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Referendum bocciato fine vita. Pd Vicchio: errore del partito non esprimersi

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Spiegano dal Pd di Vicchio: La Corte Costituzionale ha deciso che non siamo liberi di votare il referendum sul fine vita.

Spiegano che “non sarebbe preservata la tutela minima costituzionalmente necessaria della vita umana, in generale, e con particolare riferimento alle persone deboli e vulnerabili”.

Non sono bastate un milione e duecentomila firme raccolte dai promotori, l'associazione Luca Coscioni, per dare la possibilità agli italiani di esprimersi su una tematica che, proprio al contrario di come dice la Corte Costituzionale, andrebbe a tutelare in particolar modo le persone deboli e vulnerabili.

Avevamo l’opportunità di poter votare su un tema che per otto anni il Parlamento ha deciso consapevolmente di evitare, non discutendo la legge di iniziativa popolare.

Purtroppo la Corte Costituzionale ha deciso di toglierci questa possibilità.

Crediamo che il Partito democratico insieme al segretario Letta abbiano fatto un grave errore a non prendere mai una posizione su questo referendum e, soprattutto, a non aver mai messo in discussione una legge di civiltà come questa, che vada a garantire il rispetto del supremo principio di autodeterminazione dell’individuo.

L’invito che vogliamo rivolgere alla popolazione e, soprattutto, a quel milione ed duecentomila firme, è quello di continuare a pretendere tale iniziativa: la nostra classe politica dovrà prima o poi procedere in questa direzione.

Al Partito democratico ed al segretario Letta invece diciamo che si esprima finalmente chiarendo da che parte stiamo e che si adoperi affinché si riesca ad ottenere una legge nel minor tempo possibile.

La società ha il dovere di tutelare e rispettare il volere di ogni individuo, anche di chi non può più sostenere la sua condizione.

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