto dell'Alta Velocità che Ferrovie ha voluto fare in tutti i modi, oggi ancor più di ieri, appare inspiegabile: è un grande spreco di denaro pubblico, perché stiamo parlando di un miliardo e mezzo di euro [oggi siamo vicino a tre miliardi] per risparmiare due minuti sulla tratta Roma-Bologna-Milano dell'Alta Velocità”.
Con questa lettera le chiediamo gentilmente di non ignorare questa nostra denuncia e magari provare ad interloquire, la città ha diritto a risposte chiare.
Se avrà bisogno di consulenze le raccomandiamo vivamente di non avvalersi di tecnici che hanno ruoli nella committenza e nell’esecuzione dei lavori, ma di rivolgersi a esperti terzi; non si deve chiedere all’oste se il suo vino è buono.
Ne va del futuro della città e di chi l’abiterà.