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Consiglio comunale, polemica tra Pignatelli e Gandola. “Torna al paese tuo” scatena la denuncia del centrodestra

Il capogruppo ha spiegato di aver atteso alcune settimane prima di intervenire pubblicamente, nella speranza che la consigliera...

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Capogruppo del centrodestra Paolo Gandola Capogruppo del centrodestra Paolo Gandola © Capogruppo liste centrodestra Campi Bisenzio
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Nel corso di una recente seduta del Consiglio comunale, la consigliera di maggioranza Anna Maria Pignatelli si sarebbe rivolta al capogruppo del centrodestra Paolo Gandola con l’epiteto “torna al paese tuo”, pronunciato fuori microfono ma chiaramente udibile all’interno dell’aula. L’episodio ha suscitato una dura reazione da parte di Gandola, che ha denunciato pubblicamente quanto accaduto attraverso un video diffuso sui social.

Gandola ha definito l'accaduto “gravissimo”, sottolineando la natura discriminatoria e offensiva delle parole della consigliera. “È un linguaggio inaccettabile – ha dichiarato – che non può trovare spazio all’interno delle istituzioni democratiche. Il Consiglio comunale dovrebbe essere un esempio di civiltà e rispetto, non un luogo dove si pronunciano frasi che offendono la dignità personale e collettiva.”

Il capogruppo ha spiegato di aver atteso alcune settimane prima di intervenire pubblicamente, nella speranza che la consigliera Pignatelli potesse riflettere e presentare delle scuse formali. “Avevo richiesto le scuse già in aula, intervenendo per fatto personale, ma da parte sua nessun segnale è mai arrivato”, ha aggiunto Gandola.

Secondo il consigliere di centrodestra, l'episodio è rappresentativo di un clima politico deteriorato e incompatibile con il ruolo delle istituzioni pubbliche. “Chi siede in un Consiglio comunale ha il dovere morale di dare il buon esempio – ha concluso – e se non si è in grado di farlo, le dimissioni dovrebbero essere considerate un atto dovuto.”

La vicenda ha acceso il dibattito politico e pubblico, sollevando interrogativi sul livello del confronto istituzionale e sulla necessità di preservare un linguaggio rispettoso e responsabile all’interno delle assemblee rappresentative.

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