Sono stati i militari della Stazione Carabinieri forestale di Ceppeto a scovare in un’area situata nel territorio del “Parco della Piana”, in Comune di Sesto Fiorentino 800 metri quadrati di rifiuti speciali interrati.
Il lotto di terreno che è risultato essere stato acquistato un paio d’anni fa da tre donne di origine marocchina era recintato su tutto il perimetro e il lato verso la strada, così come gran parte del perimetro laterale e coperto da telo ombreggiante. Era presente un pozzo dotato di pompa e la predisposizione di un impianto elettrico, entrambi alimentati da un generatore di corrente.
Su una porzione del terreno, per una superficie di circa 400 metri quadrati, i Carabinieri forestali constatavano la presenza di tre manufatti: uno costituito da container appoggiato al suolo su pannelli di legno, utilizzato come deposito materiali e attrezzature di proprietà, un altro con copertura e tamponatura su tre lati, realizzati in pannelli coibentati, parzialmente munito di pavimentazione in pannelli di legno e usato per appoggiare mobilia, frigorifero e lavabo, un altro ancora realizzato in ferro con copertura in lamiera.
Nelle vicinanze sono stati rinvenuti rifiuti da demolizione e costruzione, ricoperti da un telo in nylon e interrati con terreno vegetale. Tali materiali, provengono dalle attività d’impresa e hanno un valore commerciale: vengono accantonati per essere poi smaltiti presso rottamatori autorizzati, al fine di trarne un profitto.
Il fondo oggetto di accertamento ricade nel territorio denominato “Ambiti del parco della Piana”, secondo il Regolamento Urbanistico del comune di Sesto Fiorentino. Tale ambito territoriale è identificato come area agricola di pianura, avente destinazione agricola.
I militari, con successivi accertamenti, appuravano che le opere erano state realizzate a partire dal secondo semestre del 2019, in quanto precedentemente i terreni erano a terreno nudo e ad uso agricolo ed erano già nella piena proprietà degli indagati.
Il marito di una comproprietaria era stato visto mentre scaricava materiali ferrosi dal furgone. Lo stesso è risultato titolare di ditta individuale che si dedica al trasporto di cose su strada. Da quanto è emerso si ritiene lo stesso direttamente responsabile della realizzazione delle opere abusive in concorso con la proprietà.
I forestali poi, insospettiti da una porzione di terreno smosso, chiedevano all’imprenditore cosa vi fosse occultato sotto il terreno. Alla risposta vaga, i Militari, al fine di verificare la veridicità delle affermazioni, procedevano con un attrezzo agricolo a scavare in più punti. Sotto uno strato di terreno vegetale superficiale ed un telo in nylon, erano stati sotterrati rifiuti speciali non pericolosi, costituiti da materiale da demolizione e costruzione, per un quantitativo non ancora determinato. Tale condotta costituisce reato di smaltimento illecito di rifiuti speciali ai sensi del Testo unico ambientale.
Considerando la destinazione urbanistica agricola dell’area, i militari hanno ritenuto che i manufatti e le opere siano state realizzate in contrasto con gli strumenti urbanistici territoriali e realizzate in assenza di permesso di costruire. In particolare, su una superficie di circa 400 metri quadri, è stato realizzato un cambio di destinazione d’uso del suolo.
Inoltre l’interramento di rifiuti speciali derivanti da demolizione e costruzione integra il reato di smaltimento illecito di rifiuti.
Sono state dunque denunciate all’AG le tre comproprietarie e il marito di una di esse per realizzazione di opere edilizie in assenza di permesso di costruire e cambio di destinazione d’uso mediante opere edilizie, in violazione del Testo unico edilizia e per smaltimento illecito di rifiuti speciali non pericolosi mediante interramento su fondo agricolo.