Sabato 21 dicembre, la sala Magnus di Castel del Rio ha ospitato un’assemblea pubblica dedicata al controverso progetto di impianto eolico industriale “Monte La Fine e Monte Pratolungo”. Organizzato dall’Amministrazione comunale con la partecipazione della società EEA Italy Wind e dei comitati “Crinali Liberi” e “No Eolico Industriale-Firenzuola”, l’incontro ha evidenziato le numerose perplessità della popolazione. Tra i temi emersi: l’impatto ambientale legato all’abbattimento di boschi, i rischi per la biodiversità e l’equilibrio idrogeologico, oltre alle possibili ripercussioni sul turismo lento e sulla salute pubblica.
Visto che la proposta dell’impianto insiste nei comuni di Firenzuola e di Castel del Rio, con complessive 13 pale (da quanto illustrato visibili tutte da Moraduccio), all’assemblea pubblica, oltre al CAI di Imola, abbiamo partecipato anche noi, del comitato “No Eolico Industriale-Firenzuola”
Sono state espresse dai comitati e dai cittadini, varie perplessità inerenti il progetto, sia dal punto di vista ambientale, che economico, che sanitario che sociale; oltretutto alcuni dati, come quelli sull’avifauna e sulla ventosità, sono oscurati, per cui non visibili, e altri, come riguardo agli ettari di abbattimento di boschi (che è stato dichiarato siano 12), di sbancamento di terreni e di cementificazione, non sono stati, rispetto all’ipotesi di progetto, ben quantificati, come non è stata ben quantificata neppure la lunghezza totale in profondità dei piloni che verrebbero cementificati per sostenere le torri.
Una delle preoccupazioni esposte è stata quella sulla sempre maggiore fragilità del nostro territorio, e viene da chiedere:
Davvero dopo due anni di frane e alluvioni le nostre amministrazioni consentiranno la realizzazione di un progetto così invasivo per l’equilibrio idrogeologico con ipotesi di transito di mezzi pesanti là dove ora ci sono boschi e versanti franosi? Davvero le nostre amministrazioni permetteranno l’installazione di 13 aereogeneratori alti fino a 178 m con messa in posa di quantità enormi di calcestruzzo e l’abbattimento di una superficie boschiva equivalente a quasi 20 campi da calcio?
Ci rendiamo conto poi dell’impatto che avrebbe questo impianto sulla fauna e sulla flora di quei territori, che oggi sono determinanti per l’abbattimento di CO2 in atmosfera e per contrastare il cambiamento climatico?
Sono poi gli stessi territori, i nostri Appennini, che andrebbero tutelati per ricchezza di biodiversità, prevedendoli nel 30% del territorio da tutelare, così come da obbiettivo chiesto dall’Europa, entro il 2030.
E’ stata sollevata poi la preoccupazione rispetto alla minaccia che questo impianto potrebbe portare al crescente turismo lento, questo sì veramente sostenibile, che attraversa le nostre montagne. Il progetto insiste infatti sul percorso dell’“Alta via dei parchi”, un ponte escursionistico fra il Parco nazionale dell’Appennino tosco emiliano e il Parco regionale dell’Aveto.
Ricordiamo poi, come sia esploso il turismo lento lungo la Via degli Dei, dopo la vittoria della mobilitazione che ha evitato la costruzione del parco eolico su parte della stessa, ovvero sul Monte Gazzarro.
Negli ultimi anni poi, si è assistito a un progressivo aumento della domanda di ricerca di abitazioni in aree rurali. L’impianto comprometterebbe irrimediabilmente il valore patrimoniale di questi edifici e la perdita di attrattività del territorio.
Hanno destato perplessità anche le possibili ricadute sulla salute che possono essere determinate dall’effetto stroboscopico delle pale e da infrasuoni e rumori a basse frequenze prodotti, anche a centinaia di metri.
Oltretutto l’’inserimento di impianti eolici in ambienti naturali potrebbe aumentare il rischio di incendio a causa dei possibili incidenti agli aereogeneratori, così come avvenuto in diversi siti.
Sottolineiamo poi, come in risposta alla devastazione ambientale ed alle problematiche che dovranno affrontare le persone che abitano quei territori, il D.M. 10/09/2010, VIETI contropartite in denaro ai comuni prevedendo soltanto opere di compensazione per i danni arrecati!
Ricordiamo come oggi, più che in passato, l’attenzione per la natura nel suo complesso debba essere la priorità di tutti i soggetti coinvolti, anche come dovere per le generazioni future, e nella falsa veste green, non si devono realizzare opere che la possano compromettere!
Questo sarà soltanto uno dei tanti incontri, che se necessario, pensiamo di realizzare. Vogliamo tutelare il nostro appennino dalle devastazioni speculative! La possibilità di energia green senza distruggerlo c’è; mettiamo pannelli solari su parcheggi, capannoni, edifici, e attiviamo le Comunità Energetiche per autodeterminarci nella transizione energetica!
27 dicembre 2024
Comitato No Eolico Industriale-Firenzuola