Immagine dell'incontro diffusa dall'associazione © Precari in Rete
In una nota a cura dell’Associazione Precari in Rete, viene espresso un giudizio fortemente critico nei confronti della CISL in merito alla gestione delle politiche sindacali che riguardano i lavoratori precari di Poste Italiane. L’autore utilizza una metafora efficace, quella dell’“acquaiolo napoletano”, per descrivere un sindacato che, a suo avviso, difende la propria posizione e i propri interessi piuttosto che quelli dei lavoratori più fragili.
Secondo l’analisi di dell'associaizione, l’organizzazione sindacale avrebbe assunto un atteggiamento di complicità rispetto alle strategie aziendali di Poste Italiane, contribuendo, di fatto, a consolidare un sistema basato sulla precarietà. Il primo punto di accusa riguarda un accordo definito discriminatorio, che privilegerebbe i neoassunti con contratto a termine in scadenza nel 2025, escludendo coloro che attendono da anni l’assunzione stabile pur figurando nelle graduatorie interne. Tale scelta, sostiene l’associazione, creerebbe “lavoratori di serie A e di serie B”, penalizzando chi ha già maturato anni di esperienza.
Un secondo elemento di critica è il silenzio sindacale sui dati relativi agli infortuni e alla diffusione dei contratti precari. Vengono citate cifre allarmanti — oltre 40.000 infortuni e 100.000 contratti a termine in pochi anni — a fronte delle quali la CISL non avrebbe espresso posizioni pubbliche di condanna o proposte correttive. A ciò si aggiunge la denuncia di pratiche lavorative scorrette, come il ricorso a ore di lavoro non retribuite sotto minaccia di mancata proroga.
L’associazione contesta inoltre la posizione della CISL sul referendum sul lavoro dell’8 e 9 giugno 2025, che prevedeva la reintroduzione dell’obbligo di causali per i contratti a termine. L’opposizione del sindacato a tale misura, secondo Pascale, avrebbe favorito la flessibilità delle imprese a scapito della stabilità occupazionale.
Infine, viene evidenziato un presunto conflitto di interessi politico, legato alla nomina dell’ex segretario generale Luigi Sbarra a Sottosegretario di Stato nel Governo Meloni, interpretata come segnale di eccessiva vicinanza tra la CISL e le istituzioni politiche.
L’articolo si conclude con un invito diretto ai precari di Poste Italiane affinché chiedano risposte concrete sul proprio futuro dopo la scadenza delle graduatorie nel 2026, superando quella che viene definita una “retorica rassicurante” e rivendicando maggiore trasparenza, coerenza e tutela effettiva dei propri diritti.


