OK!Firenze

"Gran Fondo Firenze De Rosa". Resoconto della gara

  • 4
  • 375
Gran Fondo Firenze De Rosa. Resoconto della gara Gran Fondo Firenze De Rosa. Resoconto della gara © n.c.
Font +:
Stampa Commenta

Era domenica mattina, ma non una domenica come le altre. Quella mattina potemmo assistere ad spettacolo senza pari, con il centro di Firenze invaso dalle biciclette, con ben 2700 ciclisti pronti a partire da Piazza della Signoria. Era la domenica della Gran Fondo Firenze De Rosa, gara ciclistica fiorentina alla sua quarta edizione. Era il 17 aprile e Firenze, per la quarta volta nella sua lunga storia, la città fu invasa pacificamente da migliaia di cavalli di carbonio. Fu un vero splendore vedere la griglia di partenza occupare tutta la via che collega Piazza della Signoria a Piazza del Duomo. Una scenografia di grande effetto per la prima prova del Giro delle Capitali, il challenge che racchiude le granfondo organizzate nelle tre capitali d'Italia. Furono ben 2700 gli amanti della bicicletta che si iscrissero nelle liste di partenza della 4ª Granfondo Firenze De Rosa, pronti a partire in una location veramente senza pari: l'antico centro storico della città che è stata la seconda capitale d'Italia, interamente dedicato ai granfondisti con un incredulo Palazzo Vecchio a guardare incuriosito questa massa policroma. Il gruppo partì in perfetto orario per transitare sul Ponte Vecchio e, sfilando sul Lungarno, andò a guadagnare la partenza volante all'inizio della salita di Fiesole, ben nota ai più per essere stata teatro dei Mondiali di Ciclismo. L’ordine d’arrivo allo strappo al 18% di via Salviati in cima al quale è posto il traguardo, vide una lotta in volata fra Morrone e Kivishev che lo passò negli ultimi metri, involandosi al traguardo. Sul percorso di mediofondo furono in tre a presentarsi all'inizio dello strappo, ma fu l'aretino Giovanni Nucera ad avere quel passo in più che gli permise di passare vittorioso sotto il traguardo. Dietro di lui si concluse il podio alla spicciolata con Daniele Bergamo sul secondo gradino e Michele Cartocci sul terzo. Tra le società la vittoria andò al GS Poccianti, che precedette sul podio la Mugello Toscana Bike e il GS Cicli Gaudenzi. La bella festa si concluse con il ricchissimo pasta party finale, questa volta organizzato nei capienti locali dell'ippodromo. Ma non ci fu solamente la gara dei primi e se vi va, potrete leggere la gara vissuta da un ignoto corridore delle retrovie, sicuramente vincitore morale di una gara contro se stesso. Gran Fondo Firenze De Rosa 2016, ovvero la mia prima gara con la bici da corsa. Beh, qualcuno, inesperto come me, potrà immaginare che le gare ciclistiche, siano esse su strada o in mountain bike, siano abbastanza simili. Niente di tutto ciò e la mia ritrosia fino ad oggi a partecipare ad una gara su strada, vede un forte ripensamento ed un grande dietro front ideale su quella che invece, si è dimostrata un’esperienza bellissima. Il mio snobbismo per la “specialissima” si è visto nei giorni precedenti alla gara, fino a ieri sera, con uno scarso interesse nella preparazione della competizione, sia dal punto di vista atletico, sia dal punto di vista logistico/organizzativo. Ed invece al via impartito da Via Calzaioli, nel centrissimo di una meravigliosa Firenze, ha mutato completamente il modo di vedere in me questa specialità che mi aveva visto fin ora in sella alla bici da strada, solo per allenarmi alle gare di mountain bike. Ma veniamo alla gara che ha visto oggi partire dal centro di Firenze, circa tremila partecipanti, in un fiume caotico, colorato e chiassoso. Difficile uscire dal Ponte Vecchio, che ha formato un naturale “collo di bottiglia” per tutti quelli che come me, partivano da dietro. Ma appena arrivati sui lungarni e sui viali, sfrecciare a 50 km/h fianco a fianco di altri ciclisti, mi ha dato una tale scossa d’adrenalina che mi ha fatto pedalare col sorriso fino all’attacco della salita di Fiesole. Il sorriso a questo punto ha preso le sembianze di un ghigno, per poi passare ad una smorfia, con dolore nella parte finale della salita che mi ha messo fin da subito alla prova. I miei compagni di squadra infatti mi avevano detto che in una gara come quella di oggi, la differenza sostanziale l’avrebbe fatta uscire da Fiesole abbastanza davanti… Beh, forse questa strategia l’hanno pensata in tanti a giudicare da come procedevano, alcuni con un passo davvero incontenibile. Ho pensato quindi di cercare di non strafare e di non “frizzarmi” troppo, anche perché le sensazioni che avevo, non lasciavano presagire niente di buono: gambe pesanti e stanchezza precoce infatti, sono stati il primo campanello d’allarme che mi hanno cominciato a far pensare di portare a termine il percorso medio, piuttosto che rischiare di bloccarmi sul percorso lungo. Per fortuna siamo talmente tanti che qualche apripista si trova sempre, consentendomi d’approfittare di un po’ di scia e di farmi tirare fino all’Olmo. Inizia così la discesa verso Borgo, la conosco benissimo e me ne accorgo da come riesco a volare su tanti avversari. Bellissimo, poter scendere a strada chiusa, poter fare traiettorie altrimenti impossibili, con una bici che in fatto di stabilità e scorrevolezza, andava veramente bene. Arrivato a Serravalle, incrocio la Stefania ed i bambini che sono venuti a vedermi. Sfreccio talmente veloce in mezzo ad altri concorrenti che ho solo il tempo di gridare “alè, alè”. Sento provenire ormai alle mie spalle il loro classico saluto: “vai, vai, vai”!! Passiamo per il Palagiaccio, per l’Autodromo e per l’Arrabbiata che mi conferma il mio precario stato di forma, convincendomi a deviare per il percorso medio e non proseguire per il lungo che sicuramente mi causerebbe problemi nella tenuta. Oramai i miei compagni di viaggio sono più o meno gli stessi, con i quali ci diamo sovente il cambio per tirare il gruppetto che abbiamo formato. S’arriva alla lunga diritta di Cafaggiolo, tutta contro vento, dove sfrutto un malcapitato apripista, ignaro d’avermi alle sue spalle. Giunto a Vaglia, con i miei ormai amici, scambiamo due parole, qualcuno comincia a recitare un rosario, vista la salita di Poggio Uccellini che ci attende. La prendo sufficientemente tranquilla, so che completata questa, la gara si riporta per forza a casa, per cui conserva e via andare. Ma la salita è ripida e, specialmente l’ultimo tratto mi fa dialogare apertamente con la Madonna, alla quale non nego d’aver chiesto più volte un aiuto a non mollare. Nel veloce tratto che ci porta alla Casa al Vento, trovo un omone che produce una scia fantastica, mi ci incollo tenendo alla larga ogni avversario. L’omone era mio e la sua scia pure!!! Ma a 50 metri dall’incrocio per l’Olmo, l’ho affiancato e nel breve tratto in leggera salita, in piedi sui pedali, ho staccato il gruppetto che m’inseguiva. Anche questo tratto di strada lo conosco bene e visto che in discesa oggi mi trovavo davvero a mio agio, ho giocato il tutto per tutto per scappare. Piccolo inciso: non stavo giocandomi la vittoria, non so nemmeno in che posizione fossi, ma il gioco era talmente divertente che leggevo nei miei movimenti, nel mio modo d’interpretare la gara, una sorta di telecronaca da Giro d’Italia. E tutto ciò era entusiasmante, facendomi echeggiare nelle orecchie la cronaca della fuga di Pantani sul Mortirolo o di altre imprese epiche, ben lontane da me, dal mio modo di pedalare e da ogni mia possibilità. Ma oggi ero qui per giocare e gioco doveva essere fino in fondo. Giù per la faentina penso di aver toccato velocità che nemmeno in moto sia mai riuscito a fare, tanto che incontrando un gruppetto di Mugello Toscana Bike che era venuto a vedere la gara, non ho fatto in tempo nemmeno a salutare. Breve strappo ripidissimo alle Caldine e poi il famoso o famigerato arrivo di Via Salviati. Una salita di circa 500 metri che si impenna sempre più, fino a toccare pendenze vertiginose, almeno così mi sono sembrate sul finire di una gara sofferta. Qualcuno avanti a me scende, io ne sono molto tentato anche perché i miei quadricipiti ad ogni affondo di pedale, assumono contrazioni di forma stranissima e mi fanno piuttosto male. Ma siamo all’arrivo ed ogni arrivo in salita non mi ha mai visto cedere di fronte a niente. Stringo i denti, abbasso la testa, abbasso i gomiti, salgo gli ultimi metri, poi sul traguardo un sospiro ed un urlo liberatorio concludono la mia gara, la mia prima gara su strada. Ordine d’arrivo?? Boh, non è dato saperlo. Il sito mysdam nel momento in cui scrivo non riporta il 70% della mia squadra… misteri informatici aleggiano su Firenze.

 

Lascia un commento
stai rispondendo a

Commenti 4
  • massimo

    ciao Gugliemo. Ho iniziato a leggere l'articolo e pi leggevo parole e pi sembrava l'avessi scritto io. Sono del 1968 e domenica stata anche per me la prima gara e prima esperienze del genere. A differenza di te, per, io fino all'anno scorso non sapevo nemmeno cosa fosse la bicicletta. Incidente stradale in moto, 14 costole in frantumi, polmone perforato e tanto tanto altro; addio ad oltre 2 pacchetti di sigarette al d e lievitazione di 12kg in meno di 40 giorni che si sono aggiunti agli 86 che gi avevo di mio. Inizialmente passeggiate alle Cascine per poi aumentare in leggere corsette finch, da amici ciociari, vengo spinto su una bici. Tralascio sudore, fatica, sacrifici e dispendi economici, per arrivare a domenica. In quella via Calzaioli c'ero anche io. Tre notti travagliate alle spalle per la tensione...i miei due amici ciociari - anche loro partecipanti alla gara - intenti a "selfarsi" mentre io litigavo con la sella che si era a

    rispondi a massimo
    gio 21 aprile 2016 05:04
  • massimo

    bbassata in avanti e non voleva saperne di risalire. Parto (con sella abbassata) e mi si apre un mondo davanti. Gara bellissima, se cos posso definirla visto che i miei amici erano sempre l a cercare di tenermi a freno preannunziandomi che non ce l'avrei fatta a finirla!! Una vittoria bellissima!! Una vittoria ottenuta contro un corpo che per 47 anni non aveva fatto nulla e forse nemmeno sapeva esistesse la parola sport! Anche io in discesa un fulmine ed anche io in salita sembravo "fatto" per le apparizioni che ho avuto. Gli ultimi 5 Km di gara li ho fatti con i miei due amici e con il gruppetto degli inseguitori dei primi due arrivati al percorso lungo. Gruppetto degli inseguitori che per gli ultimi 5 km hanno avuto la compagnia di 5 infiltrati in tutto che si sono dannati per reggere il loro ritmo, si sono divertiti stando l e che sentivano gli spettatori incitarli credendoli tutti in lotta!!!Spettatori che si sono accorti dell' "in

    rispondi a massimo
    gio 21 aprile 2016 05:04
  • massimo

    ganno" quando abbiamo svoltato sulla Salviati. I veri atleti sono schizzati al traguardo....a noi altri sembrava avessero chiuso una porta immaginaria in faccia!!! Ci siamo guardati, abbiamo riso e raccolto le ultime forze per tagliare il traguardo. La conclusione???? Sto segnandomi (questa volta purtroppo da solo) alla gran fondo della Vernaccia perch non vedo l'ora di riiniziare!!!!!!!!

    rispondi a massimo
    gio 21 aprile 2016 05:04
  • Ranieri Pieri

    In tutta sincerit ? Una rottura di marroni, specialmodo per chi era impegnato nel solidale seriamente ed arrivato in modo ingiustificato tardi ai propri impegni per una insulsa ed organizzata male gara.

    rispondi a Ranieri Pieri
    mar 19 aprile 2016 08:01