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Il PD di Vicchio - Opporsi con forza alle nuove norme sui centri di permanenza per il rimpatrio

Rilanciare il modello toscano di accoglienza diffusa e integrazione

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Migranti. Migranti. © N.c.
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In una nota che pubblichiamo di seguito, il PD di Vicchio si oppone con forza al decreto legge approvato dal Governo attuale che riguarda il tema dei Centri di Permanenza per il Rimpatrio. I CPR, secono la nota dimostrano di essere inutili per gestire i rimpatri, estremamente costosi per i contribuenti e profondamente lesivi della dignità e dei diritti umani fondamentali. Secondo il PD di Vicchio, deve essere rivisto il sistema di accoglienza e intregrazione. L'immigrazione, sempre secondo il PD vicchiese, è un fenomeno naturale e strutturale; nei migranti vediamo esseri umani che, provenienti da contesti ostili e gravi di complesse

L’attuale governo ha approvato lo scorso 19 settembre il Decreto Legge n.124/2023, con particolari norme sui Centri di Permanenza per il Rimpatrio (CPR), in cui chi rientra irregolarmente in Italia potrà essere trattenuto fino a 18 mesi, e sui Centri di Accoglienza Straordinaria (CAS). Il PD di Vicchio si oppone con forza a questa visione e gestione politica dell’immigrazione, ispirandosi invece al modello toscano di accoglienza diffusa.

I CPR dimostrano di essere inutili per gestire i rimpatri, estremamente costosi per i contribuenti e profondamente lesivi della dignità e dei diritti umani fondamentali. Non risolvono il problema ma lo aggravano, perché i migranti rimpatriati sono sempre meno del 50% di quelli che finiscono nei CPR.
Le condizioni di vita all'interno dei CPR spesso non sono degne di un paese civile: terribili condizioni igieniche, episodi di violenza per il mantenimento dell'ordine, massiccio uso di psicofarmaci per sedare le persone detenute all'interno, assenza di sostegno psicologico e di assistenza giuridica. Ampiamente documentato da Fanpage.it, le persone vengono detenute in questi luoghi senza sapere dove finiranno e che cosa ne sarà di loro, con episodi di autolesionismo e suicidi.

Inoltre, il Decreto emanato dal Consiglio dei Ministri conferma una gestione politica di stampo non solo segregazionista, ma violentemente securitario, prevaricante delle istituzioni e comunità locali, volto a sorvegliare e isolare. È stato scelto di coinvolgere, infatti, il Ministero della Difesa, le Forze Armate, e Difesa S.p.A. che, in tempi brevissimi, dovranno individuare le strutture da adibire a Centri per il rimpatrio nelle regioni che ne sono prive, tra cui la Toscana. Coinvolgere la Difesa e l’Esercito, paragonare un centro di accoglienza o per il rimpatrio a un deposito di munizioni, servono ad aumentare le paure e il senso di insicurezza dell’opinione pubblica, su cui le destre hanno lucrato in questi anni.

La gestione dei CPR è spesso in mano ad enti privati, perlopiù a multinazionali o SRL che spesso operano in settori che non hanno nulla a che vedere con l’accoglienza. Le forze politiche al governo che denunciavano alla speculazione dei centri di accoglienza quando erano all’opposizione, aprono adesso le porte alla speculazione e gestione dell’immigrazione dei privati, senza un minimo di progettazione e finalità sociali, tant’è vero che tale visione culmina nell’attacco politico alle ONG che da sempre si impegnano per interventi di aiuto umanitario.

Replicano le stesse logiche anche i recenti accordi tra Italia ed Albania per il trasferimento di migliaia di persone migranti sul territorio albanese. I due centri previsti verranno gestiti dalle autorità italiane per la valutazione della domande di asilo e creano di fatto una esternalizzazione dell’esame delle richieste di asilo in un Paese Terzo.

Osserviamo come i provvedimenti legislativi, la burocrazia e gli strumenti di governo si inspirano da tempo, senza distinzioni di colore politico, a una visione dei migranti come masse da controllare e minacce da sedare e propongono soluzioni inefficaci che penalizzano l’accoglienza e l’integrazione nei territori, percorsi di indipendenza e autosufficienza degli ospiti, creando seri problemi di precarietà e insicurezza esistenziale.

Come PD di Vicchio, condanniamo questa visione, le sue modalità e le sue soluzioni. Vediamo nell’immigrazione un fenomeno naturale e strutturale; nei migranti vediamo esseri umani che, provenienti da contesti ostili e gravi di complesse

problematiche di diversa natura nei Paesi di origine, mettono in gioco la propria vita in cerca di una prospettiva e condizioni migliori in Europa.
Affermiamo che la causa dell’insicurezza sociale non è l’immigrazione, bensì la guerra, la povertà, la disoccupazione, la precarizzazione del lavoro, l’impoverimento delle famiglie e dei lavoratori, la criminalità organizzata, la corruzione politica, la speculazione finanziaria, la perdita di coesione sociale e del senso di appartenenza a una comunità.

Invitiamo pertanto il Governo Nazionale, il Parlamento, la Prefettura di Firenze:

A ritirare e rivedere il sistema di accoglienza e integrazione finora promosso. A promuovere un’integrazione che abbia come priorità il rispetto dei diritti inviolabili esemplificati dalla nostra Costituzione.

Chiediamo alla Regione Toscana e agli enti locali di attuare un modello di accoglienza diffusa, di promuovere e sostenere percorsi di integrazione economica, sociale e civile, di opporsi a queste politiche securitarie che mirano solo a creare emarginazione e segregazione, ed attivare in tutte le sedi opportune delle forme di contrasto a quanto previsto dal Decreto 124/2023.

Circolo PD di Vicchio

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