Siamo tutti No-Tav. Prospettive del movimento contro le grandi opere alla Festa di Liberazione. Le foto e il racconto della serata. © n.c.
L'incontro è stato moderato da Giulio Gori, giornalista del Corriere Fiorentino, ed ha visto la partecipazione di una rappresentanza del movimento No Tav della Val di Susa, ed ancora di: Simona Baldanzi, autrice del libro "Mugello Sottosopra", Rosa Rinaldi, responsabile nazionale del Dipartimento Ambiente di Rifondazione Comunista e Tiziano Cardosi, del Comitato contro il sotto-attraversamento Alta Velocità di Firenze.
Uno dei rappresentanti del movimento NO TAV, Andrea Merlone, ricercatore INRIM (Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica), prima di iniziare la sua esposizione ha scioccato i presenti gettando sul tavolo dei relatori un centinaio di contenitori vuoti di lacrimogeni, utilizzati dalle forze dell'ordine contro i manifestanti della Val di Susa, facendo presente che tali "oggetti" sono stati rinvenuti in solo 10 mq di vigna sparsi sul territorio. Ha inoltre riportato testimonianze dirette a dimostrazione che tali gas sono stati utilizzati anche contro donne e bambini, nonostante che il gas CS contenuto nelle lattine, sia riconosciuto a livello internazionale come altamente tossico.
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Aiutandosi con una serie di diapositive, Andrea Merlone, ha poi esposto la sua tesi contraria alla TAV, riportando una serie di dati sull'inutilità dell'opera sotto l'aspetto economico, ambientale e razionale. Elencando le motivazioni spesso utilizzate dai pro-TAV Merlone ha smontato pezzo per pezzo tali motivazioni, mettendo in luce, quella che il movimento considera la vera ragione dietro alla volontà di realizzazione dell'opera stessa: gli interessi di pochi a sfavore dell'interesse collettivo.
A seguire, Giulio Gori, ha introdotto il secondo ospite del movimento No Tav, che ha raccontato come il movimento della Val di Susa sia partecipato da tutta la popolazione dell'area, secondo un sistema che riporta molte analogie con le lotte partigiane. Una partecipazione trasversale, che parte dai giovani fino ad arrivare alle penne nere degli “Alpini No-Tav”. Nonostante la forte pressione mediatica che il movimento considera pura disinformazione, la protesta si evolve in molte forme, passando anche per campagne di solidarietà a favore dei terremotati dell'Emilia, poiché la lotta No-Tav – hanno ripetuto i rappresentanti - non è una battaglia della Val di Susa, ma è l'Italia intera che deve reagire e pretendere che le grandi opere siano realizzate grazie a processi partecipati e mediante piccole opere che non siano a unico vantaggio dei grandi di potere.
E' poi intervenuta Simona Baldanzi, autrice del libro "Mugello Sottosopra", che racconta le tante difficoltà che hanno attanagliato il Mugello per lunghi anni, in concomitanza con la realizzazione di grandi opere come, appunto, l'Alta Velocità Ferroviaria. Il suo intervento ha voluto porre l'accento su come i nostri amministratori non abbiano fatto tesoro delle negative esperienze della TAV in Mugello e gli stessi problemi si stiano ripresentando anche per la terza corsia dell'autostrada e della mega area di servizio che sorgerà in zona Bellosguardo a Barberino di Mugello.
Rosa Rinaldi, dirigente nazionale del PRC, conferma la vicinanza del Partito della Rifondazione Comunista alle battaglie del movimento della Val di Susa, auspicando che presto si possa iniziare ad discutere dell'importanza delle grandi opere sotto il profilo delle vere necessità che ha questo paese.
Tiziano Cardosi, poi, del comitato contro il sotto-attraversamento AV di Firenze sottolinea in tre punti fondamentali la sua contrarietà a tale opera, ovvero: l'inutilità della stessa poiché è da tempo che l'Alta Velocità utilizza la rete ferroviaria di superficie, per cui potrebbe servire un adeguamento della stessa rete ferroviaria per migliorare già il servizio in essere. Il secondo punto è il costo enorme dell'opera stessa, di cui si prevede un ulteriore aumento, mentre il terzo punto è rappresentato dalla pericolosità del tunnel sotterraneo, dove Cardosi afferma che non sono stati affrontati in modo corretto e completo le valutazioni di impatto ambientale.
L'incontro si è chiuso con la toccante testimonianza di Sergio Pietracito, dell'azienda agricola "I Pianacci"; un'imprenditore che, per la posizione di estrema vicinanza della sua azienda ad alcune gallerie realizzate per il passaggio della linea AV in Mugello, si è trovato per lunghi anni a combattere non solo con le frane ed il dissesto geologico, ma anche con una burocrazia spesso ottusa e con un sistema di potere che non ha lasciato spazio alla giusta rivalsa di coloro che di quell'opera hanno solo, personalmente, pagato gli ingenti danni.


