14 MAR 2025
OK!Firenze

Posta a Sant'Orsola la targa per gli esuli fiumani, istriani e dalmati

“Una lunga battaglia vinta per restituire onore all’Italia” afferma chi propose la posa della targa. La commozione di chi lì ha vissuto da bambino.

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Il ricordo a Sant'Orsola Il ricordo a Sant'Orsola © comune di Firenze
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C'è una storia sconosciuta a quasi tutti i fiorentini, a cui ieri è stato finalmente posto rimedio. Non a caso, proprio nel "Giorno del Ricordo", istituito solo vent’anni fa per commemorare i tragici eventi avvenuti ottant’anni prima lungo il confine orientale italiano e l’esodo dei friulani, istriani e dalmati.

Come ha dichiarato il presidente Sergio Mattarella, "troppo a lungo foibe e infoibare furono sinonimo di occultamento della storia", e così è stato anche a Firenze, dove quasi nessuno sapeva chi avesse vissuto a Sant’Orsola.

C'era commozione tra coloro che, allora bambini, oggi con i capelli bianchi, hanno guardato con emozione e ricordi alle pareti che li hanno ospitati da esuli e "nascosti". Tante famiglie erano divise solo da pareti di cartone, come racconta nel suo libro Myriam Aredeatini Sfilli.

Dal foglio A3 apposto simbolicamente nel Giorno del Ricordo 2022 alla targa di marmo scoperta ieri, il percorso della memoria ha finalmente trovato una forma concreta.

Il consigliere e vicepresidente del Consiglio Alessandro Draghi, presente alla cerimonia insieme al Sen. Paolo Marcheschi, al coordinatore cittadino Jacopo Cellai, alla capogruppo Angela Sirello e al consigliere Giovanni Gandolfo di Fratelli d’Italia, ha espresso tutta la sua soddisfazione.

"Una battaglia, la nostra", spiega, "che viene da lontano, ma oggi possiamo finalmente dire di aver vinto. Non per noi, ma per restituire onore a tutti quegli italiani che trovarono rifugio a Sant’Orsola dopo essere sfuggiti agli infoibatori titini".

“Siamo esuli fiumani, istriani e dalmati attraverso confini di odio e di morte. Siamo case strappate, uomini donne e bambini costretti a diventare stranieri. Ora siamo libertà ritrovata che ricorda che siamo stati e sempre saremo italiani”. Questo il testo della lapide. 

Alla cerimonia hanno partecipato, tra gli altri, l’assessora alla Toponomastica Caterina Biti, l’assessora alla Cultura della Memoria Benedetta Albanese, il presidente del Quartiere 1 Mirco Rufilli, Carlo Boni Consigliere Delegato Città Metropolitana e Daniela Velli Presidente del Comitato ANVGD Firenze. 

“È importante scoprire questa targa proprio oggi, 80 anni dopo i tragici fatti che portarono all’esodo di tante famiglie da Fiume, dall’Istria e dalla Dalmazia, e proprio qui a Sant’Orsola, dove 580 profughi furono accolti – ha dichiarato l’assessora Biti –. Anche in quel momento, infatti, Firenze fu città accogliente.  Ancora oggi è importante ricordare e riappacificarsi con la storia che su quegli eventi è molto chiara. Sta a noi impegnarci perché quello che è accaduto ci sia di insegnamento per il futuro”. L’assessora ha fatto poi accenno all’episodio di vandalismo di cui è stato oggetto la foiba di Basovizza. “Da parte di alcuni c’è la volontà di infangare quella memoria, di rinnegare quello che è stato e raccontare una storia diversa dalla realtà. Dobbiamo sempre tenere alta l’attenzione e impegnarci perché il Giorno del Ricordo renda giusta memoria a tutte le persone che furono barbaramente uccise o che furono costrette a scappare dalle loro case”. 


 

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