L'anno 2023 si chiude con l’aggiornamento dell’Elenco dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della Toscana che vede l’inserimento di due nuovi prodotti appartenenti entrambi alla Categoria “Paste fresche e prodotti della panetteria, della biscotteria, della pasticceria e della confetteria”.
Si tratta della “Befana di Barga” la cui richiesta di iscrizione arriva dal Comune di Barga, mentre il Comune di Vicchio ha presentato la richiesta della “Scola”.
Il totale dell’elenco dei PAT della Toscana sale così a 464.
“Con la Befana di Barga e la Scola cresce l’elenco dei prodotti agroalimentari tradizionali identificati dal Ministero – ha detto la vicepresidente e assessora all’agroalimentare Stefania Saccardi – E questo non può che rallegrarci. I Pat rappresentano un immenso patrimonio ereditato dal sapiente lavoro di chi sul territorio ha nobilitato i prodotti locali con ricette straordinarie che sono diventate un simbolo della Toscana. Una base solida e di estrema qualità per avviare politiche integrate di sviluppo territoriale e, più in generale, una risorsa per lo sviluppo del comparto agroalimentare e la Regione si impegna a valorizzare”.
La “Scola” o “Spola” è un dolce allungato, morbido e profumato, arricchito da zucchero, uvetta, anice, prodotto dai forni di Vicchio e venduta come fila di 6 panini, che si possono vendere anche singolarmente.
La “scola” viene prodotta annualmente solo nel mese di febbraio esclusivamente dai fornai del comune di Vicchio, prodotto è arrivato fino ai giorni nostri sostanzialmente senza modifiche nella ricetta.
Se ne riscontra la produzione già dagli inizi del 1900 dalle testimonianze di generazioni trascorse tramandate ai consumatori odierni, o in modo più puntuale, al 1940 secondo la testimonianza di alcuni produttori locali, che ricordano la produzione della “scola” nella frazione di Molezzano per la festività della Candelora.
Il prodotto “scola” è da collegare alla festa della Candelora, che nel calendario liturgico era dedicata alla Purificazione della Vergine avvenuta appunto 40 giorni dopo il Natale.
È interessante notare come i dizionari storici (vedi Tommaseo) riportino il lemma come variante “spola”, facendo riferimento a un filoncino di pane di forma affusolata come la spola di legno della tessitura.