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Processo operai cantiere comunale. La montagna partorisce un topolino

L'accusa chiede in Tribunale pene risibili e assoluzione per gli "ex furbetti del cartellino". Una vicenda surreale costata migliaia di soldi pubblici.

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La sede del cantiere comunale La sede del cantiere comunale © OKM
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La notizia abbastanza clamorosa dei giorni scorsi della richiesta del Pm al processo che vede imputati gli operai del comune di Borgo San Lorenzo è stata tenuta un po' sotto traccia. Peccato!
Ci aspettavamo almeno la stessa enfasi di quando la faccenda esplose con dirompenza nell'ottobre del 2017 fra intercettazioni, indagini, irruzioni all'alba delle forze dell'ordine in casa degli indagati e tutto quanto fa spettacolo. 
Invece no. Oggi tutto tace o quasi. Sicuramente non lo faremo noi.

La vicenda, inoltre, si svolge proprio in un momento in cui l'arresto del boss Messina Denaro e le posizioni garantiste del Guardasigilli Nordio molto fanno discutere anche sull'uso un po' spregiudicato dei media nei confronti delle vicende giudiziarie.  La prudenza è sempre portatrice di buona creanza e puntare il dito contro chicchessia è sempre sgradevole; vogliamo però vedere il bicchiere mezzo pieno e pensare che la rinnovata sensibilità alle tematiche giudiziarie di questi giorni permetta a tanti una rilettura diversa anche di quanto è avvenuto a Borgo San Lorenzo, soprattutto in virtù del clamoroso ridimensionato dell'intera vicenda in Tribunale.

A suo tempo scoppiò una bomba mediatica e si riempirono pagine intere di giornali per raccontare dell'indagine che coinvolgeva 18 operai del cantiere comunale di Borgo San Lorenzo accusati di truffa e peculato. Operai (e famiglie) messi alla gogna e scaraventati su giornali e tv nazionali col titolo di "furbetti del cartellino". Oggi il Pubblico Ministero nella sua richiesta di condanna chiede cinque mesi e 60 euro di multa per otto imputati ai quali viene riconosciuta “l’attenuante del fatto lieve come entità del danno prevalente sull’aggravante” e assoluzione “perché il fatto non sussiste” per altri sette. Infine, un patteggiamento e due posizioni stralciate. La sentenza dovrebbe arrivare entro il 16 febbraio ma sembra lecito pensare che sarà in linea con le richieste del PM.

Scapperebbe tanto da ridere se non ci fosse molto da piangere per le sofferenze vissute e i danni arrecati in questi lunghi 6 anni da queste persone. Esseri umani che hanno sofferto e sono stati scaraventati in una centrifuga senza via d'uscita a cui è doveroso oggi quantomeno chiedere scusa. 

Eppure, tacciati come i "furbetti del cartellino" per sottolineare che erano dei fannulloni penitenti che si facevano gioco del loro posto pubblico; per questo dovranno pagare 60 euro di multa ma si sono spesi centinaia di migliaia di euro dei contribuenti e quindi prelevate direttamente dalle tasche dei cittadini. Per capire che tutto era al limite del surreale non ci voleva però molto sale in zucca, bastava farsi solo alcune domande:

  • Perché, se avevano fatto qualche marachella, l'Amministrazione con i suoi uffici competenti non ha provveduto a redarguirli magari applicando come sanzione disciplinare o una multa, magari di 60 euro?
  • Perché loro che erano sempre stati portati a modello per la loro encomiabile dedizione ed elogiati pubblicamente da Sindaco e Assessori erano all'improvviso diventati dei mostri? Avevano forse visto qualcosa che non dovevano  o toccato qualcuno da non toccare?
  • Perché sotto processo sono finiti solo loro e nessun "livello superiore"?
  • Forse a Borgo San Lorenzo gli operai agiscono per moto proprio senza prendere ordini dai dirigenti e dagli amministrativi?

Ci fermiamo qui (al momento) anche se sono tante le domande che salgono alla mente, poiché il Sindaco ha già risposto con un laconico "no comment" fino a sentenza definitiva al nostro primo timido tentativo di chiedere una sua dichiarazione in merito, noi aspettiamo fino al 16 febbraio dato che non manca molto. In fin dei conti gli operai accusati hanno aspettato ben 6 anni e noi possiamo aspettare alcuni giorni.

L'appuntamento (se ce lo confermerà) col sindaco Omoboni è per il 17 febbraio. Le domande che gli vorremmo porre sono queste di cui sopra così se vuole si può avvantaggiare nelle risposte. 

Rimane sicuramente l'amaro in bocca per una vicenda che poteva benissimo essere gestita per quello che era (ovvero poco di più che un richiamo amministrativo), invece di montare un caso giudiziario, impegnando uomini e mezzi che potevano fare ben altro di più importante, e che ha sicuramente prodotto delle sofferenze a lavoratori, seppur "privilegiati" come ebbe a dire l'Assessore Claudio Boni in una trasmissione televisiva, e le loro famiglie. 

Resta il fatto che per tutto lo svolgersi di questa triste vicenda sembra lecito pensare che la montagna abbia partorito il topolino!

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Commenti 1
  • Alessandra

    Poveri operai cosa hanno dovuto subire..... Speriamo che gli sia resa giustizia....

    rispondi a Alessandra
    dom 29 gennaio 2023 09:21