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Bilancino, ancora pesci morti. Arriva la legge anti - bracconaggio

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Bilancino, ancora pesci morti. Arriva la legge anti - bracconaggio Bilancino, ancora pesci morti. Arriva la legge anti - bracconaggio © n.c.
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Che la pesca di frodo sia in crescendo negli ultimi mesi è un fatto. In Italia, specie al Nord, come nel lago mugellano di Bilancino. Privati pescatori o guardie volontarie (tramite la pagina Facebook Tutela Acque Toscane) hanno segnalato più volte il bracconaggio. Tanto da poter ricostruire un quadro preciso: si tratterebbe non tanto di casi isolati, ma di bande organizzate (e attrezzate). L’ultima sorpresa, però, emersa ieri, è anche quella più ambigua. L’ennesima moria di pesci – zona Moriano, sotto il ponte – ha portato con sé più di in dubbio. Tutte carpe, tutte della stessa dimensione. Occhi sbarrati, colore delle squame anomalo: sarebbe l’elettropesca  la pista più accreditata. La corrente, cioè, in un determinato punto, per colpire in maniera chirurgica. Le altre ipotesi – da non scartare, almeno per adesso – riguarderebbero l’immissione nell’acqua di scariche inquinanti o un batterio portato da altre specie gettate senza adeguato controllo nel lago da privati. Se così fossero andate le cose, però, non si spiegherebbe perché di sole carpe si tratta e perché tutte siano di una certa taglia. Tutela Acque Toscane ha provveduto ad avvertire la polizia provinciale e si attende dall’Arpat (Agenzia regionale per la protezione ambientale della Toscana) l’esito delle analisi che indirizzino le indagini, o per lo meno facciano luce sull’accaduto. Ma i tempi potrebbero non essere brevi. Intanto, dal 25 agosto è entrata in vigore la legge 154, con «norme anti bracconaggio a tutela della fauna ittica di fiumi e mari italiani». A pesare è l’articolo 40: per chi è beccato con le mani nel sacco sono previste multe da 4.000 a 12.000euro, denuncia penale con detenzione da due mesi a due anni, sequestro delle attrezzature e dei mezzi di trasporto, sospensione delle attività commerciali di rivendita, risarcimento all’Ente gestore del danno materiale (calcolato in 40 € moltiplicato x la quantità numerica dei pesci catturati). Ma il problema, appunto, è beccarli, i bracconieri: perché i controlli sono ancora insufficienti. Le Foto

 

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Commenti 3
  • zaffo

    Brava Gianna, come al solito hanno scoperto l'acqua calda. Che il bracconaggio fosse considerata un attivit fuorilegge da quando la Berta filava. Guarda il caso, da quando arrivato il Renzi diventato tutto una novit, anche che la terra gira attorno al sole......state sereni pesciolini.

    rispondi a zaffo
    mer 21 settembre 2016 03:38
  • gianna

    io sono di tutt'altro avviso, da anni passeggiando sulle rive dell'invaso si vedono bene le reti lasciate dai pescatori che fanno incetta dei pochi pesci rimasti , quindi inutile fare tante belle leggi se poi non vengono attuate, "tempo e soldi buttati via", il fatto che dispiace vedere questo bell'invaso sempre pi degradato a causa della mancanza di controllo da parte di coloro che sono deputati a salvaguardare il nostro territorio che la nostra pi grande ricchezza

    rispondi a gianna
    mar 13 settembre 2016 11:46
  • Piero

    Il primo, pi importante "bracconiere", inteso come danneggiatore della fauna ittica, il TAV che, senza usare corrente elettrica o sostanze inquinanti o batteri, ha fatto sparire addirittura l'acqua dai torrenti dell'arco appenninico mugellano, con scomparsa di fauna ittica pregiata (leggi salmonidi). Delle carpe di Bilancino, pesciacci liscosi e dal sapore di mota, a me personalmente, non me ne pu "freg de meno". Ma come sempre, meglio beccare un soggetto privato (e poi fare bella figura, portandosi la bocca fino agli orecchi), che arrivare a colpire un soggetto organizzato ed attrezzato come 'sto ca220 di TAV.

    rispondi a Piero
    ven 9 settembre 2016 09:49