Calenzano. La Squadra Mobile di Firenze ha individuato i soggetti ritenuti gli autori materiali delle tre rapine in banca consumate nel dicembre scorso tra Firenze e Calenzano ad opera di due uomini e di una donna. I tre sono ora in carcere accusati del reato di rapina aggravata continuata e in concorso. Il primo episodio avvenne proprio nel comune a nord del capoluogo toscano dove la mattina del 13 dicembre il gruppo, una volta all’interno dell’istituto di credito di via Giusti, riuscì ad impossessarsi solamente del telefono cellulare di uno dei dipendenti minacciandolo con un taglierino; i ladri non riuscirono a prendere altro anche grazie ai sistemi di sicurezza della banca. In quell’occasione un rapinatore era infatti rimasto bloccato dentro la cosiddetta “bussola” in quanto il suo travisamento aveva fatto scattare l’allarme del sistema “anticamuffamento” della banca con cassaforte ad apertura “temporizzata”. Poco dopo, durante la stessa mattinata, i tre visitarono a Firenze una seconda banca in viale Guidoni. Come nell’altra rapina, entrarono uno alla volta: la donna con occhiali da soli, mentre gli altri due travisati con cappellino, occhiali e sciarpe. I banditi minacciarono il cassiere con un taglierino ed un paio di forbici e riuscirono a portare via più di 13000 euro in contanti, dandosi poi alla fuga a bordo di un’utilitaria rubata. L’ultimo episodio criminoso della serie si verificò la mattina del 23 dicembre presso una filiale bancaria in via dello Statuto: dopo il colpo i malviventi fuggirono con banconote del valore di oltre 7000 euro (tra euro, dollari e sterline). Quello stesso giorno gli uomini della Squadra Mobile di Firenze intercettarono sull’A1, direzione Sud, un’auto della stessa marca e modello di una vettura di grossa cilindrata ripresa più volte nelle immagini di videosorveglianza cittadina passate al setaccio dagli inquirenti nell’ambito delle rapine avvenute dieci giorni prima tra Calenzano e Firenze (ma della quale nei fotogrammi non era visibile la targa). La macchina sospetta venne controllata con la collaborazione degli agenti della Polizia Stradale di Battifolle (AR). A bordo della stessa furono identificati un uomo ed una donna trovati in possesso di denaro contante, strumenti atti allo scasso e sostanze stupefacenti. Entrambi al momento furono denunciati anche perché non emersero elementi direttamente riconducibili alla rapina avvenuta nella mattinata. Ma gli investigatori della Sezione Antirapina della Squadra Mobile Fiorentina, coordinati dal Commissario Capo Domenico Balsamo e dal Sostituto Commissario Fortunato Romeo, si misero subito a lavoro per accertare possibili implicazioni della coppia fermata a Battifolle con i fatti oggetto d’indagine. La fisionomia della donna non coincideva con quella descritta dai testimoni e inquadrata dalle telecamere di sorveglianza della banca; mentre l’uomo, 30 anni di origine catanese, aveva subito suscitato qualche dubbio negli inquirenti. I poliziotti sono voluti andare a fondo nella vicenda ricostruendo i contatti del sospetto e analizzando ogni traccia utile a ricostruire la sua rete sociale. Durante il controllo, proprio dal suo telefonino era saltata fuori una foto che lo ritraeva travisato insieme ad un altro soggetto a volto scoperto, quest’ultimo perfettamente compatibile (abiti compresi) con uno degli autori delle rapine del 13 dicembre. Sempre nella vettura fermata in autostrada, gli agenti avevano trovato anche una fattura emessa da un’autofficina di Firenze. Nel documento erano stati annotati due numeri telefonici: il cellulare di una donna (risultata poi essere la terza complice) e il numero di un albergo nella periferia Nord di Firenze. Attraverso ricerche incrociate gli investigatori sono riusciti a dare un volto ai tre rapinatori, tutti catanesi, regolarmente registrati nell’albergo: il 30enne fermato a Battifolle, un secondo catanese di 49 anni (peraltro ritratto insieme all’altro nell’autoscatto “incriminato”) e una ragazza incensurata di 27. Quest’ultima è stata catturata la scorsa settimana nel catanese in esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip presso Il tribunale di Prato (competente territorialmente per il Comune di Calenzano dove è avvenuta la prima rapina della serie) Dr.ssa Angela Fantechi su richiesta del P.M. titolare delle indagini. Gli altri due destinatari della misura si trovavano invece già detenuti per altra causa, ovvero per altre rapine.