E scempio sia!
Quando l'amico Stefano, mio "osservatorio" dal piazzale Michelangelo mi ha fatto presente cosa stesse succedendo pensavo che scherzasse.
Ma purtroppo non era così.
Eppure lui di cose belle, ma anche di clamorosi errori e orrori (concentrati negli ultimi anni) ne ha visti parecchio dato che gestisce il chiosco di famiglia aperto dal nonno nel 1947 che ha visto nel 1955 inaugurare il giardino dell'Iris dal sindaco Giorgio La Pira.
Quando solo salita al piazzale nonostante il tono sempre scherzoso e scanzonato di Stefano non credevo ai miei occhi.
La vista del piazzale (che ricordo essere patrimonio dell'umanità Unesco) celato e inaccessibile a chiunque in quanto "occupato" dall'allestimento di una sagra paesana concesso dalla giunta fiorentina, al Piazzale!
"15 giorni di piazzale occupato per tre giorni di pizza al Piazzale" sottolinea il mio amico a cui peraltro l'improvvisato mangificio crea anche qualche imbarazzo economico a volerla dire tutta perchè lui, ogni giorno, estate e inverno, freddo o pioggia "presidia" l'area offrendo appunto ristoro a fiorentini e turisti.
Facendo finta (si fa per dire) che Stefano e gli altri commercianti dell'area che due lire non le spendono in occupazione pubblica! non esistano (e cavoli loro per i mancati incassi) rimane lo scempio.
La vista offerta è triste e inquietante e la proposta fuori tema.
Cosa c'entra la pizza con la cultura e la tradizione di Firenze?
Perché in una città già stuprata da turismo mordi e fuggi foraggiato da una proposta enogastronomica quantomeno imbarazzante fatta di schiacciate crude e quarti di bue esposti in vetrina si fanno queste clamorose gaffe?
Davanti agli occhi un susseguirsi di tendoni bianchi, tutti uguali e tutti di plastica che col sole emanano pure il tipico odore non gradevole e poi sotto ogni tendone, in fila ben allineati, un susseguirsi di forni (chissà se avranno montato il filtro antinquinamento) vista Cupolone e Ponte Vecchio che qualcuno sui social ha già paragonato ai forni crematori di Auschwitz.
Fettuccie bianco/rosse a delimitare l'area per renderla inaccessibile e un simpatico cartello giallo che in inglese recita "for picture" indicando uno stretto pertugio come unico percorso concesso dall'organizzazione per chi vuole usufruire dell'affaccio e magari scattare una fato a Firenze dall'alto.
Del resto loro pagano (pochissimo!) al comune l'occupazione pubblica per privatizzarsi il piazzale patrimonio dell'umanità.
Quelli dell'organizzazione sono stati così bravi, complimenti! dato che nella delibera, proposta dall’assessore al commercio Giovanni Bettarini e votata all’unanimità da tutta la Giunta compreso l'Assessore alla Cultura e Turismo e vicesindaca Alessia Bettini (unici giustificati gli assenti Dario Nardella e Andrea Giorgio) sono riusciti ad ottenere persino l’abbattimento dell’80% del canone di occupazione del suolo pubblico, previsto per iniziative finalizzate alla promozione culturale...
Firenze è rossa di vergogna!
Firenze, città che ha inventato il mangificio cancella la sua cultura e la sua memoria enogastronomica di valore internazionale offrendo al mondo e confondendo i turisti il Pitti Pizza & Friends dal 23 al 26 maggio.
Uno spazio con 11 squallidi tendoni offerti ad altrettante pizzerie (corre moneta o concessi gratis dato che l'evento è culturale?) dove si cuoceranno (e anche qui la domanda si ripete gratis dato che l'evento è culturale?) pizze, panuozzi e amenità partenopee varie a chi entrerà, gratuitamente si sottolinea, nell'area.
Un evento di grande valenza culturale come si legge anche dal comunicato stampa che sottolinea che l'evento nasce “In un’ottica di rilancio del turismo volta ad intercettare nuovi flussi turistici anche attraverso grandi eventi di interesse che valorizzino la nostra memoria”:.. no comment....
Che dire poi della notizie che verranno organizzati anche laboratori per le scuole alberghiere e elementari per "celebrare la tradizione e l’autenticità della pizza italiana, promuovendo la sua rilevanza culturale e gastronomica" salvo poi scoprire, ma solo leggendo i dettagli sui social, che questi corsi saranno solo interattivi...
L'imbarazzo dopo la sollevazione popolare e politica è generale.
Per la maggioranza che governa la città un'autentico harahiri che presta il fianco alle supposte idee su come s'intenda proseguire nella politica di svendeita della città, per le opposizioni un piatto ricco offerto su un vassoio d'argento.
Ma incazzati sono tutti i fiorentini e non solo perché inguaribili nostalgici di trippa, lampredotto, bistecca alla fiorentina e ribollita.
Così prima si lancia il sasso e poi si nasconde la mano.
A iniziare da Destination Florence Convention & Visitors Bureau, l’ente partner del Comune di Firenze che avrebbe, almeno il teoria, il compito di promuovere il turismo alternativo e valorizzare i luoghi meno battuti, anche per decongestionare il centro storico dalle masse di visitatori, lo stesso che un anno fa attraverso una società partner promuoveva i tour nel borgunto di via de’ Neri, con tanto di bonus salta fila per le schiacciate semi-crude.
Ora, però anche loro si rimangiano un po' la vicinanza all'evento sottolineando che sul sito della Fondazione "è un calendario che aggrega e raggruppa tutti gli eventi che si svolgono in città.".
"Noi non siamo né coinvolti nell’organizzazione, né abbiamo patrocinato", dice ai colleghi del Corriere Fiorentino la direttrice Carlotta Ferrari, malgrado sul sito di Destination Florence sia riportato accanto all’evento, il bollino "qualità garantita da Df Convention & Visitors Bureau". Ma a farglielo notare il collega riceve solo il sarcasmo (di chi non sa che pesci prendere?) della stessa Ferrari che anziché fare un bagno d'umiltà lamenta "il livello altissimo delle inchieste giornalistiche in questa città", dimenticando che è proporzionato agli eventi che sa proporre chi gli organizza e chi gli avvalla.
Distanza netta presa anche dalla Camera di Commercio di Firenze che fa notare che nonostante sul profilo social l'organizzazione annunci che è "un grande onore annunciare che la Camera di Commercio di Firenze ha concesso il suo patrocinio", hanno respinto la proposta.
Poi c'è in ballo Pitti dato che l'evento si chiama "Pitti Pizza & Friends”, ma l'organizzazione che fa eventi e attività fieristiche legate al mondo della moda e non solo di ben altro livello è è sottolinearlo puntualizza attraverso l'amministratore Raffaello Napoleone che "non ci riguarda. Noi come marchio Pitti siamo registrati per eventi, attività fieristiche e moda. E' come se uno aprisse un negozio che si chiama Pitti: non essendo noi registrati come marchio che fa vendita al dettaglio non ci riguarda e non abbiamo competenza."
Ma allora viene da domandarsi chi sono i Friends?
Boh è la risposta giusta dato che tra i media partner risulta solo una radio nazionale molto radicata in Campania, e nessun media locale risultino coinvolto.
E anche in quanto ad aziende nessuna dalla Toscana anche se anche la Regione ha concesso il patrocinio.
E anche l'assessore Giovanni Bettarini che inizialmente aveva difeso la sua idea e che quasi a voler giustificare la concessione dell'abbattimento dell'80% del suolo pubblico aveva definito la sagra paesana al Piazzale "una bella iniziativa culturale" di fronte alle proteste ha balbettato che "il Piazzale non è un luogo congestionato dai turisti e per questo abbiamo (chi oltre a lui?) pensato di fare un esperimento e vedere come va".
Cosa dire... Forse che Giovanni Bettarini vive ancora a Borgo San Lorenzo e confonde il Foro Boario col Piazzale Michelangelo?
Rimane lo scempio e ce lo dobbiamo tenere!
Alla faccia di un rilancio culturale e turistico vero di Firenze. Alla faccia di tante promesse elettorali pinocchiesche e alla faccia della nostra bella storia, tradizione e cultura, anche culinaria.
Di quando Firenze esportava in Francia e nel mondo con Caterina de' Medici la tradizione culinaria del rinascimento e non scimmiottava le tradizioni partenopee a pochi passi da Ponte Vecchio.
Orrore!