Covid a scuola © N.c.
Abbiammo parlato dello "strano caso" dell'istituto scolastico Niccolini di via di Scandicci con l'Assessore all'istruzione Sara Funaro dopo la richiesta di "aiuto" di alcuni dei genitori chiusi in casa in quarantena con i loro bimbi risultati positivi al Covid in seguito al focolaio esploso a metà gennaio nella scuola.
Avevamo scritto del disagio di alcuni di non trovare un "punto zero" per ripartire dato che il punto debole del tracciamento è nella non obbligatorietà di sottoporsi a tampone e alcuni genitori in classi dove sono stati trovati positivi molti bimbi ancora rimandano il tampone al loro figlio di fatgto vanificando la quarantena dei compagni di classe.
Nel nostro articolo avevamo parlato - come raccontato dai genitori di una sezione - di 5 sezioni su 7 in quarantena, ma l'Assessore Sara Funaro ha puntualizzato, di fatto risponendo anche ad altri quesiti, che la situazione sanitaria cristallizzata aslla data di lunedì 1 febbraio è di 3 classi rientrate a scuola dopo la quarantena, due in quarantena e due attenzionate perchè con pochissimi casi di leggera positività che necessita del tampone di conferma.
L'Assessore ribadisce di essere a conoscenza della situazione e di monitorarla costantemente comprendendo il disagio dei genitori costretti alla quarantena, ma a lei la decisione di eventuali chiusure della scuola spettta in base alle risultanze del rapporto della Usl di competenza.
Resta a nostro avviso il "buco nero" delle responsabilità e competenze. Che senso ha firmare ad inizio anno scolastico un patto di corresponsabilità fra genitori ed istituto scolastico se poi sottoporsi a tampone non è obbligatorio per legge?


