Il 25, 26 e 27 marzo, da lunedì a mercoledì prossimo, il Consiglio comunale di Firenze voterà per l'approvazione del Poc - Piano urbanistico della città -, che prevede investimenti che ammontano a un miliardo e cento milioni di euro. Secondo le previsioni, il Partito Democratico e la lista civica del sindaco Dario Nardella sono schierati compatti per il sì, mentre le altre forze politiche per il no, o più propense al no. Se tutti gli aventi diritto al voto si presentassero alle votazioni, e i non allineati per il sì votassero compatte per il no, Nardella subirebbe una sconfitta per un solo punto, con risultato 19 a 18. I dem comunque sono fiduciosi, galvanizzati anche dal fatto che i membri del centrodestra spesso disertano le votazioni.
Il Poc mette in disaccordo membri della stessa connotazione politica. Firenze Democratica e Sinistra Progetto Comune sono contrarie in quanto la Giunta Nardella non ha inserito - e quindi confermato, dal momento che è attualmente in vigore - la norma che blocca gli affitti brevi nel centro storico, che mantiene i costi delle case elevati, e di conseguenza le svuota di residenti stabili e le riempie di turisti. Tale decisione è maturata dal problema della giurisdizionalità della norma - molti affittuari hanno presentato ricorsi al tribunale, e il TAR, il Tribunale Amministrativo Regionale, dovrà pronunciarsi in merito -. Nardella ha dichiarato che se il TAR gli darà ragione reintrodurrà la norma - che non consente nuove iscrizioni per chiunque voglia affittare per brevi periodi di tempo i loro immobili nel centro storico di Firenze -, osteggiata fortemente dai membri di Forza Italia i quali - dati alla mano - affermano che i turisti portano denaro nelle casse del Comune, e si appellano al diritto dei proprietari di decidere come usufruire dei loro immobili.
Il Poc servirà a realizzare e a sistemare opere pubbliche come scuole, strade, palestre, giardini, marciapiedi: interventi edilizi e rigenerazioni urbane che darebbero lavoro a ventimila persone. Per non parlare delle centinaia di alloggi social housing, ovvero abitazioni destinate a coloro che hanno un reddito considerato alto per accedere a una casa popolare, ma basso per acquistarne una di proprietà, e dei mille posti a prezzo calmierato dentro i nuovi studentati privati ancora da realizzare. Il documento contiene anche precise scelte urbanistiche, come ad esempio il divieto di costruzione di studentati in centro, e quello degli studentati esistenti di tramutarsi in ostelli, a meno di non offrire il 30% dei posti letto a prezzi ridotti.
Le critiche mosse al Poc provengono altresì dalla cementificazione in programma, che andrebbe a discapito del verde. Ma, aldilà del fatto che per crescere una città ha bisogno di riqualificazioni e opere pubbliche, soffermiamoci sul cuore del problema, ovvero gli affitti brevi, che vengono garantiti da applicazioni quali airbnb. Sulla questione, la nuova legge della Regione Toscana prevede la possibilità per i comuni ad alta densità turistica di definire criteri e limiti agli affitti brevi in specifiche zone o aree.
E' giusto che i comuni, in assenza di una legge nazionale che regoli tale attività, abbiano la facoltà di mettergli un freno, evitando una sua proliferazione. A causa delle innumerevoli richieste, gli affitti brevi hanno causato un aumento vertiginoso dei prezzi delle case, e prenderne una in affitto per un lungo periodo è diventata un'impresa titanica. In Italia il turismo - in particolar modo nelle città d'arte come Firenze, Roma e Bologna - va a gonfie vele, ma gli affitti sono diventati inavvicinabili per le persone comuni, che optano per le periferie, anch'esse - anche se in misura minore - influenzate nei prezzi dagli affitti brevi.
Svuotandosi di cittadini stabili, i centri storici perdono la loro identità, fondamentale per la salute del territorio. Facendo un parallelo con la psicologia, è come un individuo che non avesse più certezze, ad esempio la consapevolezza di cosa gli piace e cosa no, di dove si trova il suo luogo di lavoro, della sua data di nascita; le certezze definiscono l'identità delle persone, e i cittadini stabili quella delle città. Un centro storico abitato per la maggior parte da viavai di turisti lo smembra, e verrà lasciato nell'incuria.
La città non è soltanto un insieme di monumenti, piazze, ristoranti e luoghi di culto, ma anche i volti dei suoi abitanti, che ne respirano l'aria e ne calpestano le strade, che ne conoscono l'anima e i problemi da affrontare. Oltretutto, come riporta uno studio effettuato dalla Northeastern University di Boston, in Massachussets, ci sarebbe una correlazione tra l'aumento degli affitti brevi tramite airbnb e l'aumento del tasso di criminalità. Questo sarebbe dovuto non soltanto ai disagi dei cittadini causati dagli aumenti degli affitti, ma anche dalla mancanza di dinamiche sociali all'interno della comunità. Tradotto: una città senza anima e identità è più soggetta a problematiche di ogni tipo.
La presenza sul territorio è altresì fondamentale per combattere la criminalità. Senza cittadini stabili, calano le denunce per spaccio di stupefacenti, risse e episodi di vandalismo; per questo è importante limitare gli affitti brevi e garantire la possibilità di vivere nei centri storici anche a chi non guadagna cifre esorbitanti.
Paolo Maurizio Insolia